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Calabria, protesta femminista con manichino insanguinato: “Vogliamo doppia preferenza di genere”

by Cristina Gauri
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Roma, 16 apr – Hanno lasciato un manichino con la testa mozzata in una pozza di vernice rossa sulle scale del Palazzo Campanella, sede della Regione Calabria, a Reggio. Le femministe del collettivo Fem.In Cosentine in Lotta protestano contro la mancata approvazione, in Consiglio regionale, della legge per sulla doppia preferenza di genere nelle elezioni. Questa procedura avrebbe lo scopo di rispondere alla sotto-rappresentazione delle donne nelle istituzioni: ad ogni elettore viene permesso di indicare due preferenze sulla scheda elettorale, purché riguardanti due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Con questo escamotage, cioè, si spera di superare la soglia del 30%. Una sorta di corsia preferenziale che fa della donna una categoria da tutelare, incapace di farsi valere da solaRai News riporta che l’astensione dei consiglieri di opposizione e il voto contrario del capogruppo di ‘Oliverio Presidente’, Orlandino Greco, hanno portato alla bocciatura del provvedimento, rendendo vani i voti a favore del resto della maggioranza di centrosinistra.

Il comunicato

Sulla pagina del collettivo si legge il comunicato: “Sul manichino, simbolo di ogni donna, grava il peso della politica misogina che caratterizza le nostre istituzioni e della violenza istituzionale che porta a ridurre i temi di genere a mera campagna elettorale”. Il dibattito, spiegano le femministe, “è viziato dagli interessi partitici e personali dei consiglieri, i quali conferiscono a questa legge un significato strumentale al mantenimento dei loro ruoli di potere e di controllo. Si perde così, tra un commento sessista e l’altro, l’urgenza di quella che dovrebbe essere una discussione sulle cause dell’evidente disparità di genere in Calabria”. E concludono: “Noi donne pretendiamo che si discuta seriamente e aldilà di giochetti politici e conflitti strumentali delle questioni di genere che affliggono la nostra regione”.

Cristina Gauri

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paolo 16 Aprile 2019 - 2:36

bello schifo:
in democrazia,se ti votano va su,se no
torni a fare la tua vita di privato cittadino….
e questo vale per tutti.

e queste nazifemministe pretendono per il solo fatto di essere portatrici insane di vagina…
di avere
la certezza di essere elette al 50%?

non gli ha mai detto nessuno che le femmine nella specie umana sono un pò più del 50%
della popolazione?
se nemmeno loro votano per loro stesse,preferendo candidati uomini,
che diavolo vogliono?
IPOCRITE.

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paolo 16 Aprile 2019 - 2:45

tra parentesi…
visto che hanno rivendicato l’azione (per ottenere il loro scopo politico)
ci sta bene anche una bella denuncia per danneggiamento:
personalmente oltre ad una multona
le condannerei a ripristinare di persona il luogo…
prima sfregando e ripulendo fino a farlo brillare,
e se la vernice è penetrata nel marmo della scalinata
gli farei demolire e ricostruire CON LE LORO MANI tutto il pezzo danneggiato:
e se non riescono a fare un lavoro a regola d’arte perchè mancano dell’abilità necessaria,
DOPO averci provato almeno un paio di volte (sempre a loro spese)
dovranno anche pagare il ripristino da parte del comune…
SEMPRE A LORO SPESE.

e dopo vediamo se la finiscono una buona volta,di molestarci per queste pretese assurde….

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Calabria, protesta femminista con manichino insanguinato: “Vogliamo doppia preferenza di genere” - AllNews24 16 Aprile 2019 - 3:37

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