Roma, 23 nov — «Le donne trans potranno avere figli. Saremo i primi. I diritti non si possono fermare». Mutilare i corpi degli uomini affetti da disforia di genere, al dottor Miroslav Djordjevic non basta più. Vuole dare loro anche il potere di rimanere «incinti» e partorire. I «diritti» non si possono fermare, e nemmeno i deliri di onnipotenza che portano certi professionisti a pensare d’essere il Creatore. E non si può fermare nemmeno il fiume di introiti generati dall’industria del cambio di sesso: tra costosissime operazioni e i milioni guadagnati dalle case farmaceutiche produttrici di ormoni e di antidepressivi di cui le persone transgender saranno dipendenti per tutta la vita. A partire dall’adolescenza.
Il chirurgo serbo che vuole far partorire i trans
Djordjevic, 57 anni, serbo, secondo La Stampa — che ieri riportava entusiasticamente la sua storia definendo la clinica «un’isola dei diritti umani» — è un luminare delle tecniche di cambio sesso. Lui va avanti nella sua missione, nonostante la Serbia non sia esattamente morbida nei confronti dell’attivismo Lgbt. Il suo studio è diventato la Mecca dei trans o aspiranti tali di tutto il mondo, con pazienti da Ungheria, Italia, Arabia Saudita, Bosnia, Australia. «Non ho un attimo di tregua fino a fine anno», spiega. «Nel prossimo mese e mezzo opererò 35 pazienti. Portiamo a termine tra i 150 e i 200 interventi l’anno».
Operazioni alla Frankenstein
Le operazioni più richieste sono la falloplastica e la metoidioplastica, procedura con cui il clitoride — che «grazie» alle terapie a base di testosterone raggiunge una dimensione media di 4-5 cm — viene reso chirurgicamente «ipertrofico», in grado di avere le stesse funzioni vitali di un pene. Successivamente viene fatto un collegamento con l’uretra e si effettua una scrotoplastica, utilizzando le grandi labbra per contenere due protesi testicolari per formare i testicoli.
Djordjevic, che fa la spola tra Belgrado e il Mount Sinai di New York, fa sapere di aver superato la soglia dei 6 mila interventi. Ma non è ancora soddisfatto. E non lo sarà finché non riuscirà a rappezzare individui di sesso maschile scavando nei loro organi interni, per dare loro il «potere» di concepire un figlio e partorirlo. «Oggi è possibile eseguire con successo il trapianto di un utero o di un pene. Ma la mia sfida più grande è arrivare al punto in cui un paziente uomo diventato donna sarà in grado di concepire e partorire un bambino, dopo l’impianto di utero e ovaie. Vogliamo essere noi i primi al mondo», continua.
Rattoppare organi dietro il paravento dei diritti
Mentre viene intervistato, Djordjevic descrive l’intervento che sta per effettuare su di un trans: a partire dal pene del paziente, creerà un clitoride usando un lembo del glande e userà lo scroto per dare forma alle labbra della vulva. «Il bello è che questo clitoride sarà completamente sensibile!» assicura. «Un giorno il trapianto di genitali diventerà lo standard, come si fa quello delle mani e del viso». E’ solo questione di tempo. Della salute mentale di queste persone si occuperà qualcuno? Dell’osteoporosi, delle infezioni, delle tendenze suicide, dei danni cardiovascolari legati alle terapie ormonali? L’unica preoccupazione di Djordjevic è «primeggiare» nel rattoppare organi dietro il paravento dei diritti. «Né chiese, né governi possono arginare una pulsione naturale». Naturale, come mutilazioni da migliaia di dollari.
5 comments
Dritti disumani a disposizione di cavie predisposte.
Essendo nella odierna Serbia, nessuna assicurazione e garanzia al macello chirurgico ovviamente, ma sul nome della banca che sostiene questo centro che forse avrebbe fatto impallidire anche Mengele, sarebbe “simpatico” saperne di più. Attendiamo info dalla Stampa in merito.
Noi non possiamo, brutto porco, ma Dio ti fermerà
spero in una sua dipartita prima possibile
[…] “Farò partorire i trans”: il delirio del dottor Frankenstein serbo, pioniere del cambio… […]
orribile