Da domani si scriverà un nuovo capitolo di questa storia ovale, che nel frattempo si è data regole precise, ha intrapreso la strada del professionismo e, in fondo, si sta anche un po’ snaturando, ma riesce comunque a mantenere una dose di epica, etica ed estetica tali da considerare ancora il rugby uno sport adatto ai nobili d’animo. Il primo appuntamento della nostra nazionale nel 6 Nazioni 2014 vede il XV azzurro impegnato a Cardiff, contro i dragoni gallesi detentori del trofeo. Sulla carta l’incontro appare proibitivo, tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello ambientale. Si dice che “il Galles in casa non può essere battuto, al limite si può segnare un punto più di loro”, oppure che “i gallesi siano abituati a placcare qualunque cosa sia più alta dell’erba”. Si dice anche che il loro stadio, il Millenium, sia stato progettato e costruito con il tetto apribile in modo che gli dei possano assistere alla partita.
E’ vero anche che la squadra del ct Brunel e di capitano Sergio Parisse, come del resto quasi tutte le nazionali italiane, offre il meglio di sé proprio in condizioni critiche, con il pronostico in favore degli avversari. In attesa di scoprire il verdetto del campo i bookmakers anglosassoni, che ne sanno poco di proverbi e leggende, ma tanto di rugby e statistiche, pronosticano una larga vittoria dei padroni di casa con il punteggio di 30-11. Il primo turno del torneo sarà completato da Irlanda – Scozia, con i verdi degli intramontabili Paul O’Connell e Brian O’Driscoll (BOD the God) favoriti sugli scozzesi, e dall’attesissimo Francia – Inghilterra, incontro che potrà risultare già decisivo per la vittoria finale del 6Nazioni. Non si tratta più di guerre, ma lo spirito resta sempre quello della battaglia.
Francesco Pezzuto
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