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Sea Watch, la capitana “non ha agito in stato di necessità, voluto l’impatto con la Gdf”

by Adolfo Spezzaferro
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Agrigento, 2 lug – La capitana Carola Rackete “non ha agito in stato di necessità”. Questo il parere del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, in merito alla vicenda della Sea Watch 3, la nave Ong che ha forzato il blocco navale e ha attraccato a Lampedusa dopo aver speronato e schiacchiato una motovedetta della Guardia di Finanza. Dopo circa tre ore di udienza di convalida dell’arresto della Rackete, davanti al gip Alessandra Vella, la trentunenne tedesca resta agli arresti domiciliari in un’abitazione privata di Agrigento. L’ordinanza sarà emessa questa mattina.

La capitana sarà libera entro le 21 e 30 di oggi

La Procura ha chiesto il divieto di dimora nella provincia di Agrigento, con particolare riferimento ai porti di Lampedusa, Porto Empedocle e Licata, e, secondo l’articolo 291 del codice penale, il giudice per le indagini preliminari non può richiedere una misura cautelare maggiore. La capitana della Sea Watch pertanto sarà quindi libera entro le 21 e 30 di oggi.

Per Patronaggio, l’ingresso in porto “non è stata un’azione necessitata. Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”.

“Fascicolo a parte il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”

“Cosa diversa è il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per cui si procede separatamente – ha spiegato il procuratore – Quella sarà la sede (l’altro fascicolo, ndr) dove valutare se l’azione di salvataggio dei migranti effettuata nelle acque antistanti la zona Sar libica sia stata un’azione necessitata. In quell’altro parallelo procedimento andremo a verificare se i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno e andremo a vedere se la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica, andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato. Tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un’azione di salvataggio in mare oppure un’azione concertata”.

“Impatto con la motovedetta volontario”

L’impatto della Sea Watch con la motovedetta della Guardia di finanza è stato volontario e fatto con coscienza”. Patronaggio, parlando con la stampa al termine dell’interrogatorio con la Rackete, ha quindi sostenuto che il contatto tra le due imbarcazioni non è stato dovuto a un semplice incidente.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

RICCARDO 2 Luglio 2019 - 9:48

In parole povere questa si e’ fatta un paio di giorni di domiciliari e poi ….? non passera’ molto che ce la ritroveremo davanti al porto di lampedusa , al comando della sea wach di turno.
w l’ ITALIA

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Bracco 2 Luglio 2019 - 12:52

Stiamo facendo di tutto per farci perdonare trattando innanzi tutto la capitonta con il dovuto rispetto.
Stiamo facendo di tutto per mostrarci il solito paese checca.

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Cesare 2 Luglio 2019 - 2:14

Allucinante! Già libera dopo aver forzato un blocco da parte di una vedetta della finanza e aver quasi ucciso gli agenti?? Bell’ esempio per tutti i criminali che volessero non obbedire alle leggi.Dopo 2 giorni sei libero?!!

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