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Addio a Vangelis: genio della musica europea

by Sergio Filacchioni
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Roma, 20 mag – Evangelos Odysseas Papathanassiou, conosciuto più semplicemente come Vangelis, si è spento oggi all’età di 79 anni in un ospedale francese per complicazioni da covid-19. Ad annunciarlo il primo ministro greco in un tweet: “non è più con noi”, si è limitato a dire. La musica perde un genio che ha scritto la storia, soprattutto quella del cinema: infatti, è universalmente conosciuto come il compositore di due colonne sonore entrate nell’olimpo della settima arte, quella di Chariots of fire (Momenti di Gloria, del 1981) che gli valse la statuetta e quella di Blade Runner (del 1982). Ma c’è di più.

Vangelis e la musica

Nonostante il suo nome sia indissolubilmente legato al mondo del cinema – ricordiamo anche la colonna sonora di 1492: Conquest of paradise – il compositore della Tessaglia è stato una pietra miliare della musica. Il teatro La Fenice di Venezia ha così salutato la scomparsa del musicista: “vivrà per sempre attraverso l’immortale forza della sua musica”. Una forza che era sintesi tra musica classica e elettronica, tra rock e jazz, tra mito e storia, tra scienza e fantascienza. Un’artista autodidatta, cresciuto ad Atene, che iniziò a scrivere musica a 4 anni rifiutando sempre di prendere lezioni: non ha mai avuto una conoscenza base sulla lettura e scrittura di note musicali. Nonostante questa “tara” in pochi anni divenne un formidabile polistrumentista. Un predestinato verrebbe da dire, figlio della civiltà della tragedia e del pathos. Dopo aver fatto parte dei Forminx, insieme a Demis Roussos e Anargylous Kolouris fondò gli Aphrodite’s Child. Nel 1968 il trio decise di allontarsi dalla Grecia, funestata dalla dittatura dei colonnelli, per tentare l’avventura in Inghilterra. Il viaggio prevedeva uno scalo a Parigi e a causa di mai chiariti problemi di visti, il trio fu costretto a fermarsi nella capitale francese. Un incidente decisivo per la carriera dei tre: ottennero un’audizione con la Mercury che li mise sotto contratto. La loro Rain and tears, caratterizzata dagli arrangiamenti di Vangelis e dalla voce di Demis, divenne un inno del maggio francese. Seguirono poi altri successi come It’s five o’clock e Winter and fall, che trasformarono i tre musicisti in star internazionali. Ma il carattere schivo e insofferente di Vangelis ebbe la meglio anche sulla fama: sebbene Roussos cercasse di convincerlo in mille modi a continuare, Vangelis nei primi anni 70 si rifiutò di seguire i compagni in tour, preferendo la solitudine dello studio per elaborare le sue idee rivoluzionarie. Detestava apparire in pubblico. Tra le sue poche concessioni allo show business resta comunque memorabile il concerto al tempio di Zeus Olimpio di Atene, nel 2001, accompagnato da un’orchestra e da un coro.

Genio europeo

Dopo i grandi successi degli anni ottanta ha lavorato alla colonna sonora di The Bounty di Mel Gibson e Anthony Hopkins e di Francesco con Mickey Rourke protagonista. E poi Bitter Moon di Roman Polanski e i documentari di Jacques Cousteau. Ha anche firmato la colonna sonora di eventi importanti, tra cui i Giochi Olimpici del 2000 a Sydney, i Mondiali del 2002 in Giappone e Corea del Sud e i Giochi Olimpici del 2004 ad Atene. Ha scritto spartiti per balletti e musica per produzioni teatrali nonché colonne sonore per i viaggi della NASA e dell’ESA nello spazio profondo. La sua musica resterà come l’eco formidabile di storie immortali, intrecciate sul coraggio e sui miti fondanti della nostra civiltà, ma mai cieca (e sorda) ai richiami delle avanguardie e a ciò che ci sta avanti. Con la stessa potenza evocativa che accompagnava le caravelle di Colombo attraverso l’oceano, la musica di Vangelis riusciva a tracciare la malinconia di un replicante sul punto di scoprire la morte, mentre bastioni in fiamme balenano ancora tra le stelle. È raro trovare un’artista con una sensibilità simile – o forse come il nostro Ennio Morricone è stato in grado di rendere opere cinematografiche indimenticabili e legarsi indissolubilmente ad esse. Non riusciamo nemmeno più a pensare ad una corsa selvaggia su una spiaggia senza sentire dentro di noi il motivo centrale di momenti di gloria. Sono musiche radicate nel nostro immaginario quanto i viaggi di Ulisse e le fatiche di Ercole, perché risvegliano un ritmo elementare ed estraggono dal profondo dei nostri geni i motivi dell’essere.

Sergio Filacchioni

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3 comments

lultimoanarchico 20 Maggio 2022 - 5:19 Reply
H7 23 Maggio 2022 - 12:43

Un grande della musica elettronica di alto livello. Altri tempi, altri livelli, altro Cinema, non come gli scarti alla Fedez & Co. Chiedo cortesemente alla Redazione di non nominare più certi personaggi della scena contemporanea perché sono il nulla di fronte a Vangelis.

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