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Arriva il primo vescovo luterano trans: ha due figli e usa il pronome “they”

by Cristina Gauri
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reverendo vescovo luterano trans

Roma, 13 set — Dal Vangelo secondo Luxuria: per la prima volta dalla sua recente fondazione — il 1988 — la Chiesa evangelica luterana in America (Elca) nomina un trans al ruolo di vescovo. Seguendo, così, le orme dell’omonima chiesa svedese — ormai più assimilabile a un circo equestre — da anni alle prese con ordinazioni sacerdotali femminili, nozze gay e tutto il carrozzone di pagliacciate Lgbt a cui ci ha abituato.

Ecco a voi il primo vescovo trans

Il fortunato/a è il reverendo (o reverenda? Reverendessa? Chiediamo lumi) Megan Rohrer, nominato nel corso di una funzione alla Grace Cathedral di San Francisco. Rohrer sarà a capo del sinodo Sierra Pacific, uno dei 65 della Chiesa luterana a cui rispondono circa 200 congregazioni in California settentrionale e Nevada settentrionale: l’incarico durerà sei anni e andrà a sostituire quello dell’attuale vescovo, che alcuni mesi fa aveva annunciato il proprio ritiro.

Un membro a tutto tondo della comunità Lgbt

Rohrer è un membro della comunità Lgbt a tutto tondo, non gli manca niente: trans (biologicamente uomo), si fa pomposamente chiamare con il pronome neutro «they», è sposato e — ovviamente — ha due figli. Il neo nominato vescovo è stato ordinato pastore nel 2010, insieme ad altre sette persone appartenenti alla comunità Lgbt. Si trattò della prima «infornata» di ordinazioni arcobaleno in seno alla Chiesa luterana Usa.

Amatevi l’un l’altro…

«La mia speranza, se me lo permetterete, e penso che lo farete, è amarvi e amare ciò che amate», ha detto ai fedeli Roherer. «Accetto questo ruolo perché una comunità variegata di luterani nella California settentrionale e nel Nevada ha votato devotamente e premurosamente per fare una cosa storica». Prima di ricoprire l’incarico il vescovo trans aveva servito a San Francisco, dove aveva diretto la maggior parte dei propri sforzi a beneficio delle comunità Lgbt locali.

Cristina Gauri

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5 comments

marcoferro 13 Settembre 2021 - 7:05

che schifo un orrore senza in fine in questa epoca di decadenza materiale e spirituale….

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chiamamijena 13 Settembre 2021 - 7:29

Piu che “they”, secondo me bisognerebbe chiamarlo “it”, come il pagliaccio malefico.

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Sergio Pacillo 14 Settembre 2021 - 8:43

Senti un po’, cosa hai fatto sulla terra?
Ho amato.
E poi ?
Ho amato.
E chi hai amato ?
Ho amato ciò che amavo.
Ma se Io ti ho fatto uomo perché hai amato da they ?
Pensavo che avessi scherzato.
Ti avevo riservato un bel posto, ma, sai, perché non mi piace scherzare, vai a farti amare nel posto che conosci.

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fabio crociato 16 Settembre 2021 - 2:15

Nient’ altro che folklorismo para religioso, cancro spirituale universale.

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Paolo 17 Settembre 2021 - 8:32

Una persona che avrebbe bisogno di tanto aiuto spirituale psichiatrico psicologico …alla guida del gregge… oddio però non è che i vescovi che ci ritroviamo noi siano molto meglio

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