Palermo, 16 mag – Non aveva vigilato sul lavoro svolto dai suoi studenti ed è stata sospesa per due settimane dall’insegnamento, a stipendio dimezzato. Rosa Maria Dell’Aria, professoressa di Italiano all’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata colpita da un provvedimento disciplinare dall’Ufficio scolastico provinciale, che le ha riconosciuto una condotta negligente dopo che, nella Giornata della memoria dello scorso 27 gennaio, alcuni alunni avevano presentato una videoproiezione nella quale il decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini veniva accostato alla promulgazione delle leggi razziali del 1938. Difficile che il video fosse farina del sacco di due ragazzini di 14 anni: più plausibile pensare che la “prof rossa” ci avesse messo lo zampino.
“Libertà d’insegnamento”
“La docente — spiega l’avvocato Alessandro Luna — è amareggiata. Le si contesta il mancato controllo su alcuni accostamenti ritenuti offensivi e che rappresentano una visione distorta della storia e implicitamente la si accusa di aver indotto gli alunni ad agire in questo modo. Ma l’insegnante non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico”. La libertà d’insegnamento o di indottrinamento? E come mai questa “libertà” di pensiero ed espressione dovrebbe essere garantita solo alla sinistra antifascista (della quale indubbiamente la professoressa in questione fa parte)?
L’ispezione
Tutto ha avuto inizio da un tweet a firma di Claudio Perconte, e indirizzato al ministro all’Istruzione Marco Bussetti: “Salvini-Conte-Di Maio? Come il Reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?”. Al Miur qualcuno aveva effettivamente qualcosa da dire, perché il giorno dopo, la sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni ha affidato il suo pensiero a uno status su Facebook: “Se è accaduto realmente — ha scritto — andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere”. L’ufficio scolastico provinciale è stato solerte nel far partire l’ispezione: “Abbiamo ricevuto una segnalazione dal ministero, ma eravamo già al corrente di quanto accaduto — dichiara il provveditore Marco Anello — la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà. Abbiamo agito nella massima trasparenza dopo un’ispezione e una lunga istruttoria in cui sono state sentite tutte le parti”.
Cristina Gauri
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