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Calo dei contagi, Brusaferro: “Trend confermato ma non c’è nessuna zona in cui il virus non circoli”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 3 apr – “Siamo come in una partita: aver fatto goal non vuol dire che è finita. Abbiamo superato un momento critico, stiamo scendendo, ma la curva può avere una valle e poi ripartire. Non è scontato che scenda per forza”. Parola del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus.

“Trend in calo ma non c’è nessuna zona in cui il virus non circoli”

“Sono dati che risentono di una settimana, ma confermano il trend di calo dei casi positivi di Covid-19, e viene confermato anche il trend italiano con alcune zone a più alta circolazione, a circolazione intermedia e a circolazione ancora abbastanza limitata, ma il messaggio è che non c’è nessuna zona in cui il virus non circoli“, precisa Brusaferro nella conferenza stampa di oggi. “Il problema – spiega – è dunque l’intensità e la frequenza di circolazione del virus, che è elemento caratterizzante e che ci deve far presente come si debba mantenere elevata la soglia di attenzione e anche le raccomandazioni adottate”.  Per quanto riguarda i dati epidemiologici, “si conferma – aggiunge – il trend dell’età media pari a 62 anni dei casi, del 30% di morti fra le donne, anche se con età media più elevata, e della comorbidità come condizione spesso rilevata fra i deceduti di entrambi i sessi”.

“Oms? Non abbiamo evidenze che il virus circoli nell’aria”

Brusaferro poi è intervenuto anche sulla possibilità che l’Oms riveda le indicazioni sull’utilizzo delle mascherine da parte della popolazione: “In questo momento non abbiamo evidenze per dire che il virus circola nell’aria“, fa presente l’esperto. “I dati che abbiamo a livello epidemiologico internazionale – precisa – ci dicono che le principali vie di trasmissione del virus largamente responsabili della sua trasmissione sono quelle per ‘droplet’ (goccioline) e quelle per contatto. Il contagio per via aerogena era stato ipotizzato e dimostrato in alcuni contesti particolari e in presenza di alcune procedure soprattutto in ambito sanitario. Dai dati della letteratura scientifica finora sappiamo dunque che queste due sono le principali modalità di trasmissione, poi valuteremo man mano che arriveranno nuovi dati”.

Adolfo Spezzaferro

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