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Omicidio di Colleferro: basta con la sociologia un tanto al chilo (anche a destra)

by Davide Di Stefano
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Colleferro Willy fascismo sociologia

Roma, 9 set – La sinistra e buona parte dei media mainstream che pendono da quella parte hanno già deciso: ad uccidere Willy Monteiro Duarte sono stati i fascisti. Il fatto che gli investigatori abbiano da subito escluso il movente razziale e che dei quattro indagati non si conoscano le simpatie politiche non importa: l’omicidio di Colleferro è la conseguenza di una sottocultura fascistoide e della mascolinità tossica che traspare da quelle foto con le pose da duri. Tutto quello che può essere ascritto alla violenza e alla prepotenza diventa “fascista”, vale per l’MMA così come per i presunti atteggiamenti stile Gomorra. Quello che colpisce nel racconto giornalistico della morte del povero Willy non è solo la sovraesposizione mediatica, evidentemente motivata dalle origini capoverdiane del ragazzo e dall’italianità (e dall’estetica coatta) dei presunti assassini, ma anche la forte volontà di creare una narrazione basata su una serie di congetture socio-antropologiche. 

Perché Colleferro è più importante di Bastia Umbra?

E così ecco le decine di interviste agli amici, ai parenti, ai conoscenti, ai passanti, lo studio minuzioso delle foto e dell’abbigliamento, le fantasie sulla “banda di Artena”, la descrizione delle MMA come una sorta di lotta all’ultimo sangue tra bestie ad opera di giornalisti venuti da Marte. Tutto questo, in maniera più o meno volontaria, accade solo ed esclusivamente a causa della natura narrativa di vittima e carnefice: ragazzo di origini straniere da una parte, “fascio-tronisti” italiani dall’altra. Volete la prova? Eccola. Venti giorni fa fuori da una discoteca di Bastia Umbra un 25enne italiano è stato ucciso, nel corso di una rissa, da tre ragazzi (di cui uno di origini albanesi). Lo sapevate? Avete per caso visto in giro le foto dei presunti assassini? Praticavano arti marziali? Sapete per caso per quale squadra tifava il povero Filippo Limini? Sapete quali sogni aveva? No, non sapete/sappiamo nulla di tutto questo, non abbiamo Federica Angeli che si precipita a Bastia per raccontarci i dettagli, Floris non ci apre la trasmissione, come fatto ieri sera, chiedendo ad Alessandro Gassman “che Italia emerge dall’omicidio di Bastia?”. Su La7 si parla solo di Colleferro. Bastia Umbra non va in trending topic su Twitter, il premier Conte non fa post su Facebook dedicati a Filippo come invece accaduto per Willy.

Omicidio Varani: lì non c’era il “brodo culturale”?

E potremmo andare avanti all’infinito con gli esempi. Perché a Colleferro la violenza nasce nel “brodo culturale” fascistoide, perché i Massimo Giannini della situazione chiedono di chiudere le palestre di MMA, mentre per l’omicidio di Luca Varani, adescato e poi ucciso a coltellate e martellate da Manuel Foffo e Marco Prato, nessuno ha parlato del “brodo culturale” dell’ambiente omosessuale né chiesto la chiusura dei locali gay? Per non parlare dei brutali omicidi ad opera di immigrati, pensiamo solo ai casi più eclatanti come quelli del ghanese Kabobo che uccise tre passanti a caso a picconate, o del tunisino che sgozzò David Raggi (nome finito nel dimenticatoio) o dei nigeriani che fecero a pezzi Pamela Mastropietro. In tutti i casi non ci furono neanche lontanamente le stesse speculazioni socio-antropologiche né la stessa foga investigativa, anzi: indagare sul ruolo della mafia nigeriana in merito ai fatti di Macerata voleva dire quasi passare per razzisti. Vuoi mettere con la “banda di Artena”…

Gli immigrati sono più tutelati dei coatti di Artena

La dinamica è chiara: la sinistra e i media mainstream inventano o forzano la realtà se c’è la necessità di sostenere la tesi della violenza razzista, la negano se i fatti minano la loro narrazione. E così i quattro coatti di Artena vengono analizzati al microscopio, a caccia di un tatuaggio particolare, di un mi piace galeotto o di un semplice atteggiamento che li possa far passare per fascisti. E se non si trova nulla poco importa, sono neofascisti ad honorem in ogni caso. La dinamica dei fatti viene esasperata: una rissa finita male diventa un atto bestiale. Così come l’importanza del fatto in sé: a guadagnare la prima pagina e la prima serata non ci vuole nulla. Se il carnefice è un immigrato accade l’opposto: un omicidio premeditato ed efferato può contare meno di un fatto preterintenzionale e caotico, guai poi ad avventurarsi in speculazioni socio-antropologiche, provare a correlare una data cultura o sottocultura con gli atti compiuti equivale a beccarsi l’immediata accusa di razzismo. Cioè puoi dire che uno mena perché forse guarda Gomorra, ma non che prende a picconate i passanti a caso perché magari in Africa la vita vale meno. Anche i numeri non contano nulla: gli immigrati in proporzione delinquono sei volte in più degli italiani e nelle carceri un terzo della popolazione è straniero? Non lo puoi dire, o comunque non lo puoi collegare ad un singolo fatto di cronaca. Puoi chiedere che vengano chiuse le palestre di MMA, pur non avendo alcun dato disponibile sulla correlazione tra lottatori e criminalità, mentre se chiedi la chiusura dei centri di accoglienza dati alla mano sei un becero populista. 

Il ritardo culturale della destra

Così funziona il sistema mediatico al tempo del pensiero unico. Il problema è che anche da queste parti si segue a ruota. Non ci si interroga sul perché un dato fatto abbia una certa rilevanza e altri simili no, si danno per buone le ricostruzioni fantasiose delle Federica Angeli di turno, e ci si scaglia a priori contro “i carnefici” già mostrificati dal mainstream. E’ una logica perdente, perché le categorie le creano gli altri, sono loro ad accollare ad una sottocultura di “destra” i quattro coatti di Artena, e così da queste parti è tutta una gara a chi si dissocia di più. “Buttate la chiave”, “dategli l’aggravante razziale anche se non c’entra nulla basta che paghino di più”, “brutti prepotenti se c’ero io vi gonfiavo”, tutto un circo social dove tra le altre cose ci si sente in dovere di difendere l’etica degli sport da combattimento. E non che questa cosa sia sbagliata in sé, ma semplicemente non è necessaria. Perché senza accorgersene si legittima e si agisce in base all’agenda stabilita dal nemico.

Davide Di Stefano

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11 comments

Uno degli aggressori di Willy? Sui social sosteneva Renzi, Di Maio, Conte e Raggi. Ma i Tg non ve lo dicono - Rassegne Italia 9 Settembre 2020 - 6:04

[…] 5 Stelle e associazioni Lgbtq. Inoltre segue Conte e l’Unicef. Adesso – suggerisce – prendete il Bignami di sociologia e infilatevelo. […]

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Uno degli assassini di Willy? Sui social sosteneva Renzi, Di Maio, Conte e Raggi. Ma i Tg non ve lo dicono – compravenditacittadina 9 Settembre 2020 - 7:19

[…] 5 Stelle e associazioni Lgbtq. Inoltre segue Conte e l’Unicef. Adesso – suggerisce – prendete il Bignami di sociologia e infilatevelo. […]

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marsilio 9 Settembre 2020 - 10:22

Che schifo solo a vedere la foto e gli atteggiamenti mi viene da vomitare

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Michele A. 10 Settembre 2020 - 8:52

Sacrosante parole, ma di quale “destra” stiamo parlando? Ne esiste qualcuna attualmente in Italia?

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Carla 10 Settembre 2020 - 9:26

Che articolo stupido e privo di contenuti. Sembra un discorso di mio nonno che si è fermato alla terza elementare.

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Filippo Limini, ucciso a botte come Willy da 3 albanesi: completamente ignorato da media, sinistra e vip - Rassegne Italia 10 Settembre 2020 - 9:45

[…] quella tragedia. Niente caccia alla strega “fascista”. Come se non fosse funzionale a improbabili disamine sociologiche, perché i picchiatori non erano immediatamente caricaturabili o almeno non corrispondevano […]

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Andy77 10 Settembre 2020 - 2:41

Sarete condannati ad essere meramente ciò che siete: degli arrampicatori di specchi che non sanno giustificare o affrancarsi dalla realtà dei fatti.
Potete cercare nel torbido ma non potete negare i seguenti fatti:
1) che gli indagati hanno fra i loro gruppi FB Lega e FdI
2) che gli indagati hanno molti post razzisti (anche il fratello maggiore non scherza)
3) che gli indagati hanno terrorizzato per anni i comuni della zona in quanto picchiatori
4) che uno degli indagati è compagno della figlia di un noto consigliere regionale che lo ha pure aiutato ad aprire il negozio di ortofrutta
5) che se il Willy non avesse tentato di far da paciere ci sarebbe un italiano bianco nella bara
6) che Willy era un cittadino italiano incensurato al contrario degli indagati
7) che Willy era l’unico con senso civico in quella mandria e per questo ci ha rimesso la pelle
Magari voi foste Federica Angeli, magari vi concentrereste su questi fatti e indaghereste davvero senza buttarla nella solita caciara del tipo “e le Foibe?” (dove per di più non rispondete su cosa hanno fatto gli italiani in Slovenia prima di essere cacciati tipo all’isola di Arbe….)
1) come mai non si è mai fatto niente prima nei confronti di queste persone
2) come mai nessuno è intervenuto durante la colluttazione per evitare che si compisse l’omicidio
3) come mai il fratello maggiore ha spento le luci per rendere più difficile decifrare le immagini delle telecamere.
4) come mai il quasi suocero di uno dei Bianchi si sia compromesso col quasi genero (il negozio l’ha avuto grazie al suo aiuto) e abbia portato la figlia in politica sapendo che con certe persone si finisce male in tutti i sensi. Nessuno può negare alla figlia di far ciò che crede ma un buon padre le farebbe capire che la strada sarà in salita senza il suo supporto e un buon politico evita molto probabili effetti negativi.
5) come mai il TG Regionale lo ha dipinto in un servizio come un eroe per aver aperto un negozio nel Post Covid. Chi lo ha segnalato per fare il servizio, perché il giornalista non ha controllato chi fosse data che il suo mestiere richiede la verifica dei fatti?
6) come mai l’allenatore di MMA contro ogni evidenza nega che i ragazzi frequentavano la palestra, e perché non li ha allontanati vedendo le loro inclinazioni? Chi pratica quegli sport capisce al volo se uno pratica MMA, boxe o arti marziali per emancipazione/spirito sportivo oppure per imparare a menare.

Questo è il ritratto di una società collusa con la violenza, che teme tali soggetti ma in segreto ambisce ad essere come loro.

E la maggioranza delle persone che ora si commuove a comando sotto sotto la pensa come chi ha commentato: “che hanno fatto di male? In fondo hanno ammazzato un negro e in fondo se l’è andata cercare” dimenticandosi che quel negro è l’unico che ha tentato di freddare gli animi e che non venisse linciato un bianco per venire linciato a sua volta nell’immobilismo più totale degli altri.

P.S. Bastia Umbra è il tipico esempio di come trattate in modo cialtrone le informazioni: dalla dinamica si evince che erano due gang che si erano trovate in un posto isolato per un regolamento di conti in cui di mezzo il razzismo non c’è, che ci sia un albanese non sposta di una virgola la questione: si sta esaltando e in modo sbagliato il concetto di farsi giustizia da se, di usare la forza e la violenza (anche verbale) per imporre il proprio pensiero, di buttare il fumo negli occhi con critiche pretestuose per imporre in modo ingannevole il proprio punto di vista o giustificarlo. Se vi piace la violenza e condannarla solo quando c’è qualcuno che non vi piace fatelo ma non fate gli ipocriti, siete più credibili quanto dite “e le Foibe?”

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Louis Vermont 12 Settembre 2020 - 10:39

Caro Andy77
Se i quattro energumeni avessero ammazzato un ragazzo bianco, lei e le mandrie imbufalite come lei, di questi signori e dell’intera vicenda in sè, non ve ne sareste fregati UN EMERITO CAZZO!
Invece con grande vostra goduria la vittima è uno che ha la melanina scura, “il povero Willy” – ma poi perché lo chiamate con il suo nome, era un vostro amico intimo? – è diventato il feticcio negro da santificare (non è una battuta: https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/09/11/news/willy-santo-subito-chiesa-in-campo-per-willy-1.39293385).
Di qui la sociologia d’accatto per innalzarvi sulle vostre ossessioni paranoiche, dal “fascismo eterno” “razzismo sistematico”, “le palestre incubatrici di violenza” “la cultura del più forte” ed altre vostre menate nevrastatiche.
E avere l’occasione ghiotta per avere un novello George Floyd nostrano per importare qui la bestialità dei BLM e degli Antifa, nella speranza vostra di poter attuare un guignol purificatore.
Caro Andy77, le parla di violenza fascista che sarebbe intimamente approvata, ma lei, PROPRIO LEI, si tradisce quando fa la battuta sulle foibe. Una battuta imbecille e lurida, ma che evidentemente lei e la sua mandria vi sentite autorizzati a fare, a scherzarci su, d’altronde si sa, le vittime delle Fobie si possono anche deridere, dopo averle fatte cadere nell’oblio per decenni. Mentre magari chi mette in dubbio la versione ufficiale di altre tragedie, a costui si apre la porta del carcere
Lei si tradisce, quando per giustificare le foibe parla di cosa hanno fatto gli italiani in Slovenia, dimenticandosi i pogrom degli slavi nei confronti degli italiani sin dal tempo dell’impero austro-ungarico.
Esiste ANCHE per lei una violenza giustificata, anche la più truce e turpe. Si può esercitare violenze su persone inermi e innocenti, su infanti, perchè tali erano le vittime delle Foibe. (E per la cronaca vi erano anche antifascisti e reduci dai lager nazisti)
Tutto questo in nome delle “sofferenze patite”, da parte di taluni gruppi umani, dal desiderio “di giustizia sociale” e naturalmente nella battaglia contro “il nazifascismo, il Male Assoluto”.
E’ la stessa mentalità che sotto sotto come afferma lei caro Andy77 vi porta a giustificare intimamente l’estremismo islamico, le belve dei BLM, le donne che sopprimono i figli, in nome della battaglia contro i mostri artificali frutto delle vostre paranoie, (“razzismo, “sessismo”, “patriarcato”) e dalle vostre vite di sofisti falliti.
La stessa che vi porterà a giustificare magari un africano che sgozza un bambino bianco perchè “noi bianchi siamo geneticamente razzisti” “noi bianchi abbiamo inflitto sofferenze ai neri””Abbiamo sfruttato e schiavizzato i neri!” “Noi bianchi meritiamo di estinguerci”.
Tutto questo in nome di un bene assoluto e di un presunto paradiso terreste senza più generi, razze, gerarchie, a contatto con una natura illibata, dove ha dignità solo voi e il pattume umano che difendete.
Una mentalità, torva, laida, lurida, pericolosa. Più pericolosa della mentalità già squallida dei quattro energumeni di Colleffero.
E’ lei caro Andy77, di questa mentalità è uno degli alfieri
Saluti, mio caro lurido imbecille.
Con (Dis)Stima
P.S.: Non si preoccupi, non voto Salvini, non frequento palestre, non ho busti del Duce, non ho mai picchiato nessuno. Non bevo neanche Mojito.

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Filippo Limini, ucciso a botte come Willy da 3 albanesi: completamente ignorato da media, sinistra e vip – compravenditacittadina 10 Settembre 2020 - 6:36

[…] quella tragedia. Niente caccia alla strega “fascista”. Come se non fosse funzionale a improbabili disamine sociologiche, perché i picchiatori non erano immediatamente caricaturabili o almeno non corrispondevano […]

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Claudio Tallarico di Foggia, via Civitale 12, come vedi non ho paura 11 Settembre 2020 - 12:16

andy/a77 MI SA che il tuo troll di riferimento di funfake non ti ha passato la roba buona oggi! forse il rider del congo sei è rifiutato! pover pirletta! son suciti fuori, han trovato sto povero cristo e lo han conciato, io ho fatto una ventina di risse le ho prese e date !

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Agitu Gudeta, niente razzismo. A ucciderla a martellate è stato il suo dipendente africano 30 Dicembre 2020 - 11:17

[…] nei confronti dei suoi vicini. Molto cinicamente forse qualcuno riteneva di poter ripetere lo schemino dell’omicidio del povero Willy Monteiro Duarte, imbastendo tutto un bailamme mediatico che ci avrebbe accompagnato almeno per due settimane. I […]

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