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Due anni fa il terremoto nel Centro Italia. La ricostruzione procede ma a rilento

by La Redazione
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Amatrice, 24 ago – Nella notte del 24 agosto 2016 un violento terremoto ha scosso il Centro Italia. Per il secondo anniversario della tragedia, le comunità colpite si sono raccolte per ricordare i 299 morti. Sono state organizzate delle veglie ad Arquata del Tronto (e nelle frazioni) e ad Amatrice, due dei paesi più duramente colpiti dal sisma. Erano presenti rispettivamente il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio. Alle 3:36, l’ora della prima scossa, c’è stato il ricordo delle vittime: i rintocchi di campana hanno accompagnato la lettura dei nomi di chi quella notte ha perso la vita. Dopo la commemorazione e le preghiere, un arquatano ha esortato Conte: “Ora diamogli sotto“. Il presidente del Consiglio ha annuito, come a dire “sì, lo faremo”.
Conte ha partecipato alla fiaccolata e alla messa a Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto. Nel campo giochi, dove nel 2016 vennero poste le salme estratte dalle macerie, sono state commemorate le 52 vittime del sisma. Centinaia le persone presenti, tra loro anche alcuni soccorritori che intervennero dopo le scosse. Durante la messa, il vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole, ha chiesto di costruire case “in modo che non ci facciano più paura”, una ricostruzione che non sia “maquillage”. Alla fine Conte si è fermato a parlare con alcuni familiari delle vittime e un comitato di terremotati.
Veglia in ricordo delle vittime e fiaccolata anche ad Amatrice. Affollatissimo il tendone allestito nell’area che ospitava l’Istituto alberghiero. Il corteo che si è snodato tra le vie del centro laziale ha raggiunto ciò che resta della chiesa di Sant’Agostino, dove sono stati letti i nomi delle 239 vittime del terremoto, e alle 3:36 è arrivato al memoriale di parco Padre Minozzi. Nel corteo, oltre alle autorità locali, era presente anche il vicepremier Di Maio (che indossava la felpa con la scritta “Amatrice”).
Intanto si va avanti con la ricostruzione. Secondo le cifre fornite nei giorni scorsi dal commissario per la ricostruzione Paola De Micheli, lo Stato ha già investito 252,3 milioni di euro per la ricostruzione dell’area a cavallo tra il Lazio e le Marche, al netto dei soldi già spesi per la prima emergenza. “I numeri dimostrano che la ricostruzione è partita”, ha commentato all’Ansa il commissario De Micheli, “sia pure tra difficoltà molte delle quali legate alla situazione idrogeologica del territorio che stiamo cercando di superare. Lo Stato e tutte le istituzioni pubbliche sono impegnate senza risparmio di energie per restituire speranza alle comunità colpite dal terremoto del 2016”.
Per quanto riguarda l’assistenza alla popolazione, dai dati della Protezione civile risulta che sono state consegnate 537 casette (le Sae, Soluzioni abitative d’emergenza) al comune di Amatrice, 200 a quello di Accumuli e 201 a quello di Arquata del Tronto. A oggi restano ancora 55 persone ancora ospitate in hotel o in strutture predisposte ad hoc dopo il sisma.
Ma se Amatrice sta provando a rinascere, gli altri paesi della zona non sono così fortunati. Spesso, come accaduto a Pescara del Tronto, sono ancora ridotti a un cumulo di macerie, mentre gli abitanti si trovano ancora nel villaggio delle Sae costruito sulla via Salaria.
A rallentare la ricostruzione ci si mette anche la burocrazia. Infatti, i soldi ci sono, ma le lungaggini tecniche e burocratiche bloccano i progetti. Per quanto riguarda i fondi raccolti con gli sms di solidarietà 34 milioni di euro – sono destinati al finanziamento di 17 progetti. Ebbene, finora – a distanza di due anni – ne è stato realizzato soltanto uno: la scuola di Pieve Torina, e i soldi sono stati anticipati dalla Regione Marche perché a quanto pare non è così semplice attingere dal fondo solidale degli sms.

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