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Scuola, rientro con il botto (del registro elettronico). Hacker in azione: impossibile caricare compiti e voti

by Adolfo Spezzaferro
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registro elettronico

Roma, 7 apr – Scuola nel caos: nel giorno del rientro in classe di due studenti su tre è stato hackerato il registro elettronico. Il governo Draghi ha puntato tutto sul ritorno a scuola in presenza, tenendo il resto del Paese chiuso, ma il registro elettronico fuori uso rovina il grande giorno. L’applicazione, su cui i docenti inseriscono compiti, voti, note (che sostituisce in tutto e per tutto il registro cartaceo di un tempo) sarà ripristinata entro la mattina di domani (forse). A comunicarlo è Axios, la società che fornisce il servizio elettronico nel 40% delle scuole italiane.

Registro elettronico fuori uso da lunedì

A dire il vero, è da alcuni giorni che il registro elettronico non funziona. Ma oggi, con 5,6 milioni rientrati in classe, il danno è conclamato. La piattaforma era fuori uso da lunedì. Molti genitori e studenti hanno pensato ad un mancato aggiornamento o a un rallentamento del sistema (che capita spesso). Oggi però in classe è scoppiato l’allarme quando i professori si sono resi conto che Axios non era accessibile. Il sistema è uno dei più utilizzati nella scuola e, con la didattica a distanza, è diventato cruciale nella quotidianità delle attività di didattica. Alcuni istituti infatti stanno mettendo le mani avanti avvisando studenti e genitori che forse ci vorrà più di un giorno per ripristinare il registro.

Axios nel mirino degli hacker anche ad aprile scorso

Già lo scorso aprile per Axios si verificò un attacco hacker, anche se a quanto pare legato ad attacchi DDoS, cioè a un” bombardamento” di accessi e non a un attacco ransomware, come quello in atto. All’epoca l’azienda fece sapere che aveva intenzione di “sporgere denuncia presso la Polizia postale per il grave attacco subito” ma non si sono avuti aggiornamenti. Un ransomware è un tipo di malware che congela i contenuti del dispositivo o dei server infettati, crittografandoli e rendendoli inaccessibili, chiedendo un riscatto in bitcoin o altre criptovalute per sbloccarli. Ovviamente non v’è alcuna garanzia che una volta pagato il riscatto l’applicazione venga veramente sbloccata. L’unica buona notizia, diciamo, è che a quanto pare i dati personali presenti sul registro elettronico sono salvi. L’applicazione è soltanto inutilizzabile.

Adolfo Spezzaferro

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