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Roghi tossici nel Lazio, scatta l’operazione: 57 indagati, 15 arresti

by Cristina Gauri
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Roma, 15 gen – E’ scattata l’operazione “Tellus” in merito al traffico di rifiuti e ai roghi tossici nel Lazio. 57 gli indagati, 25 gli autocarri sequestrati dai carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma e i carabinieri forestali. Le accuse sono: traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e ricettazione di veicoli e truffa in danno delle assicurazioni, simulazione di reato. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e dispone 15 arresti (6 custodie cautelari in carcere e 9 arresti domiciliari), 3 obblighi di presentazione quotidiana in caserma, 12 divieti di dimora nel territorio della Provincia di Roma, oltre al sequestro preventivo di 25 autocarri utilizzati per il trasporto dei rifiuti ed 1 impianto di autodemolizione.

L’indagine è scaturita da una serie di controlli per il contrasto dei “roghi tossici”, ovverosia quegli incendi, conseguenti alla gestione illecita di rifiuti, appiccati prevalentemente da nomadi assieme ai titolari di alcune aziende di recupero che, una volta bruciata la parte “superflua” dei rifiuti, selezionavano così le sole componenti di valore come rame, bronzo e ottone. Un passo decisivo per contrastare questa piaga – ogni giorno vengono rilevati almeno 50 roghi sparsi per tutta la provincia – che ha risvolti drammatici sulla qualità della vita nelle zone colpite dato l’alto tasso di tossicità dei fumi e l’irrespirabilità dell’aria. Da anni le associazioni di cittadini della Capitale –  come il comitato di quartiere Beltramelli-Meda-Portonaccio, guidata da Fabrizio Montanini, o Tiburtino Terzo Millennio – si battono perché le istituzioni reprimano questo fenomeno e assicurino alla giustizia gli autori dei roghi.

E’ del 2017 un dossier diffuso dall’Arpa che ha individuato i pericoli reali derivanti dalla combustione incontrollata di materiali altamente pericolosi. I risultati, su un monitoraggio avviato nei mesi di luglio e agosto 2017 nell’area del campo Rom di via di Salone (periferia est della Capitale), sono inequivocabili e preoccupanti. Le ricorrenti combustioni all’aperto di materiali che vanno dalla plastica, ai metalli e ai rifiuti di vario genere creano composti chimici tossici – tra cui la pericolosissima diossina – che vengono rilasciati in atmosfera e respirati dalla popolazione.

Cristina Gauri 

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