Roma, 31 ago – Si avvicina sempre di più l’appuntamento con il referendum sul taglio dei parlamentari, in programma per il 20-21 settembre (Covid-19 ed «esperti» permettendo). E la misura «anti-casta», fortemente voluta dal M5S, sembra veleggiare verso la definitiva approvazione, con tanto di sanzione popolare. Anche se, va detto, sui numeri non c’è ancora chiarezza. Secondo un sondaggio realizzato da Demos per Repubblica, infatti, ben l’82% degli italiani sarebbe pronto a votare sì. Cifre molto ridimensionate, però, da Alessandra Ghisleri, che sulla Stampa ha fotografato una situazione meno «bulgara». Dalla rilevazione della direttrice di Euromedia research è emerso che il 42% ha intenzione di schierarsi per il sì, mentre il no si attesterebbe sul 15,8%. Il punto, però, è che ben 4 italiani su 10 sono ancora indecisi sul da farsi.
Un referendum dall’esito già scritto?
Andando ad analizzare la composizione di questa zona grigia, che vale il 40%, la Ghisleri specifica che circa il 16,7% si dichiara effettivamente indeciso, laddove il 24,5% pare orientato verso l’astensione. Tuttavia, dato che per questo referendum non è previsto il quorum, se gli astenuti saranno effettivamente così tanti, il sì andrebbe a prevalere sul no con una maggioranza schiacciante: 72,7% contro 27,3%. «Una distanza importante – spiega la Ghisleri – che mostra tuttavia nell’arco degli ultimi 6 mesi una flessione del Sì di quasi 10 punti percentuali». Insomma, per ora il sì sembra un risultato scontato, ma il trend degli ultimi tempi ha fatto registrare un sensibile calo dei fan «anti-casta». E le cose potrebbero ulteriormente cambiare qualora qualche politico di peso desse un’indicazione precisa per il no. Staremo a vedere.
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Lega primo partito, cresce la Meloni, affonda Renzi
Per quanto riguarda il consenso dei partiti, il sondaggio della Ghisleri conferma il primato della Lega (25,2%) e la crescita di Fratelli d’Italia (14,3%). Il partito della Meloni è ormai a una sola lunghezza dal M5S (15,3%) e contribuisce a sbilanciare la coalizione sempre più verso destra, dato che Forza Italia rimane ferma al 7,2%. In questo modo, il «destracentro» si attesta al 46,7%, nettamente in vantaggio sugli avversari. Oltre ai pentastellati, infatti, anche il Partito democratico, con il suo 20,4%, tiene ma non cresce. Chi invece piange è Matteo Renzi: la sua Italia viva (3,3%) è stata superata anche da Azione di Carlo Calenda, che raggiunge un ottimo 4,2%. La strategia dell’ex premier, finora, non ha pagato.
Elena Sempione
5 comments
Gli italioti si fotteranno con le loro mani un altra volta. Bisogna più che dimezzare gli stipendi e i benefit e non ridurre i parlamentari. Vorrebbe dire più potere a molte meno persone e infine potere a una sola… L’esito è già scritto in quanto da gennaio vendono la nuova costituzione con l’aggiornamento del taglio ai parlamentari… Italiani popolo di idioti.
Comunque andrà, il M5S si è scavata la fossa.
Io voterò NO.
Io voterò per il NO.
Se gli Italiani faranno vincere il SI,nemmeno il Cielo potrà più salvare questa nazione.
Votare Si significherebbe fidarsi ancora dei 5 Stelle.
Errare è umano,perseverare diabolico!
[…] No era stata già una settimana fa Alessandra Ghisleri, che aveva fotografato una situazione che non vedeva più il Sì in vantaggio con maggioranze bulgare. Ma ora, a lanciare una vera e propria bomba nel campo giallofucsia, è stato il politologo Roberto […]