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PerchĂ© l’Italia può tornare protagonista nei Balcani

by Stelio Fergola
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Italia influenza balcani

Roma, 23 nov – Un’Italia che torni ad avere un’influenza nei Balcani? ChissĂ . Nel contesto di un Paese che in politica estera è paralizzato ormai da decenni, potrebbe essere una piccola svolta. Per ora, si tratta soltanto di parole.

L’Italia e i Balcani: “Pronti a tornare protagonisti”

Come riporta l’Agi, la dichiarazione viene espressa dai ministri degli Esteri e della Difesa Antonio Tajani e Guido Crosetto. Il messaggio afferma quanto l’Italia sia “pronta a fare la sua parte per la stabilitĂ ” dei Balcani occidentali, una regione dove vuole “tornare protagonista, non solo per la pace ma anche per la questione dei flussi migratori”. I due ministri si sono rivolti agli interlocutori serbi e kosovari, nel contesto di una missione alternatasi tra Belgrado e Pristina. Il governo italiano ha interloquito anche con i vertici di Stato e governo, dunque sia con il presidente serbo Aleksandar Vucic che il primo ministro kosovaro Albin Kurti. Mentre tra Serbia e Kosovo il fuoco si riaccende, Roma tenta di indicare la centralitĂ  dell’area per le sue azioni geopolitiche.

Ci riuscirĂ ? Dopo una fase tanto anonima, riprendere almeno a ragionare in termini internazionali sarebbe un bel passo avanti in ogni caso. Partire con una rete di relazioni, in questo senso, è cosa buona e giusta. D’altronde, ai Paesi in oggetto, la cosa non sembra sgradita. “Vogliamo piĂą Italia ai nostri confini”, dice Albin Kurti. Intanto Tajani annuncia “un possibile incontro multilaterale di rappresentanti di governi di tutti i Balcani che potrebbe svolgersi a Roma”. I due ministri hanno concordato di voler “riprendere un ruolo strategico nella regione, fondamentale per normalizzare l’attuale situazione e aver un un ruolo anche sulla questione dei flussi migratori lungo la rotta balcanica”. Poi Crosetto aggiunge: “Abbiamo deciso di portare a livello politico lo stesso peso che abbiamo qui dal punto di vista militare”.

Serbia e Kosovo, tensioni pluridecennali

Dalla guerra di fine anni Novanta che condannò l’allora presidente serbo Slobodan Milosevic, non c’è stata mai reale pacificazione tra le due realtĂ . Il Kosovo aveva dichiarato la sua indipendenza nel 2008 e – ovviamente – non era mai stato riconosciuto dal governo serbo. La crisi attuale non fa altro che certificare una storia che è fatta di attriti. Da ciò che emerge, la maggiore apertura viene da Vucic, rispetto a Kurti. Ma i colloqui in ogni caso non hanno avuto un esito positivo. D’altronde, era improbabile che ciò avvenisse. Intanto Tajani dichiara che “di fronte all’Italia, entrambi i Paesi si sono detti pronti a non rompere, ma a fare passi in avanti e questo mi fa ben sperare”. Considerato anche il periodo storico non esattamente tranquillo, c’è da sperare – davvero – che il ministro abbia ragione.

Stelio Fergola

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