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Crisanti non ci dà tregua: “Regioni potrebbero truccare numeri per non andare in lockdown”

by Adolfo Spezzaferro
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crisanti

Roma, 3 nov – Andrea Crisanti lancia un nuovo allarme: secondo lui le regioni potrebbero truccare i dati sui contagi per non essere costrette a chiudere. Ecco perché – va da sé – per l’esperto catastrofista ci vorrebbe il lockdown nazionale. “Se tenere aperta o chiudere una regione diventa un fatto politico, se un presidente di regione pensa che il successo politico si dimostra non chiudendo, è chiaro che ci sono mille modi per aggiustare i dati e stare sotto la soglia“, è la pesante insinuazione di Crisanti, intervenuto ad Agorà su Rai3. L’ordinario di Microbiologia dell’università di Padova ribadisce quanto detto oggi in un’intervista alla Stampa: “Posso assicurare che è possibile fare piccole manipolazioni dei dati per essere sotto soglia: basta non ricoverare o mandare a casa persone che magari stanno borderline“, sostiene. Accuse che lasciano intendere che le cifre dell’epidemia possano essere manipolate per portare l’acqua al proprio mulino.

“Milano? Andava chiusa 15 giorni fa”

Poi Crisanti afferma convinto che Milano va chiusa prima possibile e che anzi andava chiusa da tempo. Se l’ordine dei medici di Milano chiede per la città un lockdown immediato, “sono d’accordo. Penso che dovremmo usare indicatori più precoci tempestivi di gravità, perché quando ci sono 9 mila casi al giorno, il sistema sanitario non è più in grado di fronteggiare la situazione”. Insomma, “si doveva pensare a chiudere in maniera mirata determinate zone 15 giorni fa, e non saremmo a questo punto. Questi indicatori in fase di definizione – sottolinea il microbiologo anche in merito alle misure allo studio per il prossimo Dpcm – come ad esempio il numero dei posti letto occupati in terapia intensiva, sono tutti indicatori tardivi. Si va in terapia intensiva 10-15 giorni dopo che ci si è infettati”, dunque “questi indicatori leggono una situazione di 15 giorni prima”.

“Vera sfida è evitare la terza ondata”

Crisanti comunque non ha dubbi: “La vera sfida in questo momento è evitare la terza ondata. Penso che l’agenda politica dovrebbe essere quella di preparare un piano nazionale per consolidare i risultati di queste nuove misure di restrizione, altrimenti a febbraio ci ritroveremo nella stessa situazione”. E di che cosa sta parlando? Ovviamente di una nuova serrata generale. “Se noi adesso adottiamo un lockdown estremamente rigido, in sei settimane, probabilmente a ridosso di Natale, i casi diminuiranno, ma poi ci saranno mille pressioni per rimuovere queste misure. A Natale tutti vorranno andare in vacanza, a cena fuori, a trovare amici e parenti, e a febbraio ci ritroveremo nella stessa situazione“. In conclusione, “il problema è che non si può andare avanti con misure di restrizione per mesi e mesi. Nessun reset fa effetto se non abbiamo un piano per impedire che i casi risalgono e per consolidare i risultati di qualsiasi misura”, sostiene Crisanti. In sostanza, per l’esperto sarebbe meglio chiudere tutto per mesi.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Lapaliss 3 Novembre 2020 - 11:25

Crisanti è un ENTOMOLOGO specializzato in ZANZARE.
Detto ciò, ha ragione: I DATI DEI TEST SONO TRUCCATI ma al rialzo: secondo le ditte produttrici dei test, amplificare più di 35 volte il test porta soltanto a dei falsi, in Italia il Governo IMPONE amplificazioni di 40 volte, dunque il Governo VUOLE dei FALSI, per poi avere la scusa per chiudere tutto.
Qui le FAQ della ditta produttrice del test che ve lo spiega:
https://www.qiagen.com/us/resources/faq?id=25fdb628-8670-41c2-9e50-b2fc5e88b9e9&lang=en

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