Washington, 8 ott – Non funziona più di tanto la scelta dell’afroamericana di sinistra come vice del candidato democratico alla Casa Bianca. Nel primo e ultimo duello tv tra i candidati alla vicepresidenza nel 2020, l’uscente Mike Pence e la senatrice dem Kamala Harris, divisi dai pannelli di plexiglass contro il virus sul palco della Kinsbury Hall della Utah University, a Salt Lake City, sono stati talmente pacati e corretti che alla fine la Harris non porta a casa il risultato. Sì, perché proprio per evitare di incappare nell’accusa di fare la “donna afroamericana arrabbiata”, stile con cui in parte ha costruito la sua carriera, la candidata dem non ha saputo mettere in difficoltà il compassatissimo Pence, che non si è scomposto più di tanto neanche quando una mosca gli è ronzata intorno per poi posarsi sulla sua testa per circa due minuti. Eppure i temi su cui scontrarsi c’erano tutti, ma – a differenza della narrazione dei vari Repubblica, che poi è la stessa fantapolitica affetta da sondaggite che dà Biden a mille mila punti di vantaggio rispetto a Trump – la Harris non è andata meglio di Pence. Al contrario, le risposte puntuali e circostanziate alle accuse della dem da parte del vice di Trump lo rendono più convincente.
Confronto corretto e pacato: sarà presto dimenticato
In verità il duello non è stato un duello ma un confronto talmente corretto e pacato che sarà immediatamente dimenticato dagli elettori Usa: i due candidati con la performance di ieri non spostano un voto – è il parere diffuso degli analisti Usa -, nonostante il sostegno social di Biden e Trump. “Kamala Harris sta dimostrando agli americani perché l’ho scelta come mia vice. E’ intelligente, ha esperienza e combatte per la classe media. Sarà una incredibile vicepresidente”, è il tweet di Biden. “Mike Pence sta facendo benissimo! Lei è una macchina da gaffe“, ha ribattuto Trump. A conti fatti però possiamo dire che Pence è andato meglio della Harris, semplicemente perché non ha funzionato lo scontro uomo-donna, bianco-nera (oltre che lo scontro dem-repubblicano).
Botta e risposta sulla pandemia
I due hanno eluso bene le domande tutte le volte che hanno voluto, complice anche il clima pacato chiesto dalla moderatrice Susan Page di Usa Today, che voleva una discussione “civile” vista la gara di insulti nel duello Trump-Biden. Su alcuni temi però c’è stato un minimo di confronto. A tenere banco, ovviamente, la pandemia. “Gli americani sono stati testimoni del più grosso fallimento di una amministrazione presidenziale nella storia del nostro Paese”, attacca la senatrice californiana, accusando Trump e Pence di aver nascosto e minimizzato la gravità del coronavirus, rinfacciandogli i 210 mila morti e gli oltre 7,5 milioni di casi. “Il presidente ha messo la salute degli americani al primo posto e ha fatto quello che nessun altro presidente ha fatto, promuovendo la più grande mobilitazione dalla seconda guerra mondiale in termini sanitari”, è la replica di Pence.
L’accusa del vicepresidente: “Tu e Biden state minando la fiducia pubblica nel vaccino in arrivo”
“E’ un privilegio essere qui con lei”, dice il vice di Trump con estrema galanteria, sottolineando la portata storica della candidatura della Harris, per poi interrompere spesso la senatrice, che piccata ha ripetuto più volte “sto parlando io”. Sempre sul fronte coronavirus, Pence accusa i dem di boicottare gli sforzi compiuti dall’amministrazione Usa: “Tu e Biden state minando la fiducia pubblica nel vaccino in arrivo“. “Lo prenderò se me lo dice Anthony Fauci, non Donald Trump“, replica stizzita la senatrice. Pence allora assesta un bel colpo affermando che Biden avrebbe “copiato” il suo piano anti-coronavirus da quello dell’amministrazione Trump.
Il confronto su economia e giustizia
Sul fronte economico, con Trump rieletto il 2021 sarà “il più grande anno per l’economia nella storia“, annuncia convinto Pence. Poi il vicepresidente accusa Biden e Harris di essere radicali di sinistra che distruggeranno ogni ripresa economica, una ripresa che è oggi “in gioco alle urne”, in particolare alzando le imposte. Per quanto riguarda la giustizia, la Harris non ha voluto chiarire se i dem abbiano intenzione aggiungere giudici alla Corte suprema, portando il numero dagli attuali 9 a 10 o 11. Pence l’ha incalzata: “Il popolo americano merita una risposta“. Ma la senatrice non ha risposto.
Scontro su aborto e ambiente
Altro scontro è stato quello sull’aborto, tornato in auge con la recente nomina della giudice cattolica fondamentalista Amy Coney Barrett alla Corte Suprema e con la maggioranza conservatrice nella Corte. Come è noto, Trump vorrebbe rivedere la legislazione sull’interruzione di gravidanza (legale in tutti gli Stati federali). Ebbene, sul diritto all’aborto la Harris ha messo in chiaro il suo sostegno al diritto delle donne di decidere, mentre Pence si è detto contrario all’interruzione di gravidanza e “pro-life”. Infine, l’ambiente. Pence punta il dito contro Biden e la Harris: danneggeranno l’industria dell’energia fossile, mettendo ad esempio al bando il fracking (tecnica con cui si estraggono petrolio e gas dalle rocce). La senatrice invece snocciola la solita narrazione sulla necessità di combattere il cambiamento climatico, questione centrale nell’agenda “gretina” dei dem. Pence si dice “fiero dell’impegno dell’amministrazione sull’ambiente”, precisando che lui e Trump “seguiranno la scienza” sul clima. Poi il vicepresidente condanna il Green New Deal – fortemente voluto dalla sinistra dem – come radicale e distruttivo. C’è da dire che la Harris in merito è molto più a sinistra di Biden – e appoggia il Black lives matter -, tanto che Trump in un tweet l’ha definita “più a sinistra di Sanders“, il radical chic ex candidato alla presidenza. Attacco portato anche da Pence, che l’ha definita “più liberal di Sanders”.
Adolfo Spezzaferro