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Catania, mezzo liceo è in Dad: “Il Covid non c’entra, sta crollando il tetto”

by La Redazione
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Catania, 24 nov — Settecento alunni in Dad, questa la sorte toccata a quasi la metà dei ragazzi iscritti al liceo scientifico Boggio Lera di Catania: ma stavolta, per rifare il verso a una famosa poetessa siciliana, «Non ce n’è Coviddi», il Covid non c’entra. La colpa non è del virus ma «della mancanza di una manutenzione seria ed efficace degli edifici scolastici». Il tetto dell’edificio, per farla breve, sta crollando. Ad esser precisi il tetto è già parzialmente crollato, lo testimoniano le fotografie della struttura.

Mezza scuola in Dad (ma non è colpa del Covid)

A lanciare il grido d’allarme è Donato Biuso, preside dell’istituto situato in un’ala del settecentesco monastero della Santissima Trinità. Originariamente destinato agli alloggi delle suore di clausura, oggi ospita le aule degli studenti che però, da due settimane, hanno sloggiato, trasferendosi nella succursale. Risale infatti al 10 novembre il crollo di una parte del soffitto, una capriata in legno ricoperta di tegole che le infiltrazioni di acqua piovana hanno fatto completamente marcire. Fortunatamente l’episodio è avvenuto di notte, senza provocare feriti o peggio. «Poteva essere una strage», spiega il preside.

Il tetto è da rifare

«La didattica a distanza è sembrata il male minore», afferma Patrizia D’Arrigo, madre di uno studente e componente del consiglio di istituto. Ora il totale degli studenti, quasi 1.600 ragazzi, si divide in due, alternandosi in Dad e dandosi il. cambio ogni settimana. «Il punto è che la Dad non è prevista se non per motivi legati all’emergenza epidemiologica», spiega il preside.

Ma non ci sono i soldi

A curare la manutenzione del liceo per metà in Dad e di altri istituti parimenti pericolanti è una società partecipata, la Pubbliservizi. Che può giusto fare qualche lavoretto, tappare dei buchi, ma di lavori di consolidamento non se ne parla: servirebbe un fiume di soldi che nelle casse della Città metropolitana non ci sono. Esiste un progetto esecutivo per ristrutturare a fondo il Boggio Lera: ma vengono chiesti sei milioni e mezzo di euro. «Il 5 ottobre — conclude il preside Biuso – Catania è stata colpita da un violento nubifragio e si è scoperchiato il lucernario. Avevo chiesto alla Città Metropolitana che venisse riparato subito e che fossero controllati tutti i tetti. Il lucernario lo hanno messo a posto dopo tre settimane, ma niente verifica generale. Per questo continuo a ripetermi che siamo stati fortunati».

Cristina Gauri

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