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Salis, l’ennesimo pretesto per prendersela con l’Ungheria di Orban

by Stelio Fergola
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Salis Ungheria

Roma, 1 feb – L’Ungheria di Viktor Orban nuovamente nel mirino, e la sinistra italiana, non bastasse il suo potere già praticamente assoluto in patria,  potrebbe godere di un alleato forte che in questa vicenda potrebbe dargliene ancora di più: ovvero Bruxelles e tutto il circo pseudoculturale dem continentale, che da anni proferisce accuse spessi di un’idiozia e ignoranza davvero oltre la media sul Paese magiaro.

Salis, nuovo cavallo di razza per attaccare l’Ungheria di Orban

Negli anni scorsi ci è toccato leggere una quantità di sciocchezze onestamente imbarazzante, degna di un analfabetismo politico (e forse anche di altro genere) di rara eccellenza. Budapest non rispetta i diritti umani, Budapest discriminatoria e razzista (semplicemente perché non ha mai accettato l’immigrazione di massa o l’imposizione dell’educazione Lgbt nelle scuole) oppure l’ultima, di due anni fa, secondo cui Budapest non rappresenterebbe neanche uno stato democratico. Idiozie smentibili semplicemente con la constatazione del reale: che l’Ungheria sia uno Stato di diritto è nella sua costituzione, esattamente come il fatto che sia un Paese dove si svolgono  regolarissime elezioni, semmai dagli esiti – per Bruxelles e soci – purtroppo sgraditi, visto che la conferma di consenso popolare allo stesso Orban si è espressa in maniera schiacciante nel corso del decennio scorso e agli inizi dell’attuale. Ora sorge spontaneo il dubbio che potrebbe aggiungersi un’altra scemenza: l’Ungheria che tortura i carcerati o che non li rispetta. Puntando, sostanzialmente, sulle catene con cui Ilaria Salis è entrata nell’aula del processo, peraltro sorridente e tutt’altro che deperita. O sulle testimonianze della difesa dell’imputata, che parla di condizioni igieniche indecenti nelle stesse strutture (il che potrebbe anche essere ma è un problema tutt’altro che raro nelle strutture penitenziarie, certamente non assente in un paese definito “democratico” come l’Italia).

Le risposte del presidente ungherese al governo italiano

Orban, da par suo, si esprime in modo del tutto neutrale e istituzionale alle richieste del governo italiano nel merito del caso Salis, come riportato anche dall’Ansa. “Ho raccontato nei dettagli” al premier Giorgia Meloni, dice il presidente ungherese, aggiungendo che “le ho detto che la magistratura non dipende dal Governo ma dal Parlamento. L’unica cosa che sono legittimato a fare è fornire i dettagli sul suo trattamento” in carcere “ed esercitare un’influenza perché abbia un equo trattamento”, sottolineando che “tutti i diritti saranno garantiti” ma che ovviamente la donna non potrà tornare in Italia, per il momento. Zoltan Kovacs, portavoce del primo ministro ungherese,  ha poi aggiunto un’ovvietà: “I reati in questione sono gravi, sia in Ungheria che a livello internazionale. Le misure adottate nel procedimento sono previste dalla legge e adeguate alla gravità dell’accusa del reato commesso”.

Stelio Fergola

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