Home » Un secolo e un lustro dopo: l’adunata di piazza San Sepolcro

Un secolo e un lustro dopo: l’adunata di piazza San Sepolcro

by Marco Battistini
0 commento
san sepolcro e corporativismo

Roma, 23 mar – Un secolo e un lustro. Tanto è lo spazio temporale che ci divide da uno dei passaggi più importanti della recente storia italiana. Stiamo ovviamente parlando dell’adunata di Piazza San Sepolcro che, in quel di Milano, il 23 marzo 1919 diede linfa vitale ai Fasci di Combattimento. Benito Mussolini, politico e giornalista, fondava ufficialmente il suo eterogeneo movimento.

Mistica e politica

Uomini e donne. Reduci della Grande Guerra, arditi e futuristi. E poi nazionalisti, il sindacalismo rivoluzionario, socialisti, repubblicani, monarchici e pure qualche anarchico. Nell’asciutto manifesto (pubblicato il 6 giugno dello stesso anno su “Il Popolo d’Italia”) gli obiettivi posti dal comitato centrale sono inerenti alla battaglie reali dell’epoca: problemi politici, sociali, militari e finanziari. Un programma, per così dire, di “sinistra”. Dal suffragio universale all’eleggibilità delle donne, dall’abolizione del Senato al quesito – ancora irrisolto – della rappresentatività del mondo produttivo. E ancora l’allargamento dello Stato sociale (orari e paghe minime, partecipazione dei lavoratori, assicurazioni, pensioni) o la redistribuzione della ricchezza – imposta progressiva sul capitale.

Concetti in parte ancora al passo coi tempi, idee sicuramente incendiarie per l’epoca. Dalla sala riunioni del Circolo dell’Alleanza Industriale, muoveva i primi passi l’ultima rivoluzione italiana. Tra mistica (l’adunata di piazza San Sepolcro «rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli d’Italia che sono caduti per la grandezza della Patria») e, ovviamente, politica.

L’adunata di piazza San Sepolcro, una sintesi costruttiva

La sintesi di quel 23 marzo, nuova origine di un percorso con radici ben più profonde, si manifestò quindi su più livelli. Spirito, materia e volontà. Forza dinamica, realizzatrice, costruttiva. Lungi da ogni sciovinismo, l’eresia nazionale del socialismo con la sua concezione imperiale (mai imperialista) sposa le parole di Giuseppe Mazzini: l’Italia «educatrice marziale dei suoi giovani, arbitra del suo mare, prima nell’opera di pace, splendida di autorità morale sulle nazioni».

C’era l’astrattezza degli artisti e dei poeti, è vero. Ma anche la concreta tensione che nel corso degli anni modernizzò il paese. Senza seguire l’altrui agenda (vero progressisti?) né tantomeno auspicando quel mantenimento dello status quo tanto caro ai conservatori.

Quale direzione?

Lo ripetiamo, ogni evento storico va sempre contestualizzato nel periodo in cui si manifesta. Non si può leggere il passato con gli occhi del presente. Ma, come si può evincere nel programma originario, delle due maggiori critiche mosse dall’opinione pubblica al fascismo – circa dittatura e razzismo, svolte dovute anche alla contingenza dei tempi (il ripetersi degli attentati alla vita del Duce, le sanzioni che di fatto isolarono l’Italia) – non v’è traccia.

Un secolo e un lustro dopo l’adunata di piazza San Sepolcro, quale direzione intraprendere? Non di certo quella che – come vizio dell’area vorrebbe – ci fa guardare indietro: a prima del Covid, dell’Euro, di Fiuggi e via discorrendo. Perché, al contrario, come ci insegna il sansepolcrismo, ci si supera solo in avanti. Rigenerare l’origine, tenere vivo il fuoco della Tradizione è cosa ben diversa dal nostalgismo. Anzi, è proprio tutt’altro. Gli uomini del 1919 combatterono una logorante guerra di posizione, eppure erano pervasi dalla voglia del futuro. Giovani e adulti del 2024 sono sovra-stimolati ma al contempo sfiduciati, impoltroniti, annoiati. Ancora loro, mistica e politica: l’unica via percorribile è quella che porta a un nuovo impegno. Una forza da modellare nel campo dell’affermazione, rifiutando ogni negazione (e la miopia di chi si qualifica come anti-qualcosa). Ovvero la strada per moderne e costruttive sintesi.

Marco Battistini

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati