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Patto di Stabilità, il vertice di Berlino certifica: la Germania non ha nessuna intenzione di alleggerirlo

by Stelio Fergola
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Roma, 24 nov – L’ultimo vertice a Berlino tra Giorgia Meloni e Olaf Scholz ha certificato un fatto, peraltro da noi più volte anticipato nel corso di quest’anno: il “nuovo” Patto di Stabilità potrebbe essere “nuovo” solo in peggio, nella migliore delle ipotesi identico al precedente. E la Germania non ha nessuna intenzione di virare in altre direzioni.

Il vertice di Berlino e il dissidio sul Patto di Stabilità

Cominciamo con una premessa: è un’occasione, per la Meloni di dimostrare di poter fare l’interesse nazionale, a fronte di un anno di governo estremamente difficile in cui le delusioni hanno subissato ampiamente i conforti. Qualcuno ko fa notare ricordando “il dovere di tenere il punto”. Quale punto? Quello del Patto di Stabilità, ovviamente, visto che è l’unica “ciccia” veramente interessante di un incontro in cui i due capi di governo hanno espresso unità – peraltro spesso unicamente formali – su questioni quasi sempre “da slogan”: ambiente, Ucraina, allargamenti Ue, Lufthansa, immigrazione eccetera. E cosa avviene nell’unica “ciccia” veramente interessante (insieme, forse, a un accenno sul gas, ma quello merita un discorso a parte e andrà visto nel lungo periodo, al di là delle parole)? Che non c’è nessun accordo, semplice. “Cerchiamo un punto di incontro”, dice il premier Meloni. Niente che non ci aspettassimo, perché la sostanza è sempre la stessa: l’Italia che vuole escludere dalle voci del terribile debito da contrarre gli investimenti e la Germania che non solo li pretende ma desidera meccanismi di controllo e sanzione ancora peggiori.

L’occasione

Una minima occasione c’è, perché “tenere il punto” significa non assecondare in una trattativa che può essere ancora più debilitante per il futuro del Paese. Una Nazione che già è intimata a ripagare all’infinito un debito che non ripaga mai, facendo versare lacrime e sangue al suo popolo, e che viene “aiutata” da Bruxelles con fondi che altro non fanno se non aumentare ancora di più quel debito stesso (una follia evidente a tutti ormai da anni: debito da tenere basso da un lato e aiuti che per metà sono prestiti da restituire con interessi dall’altro: non ci vuole un genio a capire come sia impossibile uscirne). Diciamo che, su questo argomento, il governo Meloni fino ad oggi ha se non altro mantenuto una certa coerenza, differentemente da gran parte delle altre questioni in cui, ahinoi, ha sbarellato e virato costantemente nelle direzioni più gradite e meno scomode. Ma durerà?

Stelio Fergola

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