Home » Firenze, nella città di Dante inaugurano gli alberghi “muslim friendly”

Firenze, nella città di Dante inaugurano gli alberghi “muslim friendly”

by admin
1 commento

Firenze, 24 set – La logica di mercato ha sempre una sua dignità. Soddisfare i bisogni del consumatore, se non addirittura anticiparli, è cosa per molti ma non per tutti. Il benessere e la ricchezza non si creano a chiacchiere ma coi fatti. Detto ciò, poco ci importa della scelta fatta da una quindicina di alberghi extra lusso siti a Firenze di divenire “muslim friendly”, ovvero di soddisfare le richieste più o meno palesi della clientela di religione mussulmana che, come tutti sappiamo, è tenuta a seguire rigide regole comportamentali. Si parla dell’assenza di alcool nei frigoriferi, dell’utilizzo di solo cibo halal, di camere costruite su misura per uomini che si presentino con più mogli e tappeti muniti di bussola per potersi prostrare correttamente verso la mecca nei cinque appuntamenti quotidiani per pregare. Si chiama Islam di lusso, e sono i sauditi sorridenti che spendono fino a centomila euro l’anno per stare in vacanza. Nella solita città di Dante, è stata da poco inaugurata la prima palestra per donne mussulmane, nella quale supponiamo possano accedere solo signore e signorine.
Mi correggo: poco ci importa della scelta imprenditoriale in sé, la rispettiamo e la comprendiamo. Più interessante è invece la motivazione addotta da Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Confcommercio Firenze, secondo cui “abbiamo collaborato con la Regione Toscana e con l’Imam di Firenze per capire come attrezzare le nostre strutture. Al momento hanno aderito quindici hotel a 4 e 5 stelle ma siamo sicuri che diventeranno molti di più. Stiamo cercando anche di formare le strutture ricettive ad accogliere la clientela musulmana, altre città nel mondo sono già all’avanguardia. Penso che l’ospitalità passi anche dall’integrazione”. Quella che viene chiamata genericamente Regione Toscana porta in realtà il nome di Enrico Rossi, presidente attivissimo nell’esperimento del pluriculturalismo e dell’immigrazionismo, tanto che quando poche settimane fa venne imposto a don Biancalani di Pistoia di cessare la sua attività d’accoglienza per la inidoneità della struttura, il sior Rossi si precipitò nella sua parrocchia col muso lungo e concordando col prete sulla necessità di resistere. Fissazione sulla resistenza a parte, qui nessuno attacca il prete o il presidente, ma la legge, se non seguita, comporta delle conseguenza anche se si è impegnati nell’applicazione dei dettami bergogliani. Eppoi.
Eppoi l’Imam di Firenze è tale Izzedin Elzir, già presidente dell’Ucoii, ovvero dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia. V’è da dire intanto che la carica di Imam significa tutti e significa niente. Solitamente, diviene Imam chi è dotto, ma è del tutto peregrina l’idea che tale carica significhi rappresentanza della popolazione mussulmana. Un Imam, difatti, non è eletto da nessuno, ma si dichiara tale dopo aver creato da un notaio un soggetto giuridico di tipo culturale e non cultuale, cioè dedito ad un lavoro inerente alla cultura e non al culto di una qualche confessione religiosa. Quelle che molto spesso vengono definite moschee, in realtà sulla carta sono centri culturali. Questo perché l’Islam, pur essendo la seconda religione in Italia, è l’unica a non aver stipulato un’intesa con lo Stato come invece prevede la Costituzione. Dunque, ciò che dice o fa un Imam può tranquillamente avere valore pari a zero. Essere presidente dell’Ucoii, al contrario, ha un valore enorme soprattutto per ciò che l’Ucoii rappresenta. Basta andare su Wikipedia e leggere di cosa si tratta per farsi un quadro abbastanza nitido sulla storia e i fini di questo movimento. L’Ucoii gestisce ottanta moschee e trecento luoghi di culto non riconosciuti. Nasce nel 1990 dalla fusione di svariati gruppi tra cui l’Unione degli studenti mussulmani in Italia, molto vicini ai Fratelli Musulmani, e quello di Hamza Roberto Piccardo, ex militante di Autonomia Operaia. Il legame ideologico tra un gruppo comunista extraparlamentare e i Fratelli Musulmani è preoccupante e conferma ciò che raccontiamo noi da tempo: la sinistra ha trovato un’isola d’approdo nell’ideologia del pluriculturalismo a maggior ragione se la cultura entrante tende a sostituirsi a quella accogliente. Il “sistema” italiano e occidentale che la sinistra sessantottina voleva distruggere con la sua fallita rivoluzione, oggi sta traballando grazie al progetto di sostituzione numerica e culturale che costoro appoggiano.
Rimanete su Wikipedia e andate a leggere cosa sono i Fratelli Musulmani. Sono una delle più “importanti organizzazioni islamiste del mondo con approccio di tipo politico all’islam”. Sono stati dichiarati fuori legge, perché considerati un’organizzazione terroristica, dai governi di Bahrain, Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan. Godono invece di cospicui finanziamenti da parte di Tuschia e Qatar. “Il movimento sostiene di proseguire la democrazia islamica”, che in soldoni significa che la legge deve basarsi esclusivamente sulla sharia, la legge islamica. Fautori dell’islamismo politico e del fondamentalismo islamico, quindi di un’osservanza letterale del testo coranico, “i Fratelli Musulmani si oppongono alla secolarizzazione delle nazioni islamiche, in favore di un’osservanza più ligia del Corano”. Carina è anche la loro immagine di presentazione: su sfondo verde, due spade incrociate con il Corano al centro.
Tirando le somme, il presidente di Confcommercio e Federalberghi è sceso a patti con un soggetto – Enrico Rossi – che ritiene la convivenza con questi gruppi un serio arricchimento, e con un altro soggetto – l’Imam di Firenze – che rappresenta la succursale italiana di un movimento islamista globale secondo cui tale arricchimento consiste nel porre il Corano al centro della vita di ognuno di noi. Punto e basta. A queste condizioni, cari presidenti e cari albergatori a cinque stelle, converrebbe parlare di cancellazione e non di arricchimento o integrazione. Se il fine deve esser quello di penetrare lentamente nelle carni della società italiana facendo accettare sempre più ciò che non ci appartiene, la risposta può esser una sola: andatelo a fare a casa vostra.
Lorenzo Zuppini

You may also like

1 commento

Raffo 24 Settembre 2018 - 9:51

Come al solito la lurida latrina cumunistoide puzza tutta allo stesso modo………..gay friendly,rom friendly, ermafroditi friendly, maomettani friendly………..gli italiani nel cesso ovviamente……….sul governatore toscano, vecchio arnese cumunista, speriamo possa trovare pace su un barcone diretto in Africa ……….. in vacanza eterna ovviamente.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati