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Sardegna, ora è caccia alle responsabilità di tecnici e politici

by La Redazione
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Alluvione Sardegna:sindaco Torpè,sta rientrando allarme digaRoma, 20 nov – Sarà anche un luogo comune, quello della “tragedia annunciata”, ma pensando all’alluvione in Sardegna costata 16 morti, danni ingentissimi e circa 2000 sfollati è difficile evocare unicamente la fatalità. C’è, innanzitutto, il problema dell’allerta meteo e della rapida circolazione delle informazioni. È dal 15 ottobre che le previsioni erano catastrofiche. L’allerta della Protezione è arrivata solo il 17. Di tempo per intervenire, tuttavia, ce n’era ancora. E allora cos’è successo? “Basta con le polemiche pretestuose – dice il capo della Protezione civile Franco Gabrielli -. Abbiamo diffuso l’allerta meteo 12 ore prima delle precipitazioni e lo ha trasmesso alle prefetture e alla Regione, che a sua volta deve allertare i comuni. Chiedete a questi enti cosa hanno fatto”.

 

Ma anche al di là dell’azione immediata, resta il problema della precarietà idrogeologica del paese. In Italia oltre 6.600 Comuni (l’82% del totale) sono in aree ad elevato rischio idrogeologico, corrispondenti al 10% della superficie della penisola. Circa 5,8 milioni di italiani vivono in una situazione di potenziale pericolo. Nelle aree a rischio spesso si trovano anche abitazioni (85%), industrie (56%), hotel e negozi (26%), scuole e ospedali (20%). Per quanto riguarda la Sardegna, si parla dell’81% dei Comuni (306 amministrazioni) a rischio, per 614 chilometri quadrati soggetti a frane ed esondazioni.

 

Insomma, la politica dovrebbe intervenire seriamente. E invece ecco cosa fa: propone, per bocca di Pippo Civati, di destinare i due euro delle primarie del Partito democratico alla Sardegna. Il candidato alla segreteria Pd si è rivolto così ai suoi colleghi: “Me lo ha proposto Valentina Spata e immediatamente raccolgo e rilancio: il contributo da pagare per il voto sia donato all’isola travolta in queste ore da una vera calamità e funestata da gravissimi danni. Lo propongo immediatamente agli altri candidati e al segretario Epifani”. Raggelante la risposta di Matteo Renzi: “La risposta non è mettere i due euro del Partito democratico: un partito politico non affronta il problema dell’assistenza mettendo i soldi delle primarie, ma facendo in modo che vadano fondi sulle cose necessarie da fare. A un partito non chiedete di fare beneficenza ma di far rispettare le regole”.

 

Giorgio Nigra

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