Milano, 31 ott – Alla fine l’ha detto, chiaro e tondo. Mimmo Lucano, il discusso sindaco di Riace, ha esplicitato in maniera inequivocabile il senso della sua battaglia. Una battaglia che si vorrebbe «umana», ma che, in realtà, è solo autorazzista: «Ogni essere umano è un panorama che non ha uguali. Vorrei una società dove nessuno si può dire autoctono». Questo è il sogno immigrazionista e anti-italiano di Mimmo Lucano. Parole pronunciate a Milano a Palazzo Marino, nella sala Alessi, durante un incontro organizzato dal consigliere comunale Basilio Rizzo (con un passato nella sinistra extraparlamentare) e a cui ha presenziato anche il sindaco meneghino Beppe Sala.
La platea dei convenuti ha tributato a Lucano standing ovation e fragorosi applausi, intonando Bella ciao e scandendo gli slogan «Ora e sempre Resistenza» e «Riace non si arresta». Un vero tripudio per il sindaco calabrese, eroe dell’immarcescibile Saviano, ma sospeso dalla sua carica a causa dell’indagine della Procura di Locri, che accusa Lucano di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un’accusa che Lucano non riesce proprio a digerire: «È stato meglio accogliere – ha affermato Lucano di fronte alla folla plaudente – è stato meglio aver salvato anche solo una persona ed essere stato arrestato che essersi comportato come questo governo o il governo precedente». Perché, si sa, le leggi per Lucano non contano nulla: «Anche i nazisti rispettavano le leggi». Un discorso che non fa una piega…
Non pentito e accecato dalla sua ideologia autorazzista, Lucano dice che «c’è fame di umanità» e che «non è vero che dobbiamo accettare che questa società ci porta alla barbarie. Noi non siamo altro che una piccola storia che trasmette questo messaggio: tutti vogliamo la dignità e il rispetto degli esseri umani». L’ode umanitaria del sindaco indagato si trasforma dunque in un’invettiva contro il governo: «C’è una sindrome da fastidio degli esseri umani, è la fine della società». Incurante delle (gravi) accuse a suo carico, Lucano insiste sul suo modello di integrazione: «Ma una storia come quella di Riace è possibile ovunque: un’altra umanità è possibile». L’eroe di Saviano, è evidente, auspica la nascita di un’umanità meticcia («senza autoctoni»), in cui i popoli non esisteranno più per fondersi in un blob indefinito e indifferenziato, dove ogni «diversità», pertanto, sarà cancellata. È proprio vero, i più grandi nemici della «diversità» e delle differenze sono proprio loro: i bardi cosmopoliti del meticciato universale.
Valerio Benedetti
“Vorrei una società senza autoctoni”: il sogno autorazzista di Lucano
239
3 comments
E ci credo che il globalista Lucano sotto processo per reati gravi non vuole autoctoni; per fare i suoi porci comodi è meglio non avere tra le scatole gente che ti puo’ bloccare o incarcerare in nome di leggi del popolo italiano.Meglio gente senza identità e confusa di cui ti puoi approfittare meglio
[…] Roma, 31 ott – Ritorno a Oscar Wilde. Il ritratto di Mimmo Lucano che conservava il suo aspetto innocente è stato stracciato dalla verità emersa durante un banale incontro milanese organizzato dal consigliere Basilio Rizzo e introdotto dal sindaco Sala. Acclamato come un eroe, applaudito come un martire, salendo in cattedra ha inavvertitamente devastato il dipinto che lo aveva reso celebre al mondo intero: faccia pulita, sorriso sempre presente, parole buone, intenzioni anche meglio, spirito di sopportazione e grande enfasi nel saper immaginare un futuro. Ma dicevo dello smascheramento. Difatti gli sono sfuggite delle paroline alquanto clamorose che sul momento non sono state ben interpretate dalla folla ululante Bella ciao: ha detto che il suo sogno è vivere in una società dove nessuno si può dire autoctono. […]
[…] Roma, 31 ott – Ritorno a Oscar Wilde. Il ritratto di Mimmo Lucano che conservava il suo aspetto innocente è stato stracciato dalla verità emersa durante un banale incontro milanese organizzato dal consigliere Basilio Rizzo e introdotto dal sindaco Sala. Acclamato come un eroe, applaudito come un martire, salendo in cattedra ha inavvertitamente devastato il dipinto che lo aveva reso celebre al mondo intero: faccia pulita, sorriso sempre presente, parole buone, intenzioni anche meglio, spirito di sopportazione e grande enfasi nel saper immaginare un futuro. Ma dicevo dello smascheramento. Difatti gli sono sfuggite delle paroline alquanto clamorose che sul momento non sono state ben interpretate dalla folla ululante Bella ciao: ha detto che il suo sogno è vivere in una società dove nessuno si può dire autoctono. […]