Roma, 24 mar – Sul 41 bis arriva anche la pressione della Corte di Strasburgo, come riporta l’Ansa.

Il 41 bis e Strasburgo

A parlare è il Cpt, il cosiddetto “organo anti tortura” del Consiglio d’Europa, e il contesto è il rapporto su una visita fatta in Italia un anno fa. Si denunciano tante cose e molte, ovviamente, sono condivisibili. Colpisce quel “punto” sul 41 bis che per Strasburgo si aggiunge a una vera e propria campagna ormai divenuta “internazionale” contro la misura carceraria. Si parla, per ora di “revisione” o meglio di “riesame” del regime “41 bis”, in questo momento il regolamento probabilmente più bersagliato sui media e in altre sedi a causa del ben noto “caso Cospito”, l’anarchico che da mesi vive in regime di sciopero della fame, il cui nome ha risuonato suscitando prese di posizione anche da parte dell’Onu.

I problemi delle carceri

Al netto delle considerazioni sul 41 bis provenienti da Strasburgo come – praticamente – da diverse fonti internazionali, la situazione nelle carceri è notoriamente tutt’altro che semplice. Il sovraffollamento è il problema maggiormente denunciato, dal Cpt in particolare a Loruso e Cutugno, oltre che nella prigione di Regina Coeli a Roma. Troppi detenuti che arrivano a produrre situazioni esplosive come quella di Monza, dove la densità supera il 152%. Scontato il rimbrotto riguardante le condizioni di vita dei detenuti, altro aspetto difficilmente contestabile, in un contesto che fatica moltissimo ad edificare nuove strutture.

Alberto Celletti

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