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“Ma quali ribelli: dai Clash agli U2, tutti socialisti figli del sistema!” Parola di Johnny Rotten

by Andrea Bonazza
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Roma, 26 gen – “Fai tutto ciò che gli altri odiano” diceva nel ’77 l’inventore commerciale dello stile punk, Malcolm Mc Laren, creando una delle filosofie di vita più controcorrente della storia musicale. Ma cosa succede quando invece sono gli “altri” che fanno infuriare una vecchia icona del punk come il celebre cantante dei Sex Pistols? La risposta arriva direttamente da Johnny Rotten. Ieri teppistello inglese e frontman della punk-band per eccellenza, oggi acclamato opinionista e critico musicale, John Lydon non ha peli sulla lingua nei confronti dei musicisti giudicati da lui stesso “ipocriti, incoerenti e noiosi”. Mai omologata, dalla vecchia voce dei Pistols arriva una tempesta irriverente di insulti divertenti e critiche sul piano musicale, sociale e politico, contro i beniamini di giovani e vecchi rockers a cui non rimane che incassare l’amaro gusto delle verità sputate da Johnny “il marcio”. Ce n’è per tutti i gusti; musicali e non, con un attacco diretto contro i paladini delle finte ribellioni da salotto; spesso idolatriati da migliaia fans progressisti e, proprio a causa delle loro idee di sinistra, svergognati.

Johnny Rotten vs the Clash: “Socialisti con lo champagne”

Per inaugurare questo tour di sputtanate, il vecchio Johnny non può non iniziare dai Clash, insieme a Sex Pistols, Ramones, Sham69 e Buzzcock, pionieri del genere punk. In una vecchia intervista, il cantante Joe Strummer ammise di essere stato un fan dei Sex Pistols: “Non c’era paragone tra loro e nessuna altra band in Inghilterra, erano avanti a tutti. Quando hanno suonato come spalla della mia prima band, i 101’ers, ho pensato: siamo finiti”. A differenza del compianto cantante dei Clash, però, Johnny Rotten non amava la sua band: “I Clash non mi piacevano per niente. La loro idea di musica era zeppa di citazioni di Karl Marx con uno straccio di melodia sotto”. La polemica Rotten alla band di Strummer, è infatti praticamente incentrata contro l’ideologia espressa dal gruppo. “Non avevano contenuti e non rappresentavano nulla se non una forma astratta di socialismo”. Nonostante tra i due vi fosse una lunga amicizia, il vecchio punk cresciuto nei sobborghi londinesi non è mai riuscito a scordare le origini privilegiate di Strummer. “Ha perso il senso dell’umorismo man mano che andava avanti. Niente di personale – prosegue Rotten – mi piace Joe, ma non puoi parlare di lotta di classe quando sei nato in una villa. Socialismo e champagne”.

I Green Day dicono di combattere il Sistema ma ne sono parte

Rimanendo poi nell’ambito punk rock, un’altra band bersagliata dal catarro di Johnny Rotten sono i Green Day, band californiana resa celebre nel mainstream grazie all’album “Dookie”. Nel 1996 i Sex Pistols annunciarono la reunion, senza il defunto bassista Sid Vicious, organizzando il criticatissimo tour Filthy Lucre Tour. Intervistato in quel periodo, a Johnny Rotten venne chiesto: “Cosa hanno da offrire i Sex Pistols ad un ragazzino di sedici anni che i Green Day non hanno?” La risposta nuda e cruda del “marcio” contro la band di Billie Joe Armstrong fu lapidaria: “Sono degli imitatori, e vi siete abituati a questa cosa. Ma non va bene, manca qualcosa: i contenuti, che nessuno di questi copioni ha”. I Green Day arrivarono poi a vendere ben 12 milioni di copie con l’album più politico e al tempo stesso più commerciale: American Idiot. Johnny Rotten salta così su tutte le furie: “Dicono di combattere il sistema ma fanno parte del sistema e rubano il suono e l’atteggiamento punk da noi. Sono dei ragazzini stupidi, grassi e ricchi”.

God save the Queen

Nonostante le abissali differenze musicali, i rapporti tra Sex Pistols e Queen sono stati pacatamente buoni. Johnny Rotten avrebbe pure fatto da corista in un celebre pezzo della band di Freddie Mercury, affermando successivamente: “Ho cantato nei cori di un pezzo dei Queen, non ricordo quale ma non era quello pieno di “Galileo”. È stato fantastico vedere come Freddie registrava ogni singola parte vocale separatamente, a volte anche una sola parola e poi le modificavano insieme per creare un pezzo. Per me era incredibile: io canto una volta e poi basta, se canto due volte sicuramente sbaglio qualcosa!”. Di altro avviso non era però il bassista dei Pistols, Sid Vicious, che incontrando Freddie in uno studio di registrazione, esordì con: “Sei riuscito a portare il balletto alle masse?”. Fulminandolo con lo sguardo della star contro il ragazzino tossico e teppista, Freddie rispose seccato a Sid: “Sto facendo del mio meglio, mio ​​caro”.

“Contro cosa diavolo si ribella Courtney Love?”

La lista delle band disprezzate dalla voce dei Sex Pistols sarebbe ancora lunghissima e, oltre che tra i vari generi, spazia anche tra le vecchie e le nuove, ma sempre con una rande critica all’ipocrisia degli ambienti progressisti e radical chic, e all’incoerenza dei ricchi borghesi omologati ma travestiti da ribelli. Tra questi, entrano nella top ten di Johnny anche le Hole di Courtney Love, vedova dello storico cantante dei Nirvana, Kurt Cobain. “Ti piace l’idea di fare la ribelle, ma esattamente contro cosa ti stai ribellando? – sputa rancido John Lydon contro la cantante grunge – Sei solo un ammasso di confusione, sei falsa e scarsa”.

“I Depeche Mode sono tristi”

Ma Johnny, a un certo punto, tira in ballo anche un’icona della musica elettronica come i Depeche Mode. In una vecchia intervista del 1994, quando la band pubblicava Personal Jesus, Rotten affermava: “Ho un problema con la tecnologia, La band che la usa meglio di tutti sono i Depeche Mode in Personal Jesus. Hanno usato un effetto digitale ma non hanno permesso che dominasse la canzone. Sono rimasto impressionato dal loro coraggio. Adoro quel pezzo”. Oggi, però, trascorsi quasi trent’anni dall’uscita di quella che è divenuta una delle canzoni più famose del panorama musicale, coverizzata anche da grandi big come Marilyn Manson e Johnny Cash, Johnny Rotten è di tutt’altra opinione. “Non c’è amore in quello che fanno, sono senza vita. Li odio! Li vedi dal vivo ed è una vera tragedia: non si muovono, non sono felici di suonare”.

“Gli U2 nemmeno dovevano esistere”

Tornando sul suolo britannico poi, Rotten se la và a prendere contro la premiatissima band irlandese degli U2. La formazione di Bono è famosa per le sue simpatie politiche di sinistra, più volte espresse sia nei testi delle canzoni, sia nei megapipponi dal palco ai concerti, sia in interviste dal chiaro contenuto politico. Oltretutto, il cantante della band, Bono, viene puntualmente invitato da papi, governatori, Ong e milionarie associazioni “no-profit” dell’ambientalismo gretino e dei diritti umani a senso unico. “Ecco una band che non avrebbe dovuto nemmeno esistere – tuona incazzato Johnny Rotten – Non c’è un’esperienza di vita reale in nessuna delle loro canzoni“. Oltre al fattore irlandese, con il quale Johnny Rotten condivide le origini, il chiaro riferimento del vecchio punk è ancora una volta legato allo stile di vita da ricchi borghesi. Mentre gli U2 si ostinano a cantare in favore della classe operaia, insieme alla stessa la band non si sarebbe mai sporcata le mani.

Odio i Pink Floyd e i Guns’n’Roses una sono truffa

Secondo un’antica leggenda punk, mentre camminava lungo la londinese King’s Road, il giovanissimo John Lydon, venne avvicinato da quelli che diventeranno i suoi genitori commerciali addottivi: Malcolm Mc Laren e la recentemente scomparsa, Vivienne Westwood. Fermatosi davanti al negozio Sex, il giovane Johnny indossava una maglietta dei Pink Floyd, strappata e piena di spille, sulla quale lui stesso aveva scritto: I Hate” , “Li odio”. Ma se l’astio di Rotten per la più famosa band psichedelica può sembrare scontato, ben diversa è invece l’avversità che Lydon nutre nei confronti dei Guns’n’Roses. Spesso al centro di polemiche per simpatie destrorse (se non addirittura razziste) avremo giurato che in qualche modo la band californiana avesse una qualche approvazione da Johnny. Forse, però, proprio alcuni atteggiamenti strappalacrime del cantante Axl e la lunga telenovelas del divorzio dal chitarrista Slash, hanno colpito inesorabilmente i testicoli gonfi del cantante dei Sex Pistols. “Li disprezzo, per me fanno parte del sistema e non voglio ritrovarmi al loro fianco a fingere di farci i complimenti durante qualche stupida cerimonia senza senso della Rock and Roll Hall of Fame. Axl Rose è una truffa” vomita senza mezzi termini Rotten.

PuNx iS DeAd!

La lista nera di John Lydon contro le band da lui detestate potrebbe andare avanti ancora all’infinito, ne siamo certi. Negli ultimi anni, in occasione della sua partecipazione a premiazioni, conferenze, talk show televisivi, etc, il vecchio cantante dei Sex Pistols se l’è presa, anche fisicamente, con pressochè tutti i dinosauri e i pivelli del Rock’n’Roll. Sua fu la critica radicale corredata di insulti alla volta del canale musicale mainstream Mtv, seguitissimo dai giovani negli anni Novanta. Nel mirino di Johnny è finito anche il secondo batterista dei Ramones, Marky, pesantemente insultato in pubblico nel corso di una conferenza sul Punk tenutasi a Hollywood nel 2019. In quella occasione, davanti a musicisti storici della scena come Henry Rollins dei Black Flag, Duff McKagan dei Guns’n’Roses e Donita Sparks degli L7, Johnny ha dato a Marky Ramone del segaiolo privo di attitudine, arricchitosi sulla tomba dei “fratelli Ramones” deceduti.

Grazie Johnny, un pò ci stai sul cazzo pure tu

Ma Johnny è fatto così, lo sappiamo, e ci piace anche e soprattutto per questo. Fra tanti che si sono omologati o che, come si dice: nati incendiari sono finiti pompieri, il vecchio punk di Londra è rimasto praticamente lo stesso fastidioso moccioso del ’77, sempre pronto a inveire contro il mondo e le sue ingiustizie. Mutato nelle dimensioni fisiche, il ragazzino dei Pistols è oggi un affermato critico culturale che non si fa troppi problemi ad attaccare la sinistra, Biden o il Black Lives Matter. Un punk vero e uno dei fondatori dello stile che poi venne completamente strumentalizzato dalla politica. Rimescolato nei laboratori della sinistra, del punk originario è rimasto ben poco infatti, divenendo un fenomeno da baraccone e metadone, oppure una moda da fighetti in cerca di facili ribellioni protette. Oggi il vero punk, e Johnny Rotten lo sa molto bene, è l’uomo anticonformista, colui che non si adatta alla massa. Il punk del Terzo millennio è assai lontano da Clash o Green Day, così come dai Guns o dagli stessi Pistols. Il vero punk, oggi, probabilmente è rimasto l’unico a non drogarsi, legge Nietzsche e veste sobrio in mezzo alla stravaganza imperante. Il vero punk è quel ribelle sano che rifiuta il mainstream e ancora si ribella all’imposizione del Pensiero Unico. Il vero punk potresti essere tu.

Andrea Bonazza

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8 comments

Primula Nera 27 Gennaio 2023 - 8:07

Il punk più che un genere rivoluzionario l’ho visto sempre come un ritorno al beat più aggressivo degli anni ’60 (primi Who, primi Kinks, Troggs,etc). Quindi diciamo che i veri antenati degli inni punk rock, sono canzoni come “My generation”,”You really got me”, “Wild thing”,etc,etc… Si può forse dire che, mediamente, i gruppi beat erano decisamente più dotati dal punto di vista tecnico di quelli punk(quelli del “due accordi due”…) ; non è un caso che molti approderanno poi a sonorità ben più complesse, psichedeliche.
Però una cosa del genere si svilupperà anche per i gruppi punk più interessantii(quindi non per i Clash…) ; gruppi come Stranglers, Skids, lo stesso Rotten con i PIL, e via di questo passo, approderanno a forme molto sofisticate di new wave(nel caso dei Pil ,addirittura, di ardite sperimentazioni), così come i Warsaw trasformatisi in Joy Division diventeranno una legenda del dark… Il loro ribellismo era in molti casi abbastanza di maniera e confuso(però i Clash mi sembrano piuttosto autentici nelle loro idee, anche se non ho mai amato particolarmente il loro sound).
Per il resto gli U2 rappresentano in pieno lo stereotipo della band ricca e impegnata (oltre ad essere sopravvalutatissimi), ma in un mondo conformista(e sembrerebbe un controsenso) come quello del rock odierno, sono in buona e nutritissima compagnia(vedi i mediocri Green day), e dispiace che artisti molto dotati(e penso agli eccellenti Radiohead) non facciano eccezione… Che Rotten odiasse i Pink Floyd ci può stare visto che attraversavano la loro fase di carriera più stanca e poco creativa . Invece Axl dei Guns’n’ roses da provocatore ,adesso, è diventato politicamente correttissimo(strizza l’occhio ai liberals, critica aspramente Trump, sostiene Blm ; che deve fare in più per far vedere di essere diventato “buono”?).
Infine i Depeche mode, perlomeno quelli classici anni’80 primi ’90 rimangono un nobile esempio di synth pop di classe e intelligente.

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Roman von Ungern-Sternberg 28 Gennaio 2023 - 10:58

Ciao caro, condivido in pieno tutta la tua analisi, quello che voglio aggiungere è che noi in Italia abbiamo ad esempio un G.L.Ferretti e non è poco visto le nevrosi che provoca a “sinistra” il suo essere non conforme alla vulgata liberal-progressista, da “vecchio punkettone” come lui si definisce, mantenendo ciò che è la vera essenza del punk, ovvero l’attitudine, perchè questa è la cosa importante, il punk non è un genere musicale o una “moda” come comunemente si tende a far passare nei canali del mainstream… Poi oggi che ormai le nicchie giovanili sono pressochè morte o inglobate dal mainstream, la controcultura si fa proprio attraverso la non adesione ai canoni del politicamente corretto e della cosiddetta ideologia “woke”, ciò che una volta era ribellione ai modelli paternalistici borghesi diventa contrasto a tutto il modello liberale ed all’impianto narrativo che lo sostiene, in qualche modo così come il sistema ha sorpassato i vecchi steccati per arrivare ad un modello post-moderno, post-borghese e post-ideologico così la controcultura dovrebbe fare altrettanto invece di frammentarsi in vari gruppuscoli e nicchie ideologiche che spesso si fanno anche la guerra fra loro… Insomma per concludere e tornare a Ferretti: Mishima e Majakovskij possono anche stare insieme, Pound e Pasolini possono stare insieme, Maurras e Proudhon, De Benoist e Michea possono stare insieme, il punk forse è anche un pò questo… Cari saluti Christian, alla prossima.

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blackwater 28 Gennaio 2023 - 8:33

io c’ero.

solo che non ricordo più se il primo “special” sul punk dal titolo: “questi ce li sentiremo tutto l’inverno” era su panorama oppure l’espresso; era l’autunno 1976, e ho ancora da qualche parte le pagine staccate dalla rivista.

posso dire sono una piccola cosa…

di punk può veramente parlare solo chi allora aveva almeno un 14-15 anni e lo aveva vissuto anche in italia;

ma i sex pistols,oltre ad avere il migliore suono in studio in assoluto (registrato alla “stooges” ossia praticamente in diretta e con ampio uso di microfoni per registrare il “surround” oltre che al singolo strumento) sono stati RIVOLUZIONARI.

bisognava esserci allora,quando nel 1977 una sera sulla RAI/ Odeon in prima serata venne trasmesso il celebre video “god save the queen” con Johnny Rotten con la T shirt con una enorme visibilissima svastica,maglietta disegnata da Vivienne Westwood.

davvero è davvero impossibile solo da raccontare cosa ha significato quella musica in quegli anni,anche per uno di DESTRA;
al tempo ad esempio i Clash dalla “stampa” italiana di allora come il nefando “ciao 2001! erano considerati fascisti.

un motivo di più per sentirli quando allora TUTTA ma proprio TUTTA la musica puzzava di sinistra.

bisognava esserci.

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Primula Nera 28 Gennaio 2023 - 12:44

“…leggenda…”

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D 28 Gennaio 2023 - 2:00

Socialisti e champagne is the new Comunisti col Rolex

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Galeazzo Musolesi 28 Gennaio 2023 - 2:09

Scriva di altro, non di musica, lo dico per lei… Un classe 81 che parla dello spirito del punk primigenio e se ne erge pure a guardiano contro la mistificazione della “sinistra”… Mah…

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Primula Nera 29 Gennaio 2023 - 12:53

Ciao Stefano, sono perfettamente d’accordo. Più in generale, un libro che fotografa lo stato della musica oggi è “la musica e i suoi nemici” di Antonello Cresti.
Consigliatissimo !

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Evar 14 Febbraio 2023 - 7:16

Io adoro i Sex Pistols, banda di analfabeti musicali e non solo, creati a tavolino, perchè la loro personalità, il loro look e quattro pezzi azzeccati ne hanno fatto un mito. Però come maestri di pensiero… anche no, risparmiateceli, grazie.
Il Marcio dice che i Greenday sono imitatori, certo non più della sua band che non ha inventato nulla, casomai ha imitato quello che altri, tipo NY Dolls già nel 73, avevano già fatto egregiamente con poca fortuna. Combattere il sistema poi… i Sex Pistols erano il sistema, un operazione di promozione commerciale e infatti sono spariti come neve al sole. Velo pietoso ovviamente sulle critiche a chi almeno sa cosa è una pentatonica. Courtney Love ai tempi d’oro è stata una splendida dark lady (anche se bionda) che valeva cento volte lui, più altre cento il suo mediocre e sopravvalutato ex Kobain. Più anti-sistema di lei ce ne sono pochi, visto che è probabilmente pure una mezza criminale (vedasi doc-film Kurt & Courtney).

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