Roma, 12 giu – Abbiamo un ottimo motivo per ringraziare gli sciacalli del Black lives matter: hanno ricordato a tutti noi che la discriminazione esiste, sì, ma non è affatto quella contro i neri. Pensateci bene: se viene ucciso da un bianco, un nero, proprio in quanto nero, è automaticamente un martire. Anche se era un criminale recidivo che aveva minacciato una donna incinta puntandole la pistola al ventre. Al contrario un bianco, proprio in quanto bianco, è di per sé un privilegiato (white privilege), anche se è un disoccupato che dorme nei fossi. Di più: in quanto bianco, è addirittura colpevole (white guilt), anche se non ha mai torto un capello a nessuno. Questa mentalità, per cui un uomo viene giudicato in base non alle sue azioni ma al colore della pelle, ha un nome preciso: si chiama razzismo. Oppure, quando riguarda gli auto-flagellatori del fuck white people, si chiama più precisamente autorazzismo.

Il razzismo di Black lives matter

A ben vedere, questa ideologia malata ha anche un’altra conseguenza: l’umanità non esiste. Come si può infatti «restare umani» se la nostra società è pregiudizialmente divisa in buoni e cattivi, in vittime e carnefici, per l’appunto in bianchi e neri? La risposta è semplice: non si può. Paradossalmente, sono proprio gli antirazzisti ad alimentare i conflitti razziali. Se questo conflitto non ci fosse, infatti, non ci sarebbero neanche più vittime da risarcire né oppressori da punire. La divisione tra imperialisti bianchi e colonizzati neri verrebbe storicizzata, e quindi anche de-ideologizzata. E questo, per l’autorazzismo imperante, è di fatto intollerabile.

L’autorazzismo come diagnosi di una civiltà

Descrivendo questa ideologia allucinata, Pascal Bruckner parlò di «singhiozzo dell’uomo bianco». L’autorazzismo delle élite bianche era ancora agli inizi – il libro fu pubblicato nel 1983 – ma i suoi connotati erano già chiari: processo sommario a un’intera civiltà (quella europea), peccato originale su base razziale (i bianchi sono malvagi e oppressori per natura), paternalismo verso gli eterni oppressi (i neri vanno sempre compatiti e innalzati al livello dei bianchi). Oggi tutto questo si esprime plasticamente nell’abbattimento delle statue di personaggi celebri della storia europea e occidentale. Il che, oltre a fare chiarezza sugli opposti schieramenti, assume anche il valore di diagnosi di un’intera civiltà. Una civiltà morente, per la precisione. Quella dell’uomo bianco che rinnega le sue radici e annega in un ultimo, sommesso singhiozzo.

Valerio Benedetti

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10 Commenti

  1. Come ha fatto il poliziotto scemotto a
    terminare il negro ????
    Ah ,si , si è INGINOCCHIATO sul
    suo collo …..
    🤔 👌

  2. Contro il mondo delle pecore RISORGERÀ
    il “popolo dei lupi” ,
    Sangue , Onore , ORDINE NUOVO !

    Seguirà un bagno di sangue che
    fecondità la terra dei padri , ma le
    mani dei LUPI saranno pulite , la
    colpa è di massoni ed usurai ….
    Leggete i “protocolli dei savi di sion”
    se volete capire ….

  3. Ci si inginocchia solo di fronte a Dio.Tutte le razze sono sua creazione ma le elites ci vogliono far vergognare di essere bianchi ; a loro servono conflitti tra i dominati per poter dividere e depredare meglio le nazioni con il loro denaro prodotto dal nulla in forma privata.

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