Roma, 1 feb – Tra i numerosi esponenti della sinistra a difendere Ilaria Salis non poteva mancare Elly Schlein, la quale si unisce al coro dei vari “riportiamola a casa” “Ilaria libera” e varie opere di santificazione imbarazzante della cosiddetta “attivista” accusata in Ungheria di forme di “attivismo” non esattamente ortodosse (tipo quella di picchiare a manganellate persone innocenti, per intenderci). Le ultime dichiarazioni del segretario del Pd nel merito, però, riescono almeno a farci ridere. Come spesso avviene per altre “creazioni” del mondo del Nazareno.
“Se Salis non può fare la maestra, Salvini non può fare il ministro”: Schlein in gran forma
Bisogna riconoscerlo: quando è in forma, Elly ne tira fuori di spettacolari. Dimostrando di essere un’assoluta fuoriclasse nella materia, anche se non abbiamo ancora capito di quale “materia” si tratti, ma fa niente, ciò che conta è affrontare il futuro con il sorriso sulle labbra, e il segretario dem, proseguendo nella tradizione dei suoi ultimi predecessori (anche Enrico Letta era un discreto campione), ci riesce. Ilaria Salis ha tra i suoi alleati, ovviamente, anche Elly Schlein, la quale si unisce al coro fucsia a difesa della maestra dalle improbabili passioni di picchiatrice sulle torture ungheresi, sul “riportiamola a casa”, “liberiamola”, insomma le varie ed eventuali. Aggiungendoci però il tocco del campione, appunto. Alanews riporta il video dove il segretario tira fuori il colpo che va all’incrocio dei pali (della sua porta): “Se Salvini sostiene che una persona accusata di lesioni non possa fare la maestra, io chiedo a lui, accusato di sequestro di persona, se possa fare il ministro”. Applausi a scena aperta, il cabaret è tornato, ed è firmato Nazareno.
Il paragone improbabile per non dire stupido
Non è necessario andare granché oltre, perché sul caso Salis la sparata della Schlein si commenta da sola. E definisce ancora una volta una sinistra che interpreta la realtà un po’ come le pare, per non dire che la ribalta completamente. Del resto, la magistratura che si è letteralmente inventata il sequestro di persona per Matteo Salvini e per il suo operato di ministro dell’Interno che, semplicemente, non aveva consentito a navi cariche di clandestini di entrare in territorio italiana, è della stessa parrocchia del segretario dem. Proprio la stessa cosa di una “attivista” che va in giro con manganelli retrattili “per difesa personale”, per citare le parole del padre e la versione della difesa della “imputata ungherese”…
Alberto Celletti