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Oklahoma, approvata nuova legge sull’aborto: sarà vietato dal concepimento

by Michele Iozzino
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Oklahoma aborto

Roma, 20 mag – L’Oklahoma avrà una nuova legge sull’aborto. Giovedì il congresso dello Stato americano, a guida repubblicana, ha approvato con 73 voti favorevoli e 16 contrari un disegno di legge che vieta l’interruzione di gravidanza nella quasi totalità dei casi. Una nuova legislazione che viene già considerata come la più restrittiva negli Stati Uniti in materia di aborto.

«Lo Stato più pro-life del Paese», l’Oklahoma di Kevin Stitt

La nuova legge impone il divieto di abortire a partire dal momento del concepimento, salvo pochissime eccezioni: casi di gravi emergenze mediche per cui è a rischio la vita della madre oppure casi di stupro o incesto, ma solamente se già denunciati alla polizia. Secondo il testo della legge potrà essere citato in giudizio chiunque compie o induce un aborto, ma anche chi ne favorisce l’esecuzione.

Il provvedimento ricorda quello del vicino Texas, in particolar modo nel suo meccanismo di applicazione, consentendo ai cittadini di intentare causa contro coloro che praticano o aiutano a facilitare un aborto.

Formalmente la legge deve essere ancora firmata dal governatore Kevin Stitt, firma che dovrebbe avvenire con ogni probabilità settimana prossima. Stitt da sempre in prima linea per il diritto alla vita aveva detto di voler rendere l’Oklahoma «lo Stato più pro-life del Paese».

Gli Stati Uniti spaccati sull’aborto

Una stretta che sicuramente non piacerà ai progressisti e ai sostenitori del diritto all’aborto. Non si è fatto attendere il commento della vice-presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, che ha così commentato la legge: «Questo è solo l’ultimo di una serie di attacchi alle donne messi in atto da legislatori estremisti».

La decisione dell’Oklahoma si inserisce in un più ampio dibattito sull’aborto che sta scuotendo gli Stati Uniti in questi mesi. Secondo alcune indiscrezioni, la Corte Suprema starebbe per ribaltare la storica sentenza Roe v. Wade del 1973. Una svolta epocale che renderebbe l’aborto materia legislativa dei singoli Stati e non più federale.

Michele Iozzino

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