Londra, 29 ago – La mossa del premier Boris Johnson di chiedere ed ottenere dalla Regina Elisabetta la sospensione del Parlamento britannico fino al 14 ottobre per portare a compimento la Brexit anche senza accordo con la Ue il 31 ottobre ha scatenato la reazione dell’opposizione e una serie di iniziative legali. Inoltre sono state già raccolte 1,2 milioni di firme per la petizione online contro la decisione del premier Tory. Il Parlamento non deve essere sospeso “almeno e fino a quando il periodo dell’articolo 50 sia stato sufficientemente esteso o l’intenzione del Regno Unito di ritirarsi dall’Ue sia stata cancellata”, recita il testo della petizione, riferendosi all’articolo dei trattati dell’Unione Europea che fissa la procedura per l’uscita dall’Ue.
I Laburisti e l'(inutile) opzione sfiducia
Presentati due ricorsi contro la decisione di Johnson
L’attivista ha chiesto all’Alta Corte di pronunciarsi prima del 9 settembre, prima della sospensione quindi. Allo stesso modo, i legali del Partito nazionalista scozzese saranno domani in tribunale ad Edimburgo per chiedere alla Corte civile scozzese di anticipare l’udienza che era già stata fissata il 6 settembre. Già a metà agosto lo Snp aveva infatti chiesto al tribunale di pronunciarsi sulla possibilità di una sospensione dei lavori del Parlamento.
Ludovica Colli
1 commento
Avere un BoJo in italia !
Ma beato lui che può giocare con le leggi britanniche ,
se si dimette in GB …
SI VA A VOTARE !!!!
?