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Epidemia colposa: a Caltanissetta “untore” uscito a fare la spesa. Rischia fino a 12 anni

by Adolfo Spezzaferro
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Caltanissetta, 3 apr – Epidemia colposa: è il reato contestato a un cittadino nisseno positivo al coronavirus, sorpreso mentre era fuori casa. Dimesso da poche ore dal reparto malattie infettive dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, il soggetto in questione non ha rispettato l’obbligo di permanenza domiciliare imposto dalle autorità sanitarie ed è stato denunciato dalla Digos della questura locale.

L'”untore” era andato a fare la spesa

L’uomo, che risulta clinicamente guarito, è ancora positivo al coronavirus. In quanto asintomatico, l’ospedale lo ha dimesso e ha disposto il suo trasferimento a casa, con ambulanza protetta del 118, dove doveva rimanere in quarantena, isolato anche dai suoi familiari. Ma poche ore durante un controllo della polizia in strada, alcuni agenti lo hanno riconosciuto e fermato. Per tutta risposta l'”untore” ha detto di essere uscito di casa per comprare generi alimentari. La pena prevista dal codice penale per epidemia colposa è la reclusione da uno a cinque anni, che aumenta da tre a dodici anni se tale condotta causa la morte di persone.

Che cosa prevede il codice penale

Nel dettaglio, secondo il codice penale “la pena prevista per tale reato è della reclusione da uno a cinque anni, se la condotta cagiona un’epidemia, e della reclusione da tre a dodici anni, se l’epidemia cagiona la morte di persone. Trattandosi di un reato di pericolo, per la sua punibilità, non si esige la realizzazione di un pericolo concreto per la salute pubblica, essendo sufficiente che la condotta del trasgressore abbia in sé l’attitudine a produrre nocumento alla salute pubblica”. Insomma, è sufficiente essere positivi e andare in giro per essere condannati per aver messo in pericolo la cittadinanza.

Viminale: il 1 aprile controllate 246 mila persone, oltre 7 mila tra denunciati e sanzionati

Intanto proseguono i controlli a tappeto per far rispettare le restrizioni sugli spostamenti imposte dai decreti anti coronavirus. Secondo i dati del Viminale, il 1 aprile le Forze di polizia hanno controllato 246.365 persone e 95.881 esercizi commerciali e attività. Le persone sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti sono state 7.080; le persone denunciate per false ​attestazioni nell’autodichiarazione sono state 113 e quelle denunciate per violazione della quarantena 19. I titolari di esercizi commerciali sanzionati sono stati 145 e 28 i provvedimenti di chiusura delle attività.​ Dall’11 marzo (entrata in vigore delle restrizioni) al 1 aprile (ultimo aggiornamento disponibile) sono state controllate in totale 4.128.795 persone e 1.849.293 esercizi commerciali.

Adolfo Spezzaferro

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