Roma, 2 mag — Quando la realtà supera qualsiasi film dell’orrore: ha fatto il giro del mondo lo sconvolgente fatto di cronaca nera che arriva dall’Egitto e ha visto come protagonista una donna di 30 anni che, secondo i media locali, avrebbe ucciso il figlio di 5 anni per poi smembrarlo e mangiarlo parzialmente. I resti del piccolo sono stati trovati in una pentola. La 30enne è finita in carcere.

Egitto, mamma strangola bimbo di cinque anni e lo fa a pezzi

Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa egiziana Masrawy la donna, dopo aver fatto a pezzi il corpicino senza vita del bimbo, ne avrebbe conservato delle parti per cibarsene. L’episodio ha avuto luogo nel villaggio di Abu Shibli del governatorato di Sharkia nel nord dell’Egitto. A scoprire il delitto è stato un conoscente dell’assassina, insospettito perché quest’ultima continuava a dissuaderlo dal venirla a trovare nella propria abitazione. L’uomo aveva segnalato le proprie preoccupazioni alla polizia del distretto di Fagous il 28 aprile scorso. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti la donna, Hanaa, avrebbe ucciso il figlio strangolandolo. Poi lo avrebbe fatto a pezzi con una mannaia e avrebbe riempito alcuni secchi con le parti smembrate della vittima.

Smembrato e cannibalizzato

Le mostruosità non terminano con lo smembramento del piccino. La donna avrebbe in seguito cucinato e mangiato alcune parti del corpo del bimbo, «per tenerlo sempre con sé», come avrebbe riferito nel corso di uno degli interrogatori. La cannibale è stata condotta dalle autorità sul luogo delle atrocità il giorno dopo la macabra scoperta, dove ha ricostruito le fasi dell’omicidio e dello scempio compiuto sul corpo del bambino. Hanaa ha confessato l’omicidio di fronte al pubblico ministero. Stando a quanto riportato dalle cronache locali la donna soffriva di gravi disturbi mentali che si erano acuiti dopo la separazione dal marito, avvenuta nel 2020.

Un caso che ne ricorda un altro simile, avvenuto nel Kerala, nel sud dell’India: era il 2022 e una coppia, manipolata da un santone, aveva ucciso e mangiato due turiste illudendosi di poter trovare ricchezza ed eterna giovinezza.

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. Carne della tua carne, sangue del tuo sangue… massimo della compatibilità, materialmente parlando. Un chiaro esempio del degrado logico che può avere certa “umanità”.

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