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No alla parola «razza» nei documenti della Pubblica amministrazione, approvato emendamento del Pd

by Michele Iozzino
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razza

Roma, 30 mag – Negli atti e nei documenti della Pubblica amministrazione non si potrà più utilizzare il termine «razza», al suo posto si dovrà usare «nazionalità».

Vietato il termine «razza»

Le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati hanno approvato all’unanimità l’emendamento al testo del decreto per il rafforzamento della Pubblica amministrazione, proposto dal parlamentare del Partito democratico Arturo Scotto, che prevede la soppressione della parola «razza» dalla documentazione della Pubblica amministrazione e la sua sostituzione con «nazionalità».

Le reazioni della politica

“Si elimina un concetto antiscientifico facendo piazza pulita di frasi gravi su razza, ceppi, etnie”, lo stesso Scotto esulta così in un post su Twitter per il via libera con voto unanime all’emendamento di cui era primo firmatario. E aggiunge: “Oggi diciamo con forza: mai più!”. Sulla stessa linea anche il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari costituzionali Emilio Russo: “Abbiamo sottoscritto e votato con convinzione l’emendamento che impedirà d’ora in avanti in tutti gli atti e documenti delle pubbliche amministrazioni l’utilizzo del termine «razza», che sarà sostituito con quello di «nazionalità»”. E spiega le ragioni di questa scelta: “Seppur non venga più utilizzato da tempo e sia citato nella Costituzione, è un concetto non più in linea coi nostri tempi, che potrebbe apparire discriminatorio nei confronti di qualcuno. Doveva dunque essere superato”. Per poi aggiungere: “È la dimostrazione che su questo, come su altri temi che riguardano i diritti e dunque il livello stesso di civiltà del nostro Paese, non esistono distinguo o divisioni. Il progetto di riforme istituzionali che il Parlamento esaminerà nelle prossime settimane potrebbe essere l’occasione per superare definitivamente il concetto anche nella nostra Costituzione”.

Ma la parola «razza» c’è anche nella Costituzione

Il dettato costituzionale a cui si riferisce Russo è il comma 1 dell’articolo 3, il quale recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Potrebbe quindi apparire paradossale che la mania censoria per il termina «razza» colpisca la Costituzione proprio nella parte del testo in cui afferma l’uguaglianza dei suoi cittadini e si pronuncia contro ogni atteggiamento discriminatorio. Ma ciò dimostra – se mai ce ne fosse bisogno – tutta l’inutilità e la nocività di simili furie iconoclaste e tribunali delle parole.

Michele Iozzino

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3 comments

Germano 30 Maggio 2023 - 7:35

La nazionalità non ha nulla che fare con la razza, sono due cose diverse. Io posso essere di razza nera e di nazionalità tedesca perché nazionalizzato in Germania dopo “x” anni come residente. Questo dimostra che non abbiamo un nuovo governo, è sempre lo steso brodo

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Lgf 30 Maggio 2023 - 10:11

PD … Che brutta raxxa…

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fabio crociato 31 Maggio 2023 - 5:58

La razza è un concetto talmente antiscientifico che resterà nella storia, nella cultura, nella medicina, nella alimentazione, nella evidenza. La nazione non è solo uno zoo materialista nel quale gettare in maggioranza gusci vuoti delle noccioline… soffiando di fatto a favore di una rivolta universale.
Visto che è defunta da poco anche la T.Turner, vorrei ricordare che l’ Italia non è mai stata sostanzialmente razzista, anzi ha sempre e a volte pure esageratamente apprezzato il positivo manifestarsi con evidenti caratterizzazioni razziali interiori ed esteriori, salvo quando la razza viene propinata nascostamente.
La toppa procedurale odierna quindi appare peggio del buco.
Qui di antiscientifico c’è solo l’ uso continuo, mostruoso del termine progresso.

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