Roma, 13 giu – Belli i tempi di don Camillo, quando il parroco prendeva a ceffoni il capo dei comunisti, Peppone, in segno d’amicizia e per insegnargli le buone maniere. Buone maniere che non coincidevano con le sue idee, nossignore, piuttosto con l’onestà intellettuale che dovrebbe contraddistinguere ogni essere umano voglioso di esprimersi sulla scena pubblica. Ad oggi, pare sia merce rara. E in fondo anche l’allora Peppone, divenuto poi senatore comunista, tornava sempre sulla retta via ascoltando le parole e le labbrate del suo amico don Camillo.
In questi tempi incerti composti da maramaldi e sbruffoni senza arte né parte, pure preti e simili sono venuti meno: il cardinale Ravasi ha avuto la brillante idea di commentare la chiusura dei porti italiani, e il respingimento dell’Aquarius, col passo del Vangelo secondo Matteo “ero straniero e non mi avete accolto”, dimenticandosi sia la secolarizzazione conseguita in questa parte di mondo che dovrebbe indurlo a tenere le sue perle di saggezza per sé stesso e, soprattutto, il numero di immigrati irregolari accolti negli ultimi tre/quattro anni che oscilla tra le 600mila e le 700mila unità. Irrisolto rimane il mistero su come mai il Vaticano rimanga una fortezza inespugnabile protetta da alte mura e in cui nessuno può metter piede. O l’attico del suo collega Bertone risulta inadatto ad ospitare qualcuno dei negretti che fanno capolino sulle nostre coste? Prima di fare la morale, seduti comodamente su una poltroncina foderata di pelle, dovrebbero verificare di poterselo permettere, altrimenti finiscono per fare la figura di quelli che fanno “i froci coi culi degli altri”. Tanto per rimanere in tema, vista la sceneggiata chiamata Gay Pride appena passata.
Scendendo di livello, ma non in fatto di irresponsabilità, a Pistoia il parroco don Massimo Biancalani, già tristemente noto per gli immigrati portati in piscina e per le invettive contro i maledetti fascisti e razzisti, ha messo a disposizione i locali della sua parrocchia per ospitare parte degli immigrati presenti sull’Aquarius. Sorvolando sul fatto che non può certo essere un privato cittadino a farsi carico di problematiche simili, è bene ricordare che il suddetto prete è da circa un anno nell’occhio del ciclone sia per le sue esternazioni intrise d’odio (verso persone come noi) e sia per il caos totale in cui versano i locali della sua parrocchia utilizzati come centro d’accoglienza dalla cooperativa da lui appositamente creata. Svariati immigrati da lui accolti sono stati arrestati per spaccio, e uno di questi utilizzava le sue giornate per vendere abusivamente merce (in arte: vù cumprà) con somma soddisfazione di don Biancalani, il quale gli dava pacche sulle spalle chiedendogli al tramonto come fossero andati gli affari della giorno. Il parroco ha aperto in seno alla sua parrocchia un pizzeria chiamata “Pizzeria del rifugiato” in cui fa lavorare gli immigrati accolti. Mancano scontrini, mancano assicurazioni, e il tutto viene giustificato con un progetto buonista senza costrutto e senza un futuro, facendo credere a quei ragazzi che sia questo il modo per garantirsi una vita vera e seria. Nessuno gli ha mai fatto ascoltare le parole dei parroci che lavorano in Medio Oriente e che supplicano l’Italia di piantarla con questo effetto calamita esercitato sulle migliori forze lavorative e intellettive di cui quei paesi dispongono: i loro giovani, cioè coloro che, abbandonando quella terra, la condannano all’oblio.
Ma a don Biancalani poco importa, anzi forse zero, perché per lui ciò che conta è ripetere a pappagallo tre frasi di Papa Francesco sull’accoglienza, ottemperando poi letteralmente a quanto da lui detto. Siccome non tutti sono irretiti dalla propaganda mondialista secondo cui i confini sono solo righe disegnate, il vescovo di Pistoia ha severamente redarguito don Massimo sia quando invitò gli immigrati a pregare Allah in chiesa, all’insegna del concetto “volemose bene” che neanche Platone sarebbe riuscito a partorire data la sua profondità, e sia quando invitò la signora Boldrini a tenere un comizio dall’altare della sua chiesa. Siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dopo questo meeting à la page, il prete ha pure invitato per i soliti motivi la signora Kyenge, ovvero la mitomane che si sogna i razzisti che le tirano la cacca sul muro di casa sua: era il vicino esasperato per le feci lasciate dal cane dell’ex ministro dell’integrazione sulla pista ciclabile. Gente, insomma, provvista di uno spessore culturale di cui noi altri poveri scemi non possiamo proprio fare a meno.
Grazie al cielo il ministro Salvini non presta orecchio alle proposte insensate avanzate dai preti e dai cardinali con troppo tempo libero. Tira dritto e non si guarda alle spalle, lasciando che i bulli da strapazzo alla Saviano e alla Varoufakis (il comunista che da Fazio prese mille euro al minuto per raccontare ovvietà) proseguano nel loro cammino verso il sol dell’avvenire: il loro trasferimento definitivo tramite Ong in qualche terzo o quarto o quinto mondo dove potranno dare sfogo alla loro filantropia. Evitando di prestare orecchio a questi ciarlatani, Salvini eviterà anche che don Biancalani, e la truppa di esaltati che gli regge il moccolo e che si fa chiamare Assemblea permanente antifascista e antirazzista, raggiunga definitivamente il suo scopo: ultimare la colonizzazione dell’Italia e dell’Europa, essendo rimasto l’unico modo per minare alle basi il sistema occidentale capitalistico e liberale che sostanzia la vita del nostro paese e che rende questo spicchio di mondo il luogo ove si sono raggiunge le maggiori vette in fatto di benessere.
Dispiace per loro, ma la dittatura del proletariato impoveriva, devastava e massacrava, e le persone fuggivano da Berlino est verso Berlino ovest. Se ne facciano una ragione: sono falliti come i loro progetti. E sono oltretutto talmente ipocriti e banali che nel 2011 facevano il tifo per il premio nobel per la pace Obama mentre destabilizzava con Sarcozy la Libia, innescando così quella reazione a catena chiamata Primavera Araba che i nostri compagnucci definivano come un nuovo 25 aprile, mentre oggi nei talk show accusano l’allora maggioranza di destra di aver appoggiato l’infame attacco a Gheddafi. Dunque: oltre alla faccia di bronzo, sono pure bugiardi fino al midollo. Un tempo, in Botteghe oscure, la classe dirigente veniva selezionata più efficacemente.
Una postilla: Macron ci ha definiti cinici e vomitevoli. Proponiamo di rispondergli con #jesuisvomitevole. Con la speranza che la sua anziana compagna ed ex insegnante lo bacchetti con maggior vigore, perché la storia va studiata e imparata. Au revoir monsieur le Président.
Lorenzo Zuppini
2 comments
Questo personaggio inqualificabile,nauseabondo e inverecondo , deve tacere,questo pseudo prete , razzista e xenofobo contro gli italiani , deve pensare ai suoi amati negri africani spacciatori e portarli in aereoporto con biglietto di sola andata per le terre africane , in modo tale che questo sodomita ci possa risparmiare le sue solite scene penose e imbarazzanti……….se un qualsiasi italiano avesse aperto una pizzeria come la sua , i piddini avrebbero gridato allo scandalo ed alla pubblica vergogna…………scordavo , ai piddini interessano solo i neri , i rom e altra fecciaglia varia……noi sudditi italioti possiamo morire………auguri.
una cosa comunque è abbastanza singolare su questo don comesichiama,ossia che venga difeso a spada tratta solo e soltanto da comunisti più o meno dichiarati,ossia quelli che nella loro “dottrina” madre,vedevano la religione come “l’oppio dei popoli” ed una volta in Toscana proprio”ammazzapreti”
per definizione.
una piccola domanda retorica a questo punto; se questo don comesichiama anzichè atletici rambo africani ospitasse – a spese nostre beninteso – una decina di “sventole” ucraine biondissime,troverebbe ugualmente difesa da quei suoi compagni sinistrati ? e pensare che nel Donbass in Ucraina quattro anni di guerra hanno portato la conta dei morti a oltre diecimila Caduti.