Secondo quanto riportato dal sito Espn.com McLaughlin, 38 anni, avrebbe superato tutte le visite mediche, inclusa l’analisi dei livelli ormonali nel sangue presentata alla Florida State Boxing Commission. Lo ha reso noto il dirigente di Combate Global Mike Afromowitz, che ha sottolineato, con un certo disappunto, la difficoltà riscontrata nella ricerca di un’avversaria per McLaughlin. Perché è chiaro: secondo la loro distorta — ma infinitamente inclusiva, soprattutto quando riguarda loro stessi — visione del mondo, dovrebbe esserci la fila di donne che si fanno massacrare da un uomo con i capelli rosa e il reggiseno. Non fa una grinza.

Una nuova era di ingiustizie

«È stato un incubo cercare di trovare un avversario», ha frignato McLaughlin prima dell’incontro. «Non provo altro che rispetto per [Provost]». Quelle che invece hanno rinunciato ad affrontare McLaughlin, evidentemente spaventate dal vantaggio biologico dell’atleta trans, meritano invece meno rispetto? McLaughlin, ha aggiunto, spera di diventare un pioniere per gli atleti transgender negli sport da combattimento, sostenendo di volere «aprire la porta» e «fare spazio» ad altri come lui. Una nuova era di ingiustizie sta per dare il benvenuto alle atlete di tutto il mondo. Con buona pace dei loro sogni, dei loro sacrifici, delle loro aspirazioni.

Cristina Gauri