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Un popolo di avventurieri: Piero Machiavelli, il navigatore e combattente figlio di Niccolò

by La Redazione
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Roma, 23 set – Piero Machiavelli, figlio naturale di Niccolò Machiavelli, autore de “Il Principe”, nasce a Firenze nel settembre del 1514 e trascorre la prima adolescenza nel podere dell’Albergaccio, a Sant’Andrea in Percussina, dove il padre trascorre gli ultimi anni di vita, esiliato e dimenticato dagli onori della vita politica.
Piero Machiavelli sviluppa presto un carattere focoso, e i guai con la giustizia non tardano ad arrivare: appena diciassettenne viene multato poiché scoperto a girare per Firenze con armi proibite, mentre due anni più tardi è condannato per la morte d’un fornaciaio caduto e annegato in un’illegale trappola da lui preparata per la cattura dei lupi. Machiavelli sconta tre anni nelle prigioni fiorentine delle Stinche: la pena sarebbe maggiore, ma grazie alle pressioni esercitate da suo fratello nei confronti di Margherita d’Austria, promessa sposa del duca di Firenze, Piero è rimesso in libertà.
Da questo punto, il giovane Machiavelli intraprende i suoi primi viaggi, che lo portano inizialmente in Europa orientale, per poi arrivare a toccare diversi porti dell’Asia e dell’Africa. Le sue avventure per mare lo vedono anche militare nell’esercito Imperiale e combattere le flotte turco ottomane, da cui più volte è catturato o costretto al naufragio.
Gli anni passati per mare gli insegnano la geografia e la cosmografia al punto da correggere perfino degli errori risalenti a Tolomeo. Nel 1557 Piero Machiavelli è nominato commissario delle galee dal duca Cosimo I de’ Medici, un importante ruolo di responsabilità per la sua carriera personale. Due anni più tardi, infatti, salpa con quattro imbarcazioni per prendere parte alla spedizione di Filippo II di Spagna alla conquista di Tripoli e durante una sosta a Malta è ospite nel palazzo del gran maestro dell’Ordine Jean Parisot de La Valette.
È grazie alle indicazioni di Machiavelli se Cosimo de’ Medici decide di rafforzare la propria flotta nel Mediterraneo per far fronte agli Ottomani e ai pirati. Ottenute da Pio IV le necessarie autorizzazioni, il duca crea così l’Ordine di S. Stefano papa e martire, di cui egli stesso fu insignito del titolo di gran maestro il 15 marzo 1562. Il Machiavelli intanto, dopo la nomina a luogotenente e cavaliere dell’ordine, riprende a navigare nelle acque mediterranee: nel ’63 cattura due navi algerine, nei pressi di Giannutri, intente ad attaccarlo durante il trasporto d’una colonna di granito donata da papa Pio IV a Cosimo I, mentre tre mesi più tardi sfugge alla cattura dei barbareschi mentre si reca in Spagna per una crociera dell’Ordine.
Per Piero Machiavelli continuano a non mancare le avventure e le traversate per mare: nel luglio del ’64 è chiamato nuovamente ad una spedizione imbastita dal sovrano di Spagna per la conquista del Peñón de Vélez, una penisola rocciosa situata sulla costa mediterranea del nord Africa. L’apporto dei Fiorentini permette a García Álvarez de Toledo, viceré di Catalogna, di sconfiggere definitivamente i pirati musulmani e riconsegnare il territorio a Filippo II.
È nella notte del ritorno dall’impresa che Piero Machiavelli si spegne a bordo della sua galea, vicino alle isole d’Hyères. Le cronache giunte non rendono informazioni riguardo la natura del decesso. L’unica cosa che è data sapere è che muore nel tragitto in mare verso casa da vincitore, dopo aver solcato le onde e combattuto valorosamente in terra straniera. Piero Machiavelli, a differenza dello sventurato padre, abbandona quel tardo rinascimento toscano da uomo rispettato e onorato, soprattutto per aver portato alto il nome di Firenze in tutta Europa e in tutti i mari del Mediterraneo.
Alberto Tosi

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