Roma, 27 gen — Un insegnante trans della Kings Middle School di Portland è stato rimosso dall’incarico per aver mostrato ai propri studenti video che lo ritraevano in atteggiamenti altamente sessualizzati e inappropiati, pubblicati nel suo canale TikTok.
L’insegnante, che attualmente si fa chiamare Lydia Lamere, è passato attraverso le identità di Chris Lamere, Lydia Moon, Clodagh Moon e Clodagh Lamere, e nel corso del tempo si è identificato in vari modi: non binario, donna transgender e lesbica trans. Queste le sue identità dovute alla disforia da cui è affetto: per quanto riguarda la biologia, cioè la realtà dei fatti, Lamere è un uomo. Stando a quanto riporta TheMaineWire l’insegnate trans era stato assunto dall’istituto come supplente.
L’insegnante trans mostra video provocanti agli studenti
Sebbene i funzionari scolastici si siano rifiutati di spiegare come gli studenti fossero venuti a conoscenza degli inopportuni contenuti social di Lamere, uno studente della King Middle School ha riferito ai genitori che l’uomo avrebbe scritto l’indirizzo del proprio canale TikTok sulla lavagna, incoraggiando gli alunni a «dare un’occhiata». Gli studenti non se lo sono fatti ripetere due volte, precipitandosi a sbirciare il profilo social dell’insegnante trans e scaricando alcuni dei contenuti, successivamente eliminati da Lamere. Inutile dire che i ragazzi hanno condiviso per giorni detti contenuti, sghignazzando alle spalle del prof. In un video in particolare Lamere era ritratto in posa provocante, coperto da uno striminzito asciugamano di fronte allo specchio del bagno.
Video cancellati
Sollevato l’immane polverone, l’insegnante trans si è immediatamente precipitato a cancellare tutto il materiale «scottante» dai canali social, impedendo, di fatto, ai genitori di accedere all’intera gamma di contenuti a cui la scuola aveva inavvertitamente esposto i propri studenti. I funzionari scolastici si sono rifiutati di svelare i contenuti TikTok che li hanno convinti a licenziare Lamere, tuttavia senza contattare le forze dell’ordine.
Cristina Gauri
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