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Kiev, da guerra lampo a possibile pantano. L’esercito russo entra a Karkhiv

by Stelio Fergola
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Kiev contenimento esercito russo

Roma, 27 feb – A Kiev l’esercito russo viene contenuto in un modo o nell’altro. Sembrava una “guerra lampo”, con i soldati di Vladimir Putin che arrivano in meno di 24 ore alle porte della capitale ucraina. Ma vari fattori stanno prolungando un assedio di cui è ancora impossibile prevedere gli sviluppi, almeno nel breve periodo. Nel frattempo, l’esercito russo entra Karkhiv, come si apprende dall’Ansa.

Kiev, resistenza all’esercito russo: possibile pantano?

È la fase dei punti interrogativi e non certo delle sentenze. Troppo presto, davvero, per emetterne. La velocità con cui le armate russe erano giunte a Kiev lasciava pensare a un chiusura rapida del conflitto. D’altronde, l’obiettivo di Mosca era quello: chiudere la questione il più rapidamente possibile, per trattare il prima possibile e ottenere un governo filorusso con la medesima velocità. Ma dopo tre giorni di guerra, Kiev resiste. Resiste sulla spinta quasi folle del presidente Zelensky ad armare cittadini senza alcuna esperienza di guerra, e resiste – anche – sulla scorta di copiosi aiuti militari e finanziari occidentali. Solo da parte americana, Joe Biden ha assicurato sostegno armato per circa seicento milioni di dollari: non è poco, considerando che siamo appena all’inizio.

Senza essere dei fini esperti di tattica militare, comunque, si potrebbe dedurre che il vantaggio numerico delle forze in campo (secondo i numeri raccolti da Tgcom24, tra riservisti e soldati regolari, di un ammontare che può superare i tre milioni di unità da parte russa, contro appena più di un milione da parte ucraina, e con il capo del governo di Kiev che, come dicevamo, chiede a cittadini comuni di combattere), alla lunga potrebbe pendere verso Mosca. Certo, alla lunga. Ovvero ciò che è quanto più lontano possibile dagli interessi del Cremlino.

I soldati russi entrano a Karkhiv, e arrivano altri carri armati

Le forze russe sono entrate a Kharkiv, secondo la Bbc, riportando le parole dell’amministratore regionale Oleg Sinegubov. Si tratta della seconda città più grande dell’Ucraina. E l’esercito del Cremlino fa entrare nel paese altri carri armati e lanciarazzi, segno evidente che, da Mosca, si sta “spingendo” decisamente. E che gli intoppi siano superiori al previsto. Da parte occidentale, in questo momento, quasi si esulta, almeno a parole. E così il ministero della Difesa britannico posta su Twitter un aggiornamento, secondo il quale le forze russe “non stanno facendo i progressi che avevano pianificato, affrontano problemi logistici e una forte resistenza da parte degli ucraini”. I russi, inoltre “hanno subito perdite e alcuni sono stati fatti prigionieri”. Un po’ ingenua, forse, l’altra precisazione del ministero britannico sull’occultamento di alcuni social media da parte del governo russo,  “nel tentativo di nascondere i dettagli sull’operazione in Ucraina alla propria popolazione”.

Stelio Fergola

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2 comments

fabio crociato 27 Febbraio 2022 - 11:45

I russi conoscono bene i loro “polli” che dovevano diventare i “ns.polli” e per ora storie infami come Dresda, Nagasaki ed Hiroshima sembrano ancora lontane… se Dio vuole. Intanto parliamo di Odessa della quale non si vuole dire nulla. Ma è decisiva con la Transnistria limitrofa. Per inciso, qualcuno riesce a chiedersi come fa il sottoscritto, come mai alla Moldavia hanno fottuto… il mare! Guardando la cartina del Mar Nero è quasi un rebus. Particolari direte, ma…

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cladion76 27 Febbraio 2022 - 12:28

La lentezza con cui i russi si muovono non dipende tanto dalla resistenza dell’esercito ucraino e delle bande nazionaliste, quanto dall’ordine impartito da Putin di non fare vittime tra i civili. Gli ucraini sono a conoscenza di questo ordine, per cui hanno installato l’artiglieria tra le vie di Kharkiv ed ora i russi sono costretti a stanare i “vespai” centimetro per centimetro. Se fossero stati inglesi o statunitensi si sarebbero mossi certo più velocemente, poiché avrebbero semplicemente raso al suolo la città con tutti noi dentro. Vivo a Kharkiv e seguo la situazione come testimone diretto.

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