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Credito Valtellinese: il francese Denis Dumont รจ il dominus del nuovo cda

by Salvatore Recupero
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Sondrio, 15 ott –ย L’assemblea del Credito Valtellinese ha nominato il nuovo cda dell’istituto. Ad avere la meglio รจ stato lโ€™imprenditore francese Denis Dumont che con la sua holding DGFD controlla il 5.12% della banca. La lista vincente ha ottenuto un numero di voti pari al 69,9% delle azioni rappresentate e ammesse al voto e al 45,6% del capitale sociale complessivo.
Si apre cosรฌ una nuova fase per Creval che vedrร  gli investitori stranieri farla da padrone. Vediamo perchรฉ. Lo scorso febbraio un comunicato stampaย lโ€™istituto di credito lombardo annuncia un aumento di capitale che โ€œinteressa 150mila soci e prevede l’emissione di 6.996.605.613 azioni ordinarie di nuova emissione a 0,10 euro offerte in opzione agli azionisti nel rapporto di 631 nuove azioni per ogni azione possedutaโ€. Si apre cosรฌ la strada ai fondi dโ€™investimento che non perdono lโ€™occasione per mettere le mani sullโ€™ex Banca popolare.
In quattro mesi lโ€™assetto proprietario cambia completamente. Ai piccoli risparmiatori rimane solo il 10%. Il singolo maggiore azionista รจ un hedge fund di New York, Steadfast Capital con l’8,5% del capitale. Gli altri principali azionisti: Algebris di David Serra (5,28%), Hosking Partners (5%), Crรฉdit Agricole (5%), DGFD sa dell’imprenditore francese (residente in Svizzera) Denis Dumont specializzato nella grande distribuzione con il marchio Grand Frais.
Per sancire anche simbolicamente la rottura con il passato lโ€™assemblea che ha eletto il nuovo cda si รจ svolta a Milano e non a Sondrio. Il Credito Valtellinese tradisce cosรฌ la sua โ€œfunzione socialeโ€, ossia il sostegno di tutte le attivitร  produttive con particolare riguardo a quelle minori dislocate sul territorio. Per questo era stata creata nel 1908. Le banche popolari hanno avuto un ruolo essenziale nella crescita dellโ€™economia nazionale. Certo gli ultimi anni hanno sono emersi molti episodi di cattiva amministrazione. Non per questo perรฒ bisognava buttare il bambino con lโ€™acqua sporca. Anche perchรฉ a mandare a gambe allโ€™aria alcuni istituti di credito non sono stati solo i casi di corruzione. La vera responsabile di questa crisi รจ stata la politica di aggregazione bancaria attuata dagli anni novanta fino ai giorni nostri. Gli istituti di credito locali hanno fatto la fine della rana di Esopo che si gonfiรฒ fino a scoppiare per sembrare piรน grande del bue che aveva di fronte. Un esempio su tutti quello della Banca Popolare di Vicenza che nel 2002 con il โ€œProgetto Centro Sudโ€ arriva a Palermo e a Trapani. La fine di BpVi la conosciamo tutti. Anche il Credito Valtellinese nel maggio 2018 avvia la fusione con il Credito Siciliano (controllando il 98,5% del capitale). Insomma, la lezione รจ servita a poco. E tutto questo come sempre avviene nella totale indifferenza della Banca dโ€™Italia troppo impegnata a commentare il Def o qualche altra scelta dellโ€™esecutivo.
Salvatore Recupero

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