Roma, 23 feb — Una «carriera» OnlyFans basata sulla menzogna, milioni di follower pronti a «strisciare» la carta di credito per un’illusione (e nemmeno troppo velata), il violentissimo contraccolpo social e infine il suicidio, avvenuto il 12 febbraio scorso nella solitudine della stanza dove creava i contenuti del suo piccolo «impero» di foto a pagamento. E’ la triste vicenda della modella OnlyFans Diana Deets, 5,4 milioni di follower su Instagram, dai suoi fan conosciuta come Coconut Kitty.

La modella OnlyFans che fingeva di essere minorenne

Deets, fanno sapere i tabloid, soffriva da tempo di depressione e disturbi del comportamento, ed era giunta sotto le luci della ribalta per un’inquietante caratteristica delle immagini vendute sul suo profilo: la donna era solita modificare pesantemente il proprio aspetto, tramite app e filtri fotografici, fino ad assumere le sembianze di una ragazzina adolescente: lineamenti infantili, lentiggini, grandi occhi sgranati, nasino da manga giapponese contrapposti a curve esageratemente pronunciate. L’immagine di sé stessa artificiosamente ringiovanita le aveva fruttato, sempre secondo le riviste che hanno riportato la notizia del sui suicidio, un patrimonio di mezzo milione di dollari.

Le accuse di pedo-baiting

Lei, adolescente, non lo era di certo, e nemmeno 24enne, come da anni millantava di essere; in rete circolano alcune immagini della defunta senza filtri, dall’aspetto decisamente sugli «anta». L’idea di modificare pesantemente le proprie fotografie in vendita su OnlyFans è arrivata nel 2019, e nel corso degli anni Deets aveva estremizzato questa tendenza arrivando a postare contenuti del tutto irreali. Nell’ultimo periodo aveva subito il contraccolpo di tale decisione: erano arrivate le critiche, ferocissime, di molti utenti che la accusavano di pedo-baiting, cioè di fingere di essere una minorenne per adescare online i pervertiti. Lo stigma e gli insulti di ogni genere si sono abbattuti sulla donna, la morsa della depressione ha fatto il resto. La morte di Deets è stata annunciata questo fine settimana sull’Instagram della modella, ora cancellato.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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