Home » Ghali canta: “Sono un italiano vero”. E parte il delirio etno-masochista della sinistra

Ghali canta: “Sono un italiano vero”. E parte il delirio etno-masochista della sinistra

by Michele Iozzino
0 commento
Ghali

Roma, 10 feb – Nella serata delle cover del Festival di Sanremo il rapper di origini tunisine Ghali canta un medley in cui prima si esibisce in arabo e poi cita L’italiano di Toto Cutugno. Alla solita sinistra etno-masochista basta tutto questo per gridare al capolavoro.

L’esibizione al Festiva di Sanremo

A leggere certa carta stampata sempre di aver assistito ad un evento unico, per certi versi storici: l’oscurantismo e il razzismo cancellati dal palco dell’Ariston. I problemi dell’Italia evaporati, una formula magica che salva e redime. L’appellativo di “principe mediterraneo” con cui titola Annalisa Cuzzocrea per La stampa sembra perfino troppo poco, a questo punto meglio “messia”. La giornalista nel suo articolo tratteggia le tenebre in cui viviamo, proseguendo l’immagine di una cultura in mano alle orde barbariche della destra: “La Rai sovranista, il nuovo corso anti migranti, il dominio della paura contro il coraggio dell’accoglienza”. Contro tutto questo “un’idea semplice e luminosa”, quella di Ghali che dice “Lasciatemi cantare / Perché ne sono fiero /Sono un italiano / Un italiano vero”. Proprio lui, con la sua “grazia nobile” e “quei dreadlock, quella voce, quell’eleganza, quello sguardo”, cantore della nuova italianità, lui – il sommo – che “finanzia una ong che salva vite in mare senza dirlo troppo ad alta voce”.

Non c’è italiano più vero di Ghali

La Cuzzocrea chiosa: “Non c’è italiano più vero di Ghali, che canta e abbatte steccati immaginari. Non c’è italiano più vero perché l’Italia è da sempre intreccio di popoli e culture. Basta un libro di storia di quinta elementare, se serve ripassare”. È sufficiente avere origini allogene ma sentirsi italiano per essere il più vero degli italiano, più vero di tutti gli eroi che l’Italia ha avuto nella sua millenaria storia, più vero di quanti da italiani pagarono con il martirio la propria identità. Oltre a redimerci, la nuova italianità senza frontiere di Ghali infantilizza. Così non serve altro che un libro di quinta elementare, semplificando e sognando, riducendosi alle più abusate banalità, dimenticandosi che l’Italia non è un accidente o un guazzabuglio. A dirla tutta, quella a cui si appella Ghali richiamando Toto Cutugno non è nemmeno l’Italia migliore, ma immalinconita e immiserita che non sa più concepire la propria grandezza. E come ricorda Giovanni Papini: “La fulgidezza della civiltà italiana è opera, per la massima parte, degli avi e dei padri e possiamo menarne vanto solo a patto di accrescerla.

Michele Iozzino

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati