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Opec plus taglia la produzione del petrolio e gli Usa sbraitano: ecco perché

by Alberto Celletti
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Opec plus abbassa produzione petrolio

Roma, 6 ott – Opec plus contro Usa, che è un po’ come Russia contro Usa, Cina contro Usa e via discorrendo. In effetti, ci sarebbe da sottolineare questo aspetto. A Washington, in questo momento storico, come “amici” restano solo i sudditi europei. Ma andiamo con ordine.

Opec plus abbassa la produzione del petrolio e infastidisce gli Usa

Tralasciando il dato sul taglio della produzione di 2 milioni di barili al giorno, come riportato da Tgcom24, andiamo al nocciolo della questione: perché la mossa dell’Opec plus dà fastidio agli Usa? Anzitutto, il contesto: quello che in Europa vede l’approvazione dell’ennesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, l’avvicinamento al famoso “tetto al prezzo del petrolio” e conseguenti minacce del Cremlino a chiunque vi aderirà (il vice premier russo Aleksandr Novak ha parlato esplicitamente di stop alla fornitura). Se Opec plus riduce la produzione, la benzina in generale potrebbe tornare a salire su livelli di prezzo piuttosto alti. Il che non piace alla Casa Bianca in salsa dem, intenzionata a mantenerli bassi per tentare di non perdere le elezioni di medio termine del prossimo mese e controllare ancora il Congresso. Se l’Arabia Saudita e soci optano per una scelta del genere fanno il gioco della Russia, che a sua volta imporrebbe un altro stop, contribuendo a rendere scarsa la risorsa energetica.

I tentativi americani di calmierare i prezzi

Joe Biden e i suoi tentano, ovviamente, di sciogliere il nodo. Rilasciando nuove riserve petrolifere nel mercato, tanto per cominciare. Ma forse anche per finire, nel senso che è molto difficile comprendere come oltreoceano potrebbero reagire alla mossa dei paesi (in buona parte) arabi. I quali però, con la loro organizzazione allargata, estraggono circa il 71% del petrolio mondiale. Un ammontare difficile da contrastare pure per Washington. Che sia una scelta politica, in ogni caso, è abbastanza evidente, al netto dei commenti degli analisti che la definiscono tale perché “un chiaro segnale del malcontento sul price cap perché considerato un precedente pericoloso”. Non a caso interpretato dalla Casa Bianca come un chiaro segnale di vicinanza a Mosca. C’è da aggiungere, per onor del vero, che l’abbassamento sarà la metà di quanto comunicato, visto che molti Paesi Opec sono già in crisi produttiva e quindi “in linea” con le nuove quantità stabilite.

Alberto Celletti

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