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Tremonti gela i giallofucsia: “Ecco perché la sinistra sbaglia a sperare in Biden”

by Elena Sempione
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Tremonti Biden

Roma, 25 gen – La sinistra italiana (ed europea) ha sbagliato i suoi conti. È questo l’avvertimento che Giulio Tremonti lancia all’indirizzo dei giallofucsia, che hanno accolto l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca come una sorta di panacea per liberarsi dei «populisti». In un’intervista alla Verità, infatti, l’ex ministro dell’Economia ha subito spento i bollori dei globalisti nostrani: «La sinistra italiana s’illude, se si aspetta che dall’America arrivi un soccorso anti-sovranista. Non ci sarà alcuna rivincita del globalismo: quel mondo è finito». Insomma, tutto il contrario di quanto dichiarò a Repubblica Enrico Letta in preda all’euforia post-voto: «Senza Trump il sovranismo si sgonfierà anche in Europa». Pia speranza più che lucida analisi.

Tremonti spiega Biden alla sinistra

Nella sua lettura, Tremonti spiega molto bene perché la sinistra sbaglia a riporre le sue speranze di sopravvivenza nel Biden antisovranista: «È ragionevole pensare che, per un certo periodo, Biden si occupi dell’America», spiega l’ex ministro. Che poi aggiunge: «È più che provinciale l’atteggiamento di certi politici italiani, che vedono nella nuova presidenza Usa la loro salvezza contro sovranisti e populisti. Aspettarsi di colmare un deficit di forza politica in Italia con un surplus di forza politica in America è abbastanza puerile».

«Il mondo della globalizzazione è finito»

Anche perché, spiega Tremonti, il mondo che i globalisti di casa nostra vogliono difendere ormai non c’è più: «Per capirlo, dobbiamo ricordare quello che disse Obama quando fu eletto Trump, nel novembre 2016: “Non è la fine del mondo, ma è la fine di un mondo”. Una frase di grande intelligenza politica». In sostanza, a essere finito è il mondo della globalizzazione come «utopia realizzata». E non basterà Biden a riportarlo in vita: come illustra Tremonti, infatti, «la globalizzazione ha messo in crisi la democrazia, e la pandemia ha messo in crisi tutte e due. Cosicché, oggi, la lotta di classe postmoderna è tra vincenti e perdenti della globalizzazione. E i perdenti stanno a destra come a sinistra».

Elena Sempione

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