Roma, 15 nov – “Incolpevole è solo il non fatto, come l’essere di una pietra, ma neppur quello di un fanciullo”, diceva Hegel, che non aveva certo il problema di parlare per luoghi comuni (aveva semmai il problema opposto, ma questo è un altro discorso). Si risparmiava, di conseguenza, tutte le tirate zuccherose sulla “innocenza” dei bambini, concetto che invece oggi riesce a unire apocalittici e integrati, conformisti e pretesi eretici, comunicatori istituzionali e sgrammaticati indignati di facebook.
L’ultima boiata del genere arriva, neanche a dirlo, dal mondo del calcio. Come noto, infatti, la Juventus giocherà in casa contro Udinese e Sassuolo, in dicembre, con le curve vuote a causa dei cori di “discriminazione territoriale” che sarebbero stati intonati in varie circostanze dagli ultras bianconeri. Da qui l’idea geniale della società torinese: riempire di ragazzi delle scuole il settore chiuso, chiedendo una deroga alla Figc dato che le norme attuali non lo prevedono.
L’idea piace al presidente del Coni Giovanni Malagò: “La trovo una bellissima idea, adesso bisogna che in qualche modo le società che ospitano e la Lega, affrontino un problema di tipo normativo, però mi piace molto. E’ un bel segnale. E’ un pochino come quando si confiscano i beni alla mafia”.
A parte quest’ultima enormità che tutto confonde, stragi e cori, senza un barlume di lucidità, a parte il controsenso di invocare con piglio inflessibile l’applicazione della legge e chiedere poi una deroga alla stessa, ciò che colpisce è l’approccio puramente retorico alla questione. C’è una curva “colpevole”? Espiamo riempiendola di bambini, che invece sono “innocenti”. È il grado zero della riflessione, come se non esistesse un problema di definizione del reato (cos’è discriminazione e cosa no?) o uno relativo all’equità della misura (perché chi è regolarmente abbonato e non fa cori deve essere punito?).
Tutto si annulla di fronte all’uso strumentale dei bambini. Come se i cori, le prese in giro, le zuffe, persino le discriminazioni non fossero esperienza quotidiana in età infantile. I bambini, in realtà, non sono “innocenti”, qualsiasi cosa ciò possa voler dire. Sono semplicemente indifesi e quindi necessitano di cure e tutele differenti, ma questo è un altro paio di maniche. L’etologia già da tempo ha dimostrato che meccanismi come la territorialità, l’aggressività, la gerarchia sono innati negli uomini e quindi presenti fin dalla più tenera età. Insomma, la scienza ha già da tempo fatto a pezzi Rousseau. Il problema è che lui si è riciclato facendosi eleggere ai vertici del nostro sport.
Adriano Scianca