Roma, 28 dic – Il price cap al petrolio scatena la ritorsione russa, secondo quanto riportato da Tgcom24.
Price cap al petrolio, la Russia fermerà le esportazioni verso i Paesi che aderiranno
Sin dai tempi delle prime proposte, avevamo sostenuto la scarsa funzionalità anche del price cap al petrolio. La notizia dell’ultima ora è che la Federazione russa bloccherà le esportazioni dell’oro nero a tutti i Paesi che utilizzeranno il price cap al petrolio dal primo febbraio. La fonte è lo stesso presidente russo Vladimir Putin, che si accinge a firmare un decreto con misure di ritorsione al tetto imposto dall’Unione europea. Le esportazioni saranno possibili soltanto sulla base di una “decisione speciale” del Cremlino nel merito. I tetti al prezzo del gas e del petrolio, dunque, irritano Mosca. Secondo il documento, il provvedimento verrà introdotto “in relazione alle azioni ostili e contrarie al diritto internazionale degli Stati Uniti, dei Paesi stranieri e delle organizzazioni internazionali che si sono unite a loro”.
Divieto di esportazione a chi non rispetta i contratti
Con il decreto, Putin in pratica intende vietare le forniture di petrolio e relativi prodotti derivati a coloro che eludono i contratti in essere. Il presidente russo vuole così impedire le esportazioni agli acquirenti stranieri, “nei casi in cui il contratto utilizzi un meccanismo per fissare il prezzo limite”. Il provvedimento scatterà esattamente dal febbraio 2023, e sarà in vigore fino al primo luglio dello stesso anno. La “decisione speciale” del Cremlino, però, lascia aperti dei varchi: bisognerà vedere cosa si intende, ma appare ovvio che anche da Mosca non siano del tutto netti sulla questione e che un possibile stallo metta in apprensione entrambe le controparti.
Alberto Celletti
1 commento
E mi sembra pure ovvio.