Roma, 15 apr – Il centro accoglienza di Torre Maura, periferia est di Roma, è di nuovo nel mirino della protesta dei residenti per il grave pericolo che rappresenta sul fronte sanitario oltre che della sicurezza. A un anno di distanza dalla rivolta popolare per l’arrivo di una settantina di rom nella struttura in via dei Codirossoni (alla fine trasferiti altrove come richiesto dalla cittadinanza) il centro accoglienza è ancora una volta una bomba sociale, pronta ad esplodere, con l’aggravante dell’epidemia di coronavirus. “I migranti e rifugiati presenti nella struttura devono essere trasferiti immediatamente. Non è possibile che noi siamo tutti chiusi in casa nel rispetto delle restrizioni anti contagio e qui ci sono soggetti positivi al coronavirus che scappano e vanno in giro mettendo a rischio i residenti”, spiega Mauro Antonini, già candidato presidente della Regione Lazio con CasaPound e portavoce degli abitanti del quartiere fin dai fatti dell’anno scorso. Ci siamo fatti raccontare da lui che cosa sta accadendo nella borgata dal lancio di sassi dei residenti contro il centro di accoglienza fino all’incendio scoppiato all’interno della struttura nella giornata di ieri, di cui pubblichiamo un video in esclusiva in fondo all’intervista.
Qual è la situazione?
Il centro di accoglienza di via dei Codirossoni angolo via dell’Usignolo a Torre Maura è di nuovo al centro di una situazione al limite perché circa una ottantina di nordafricani e nigeriani all’interno della struttura si sono resi responsabili di tumulti con la popolazione lo scorso 7 aprile.
Perché questi tumulti?
Perché sono stati segregati all’interno del centro per via del sospetto di casi di coronavirus. Tant’è che l’8 aprile è stata innalzata un’ulteriore barriera lungo la recinzione alta due metri. Una barriera anti-scavalco con una rete metallica più alta, elettrosaldata, di quelle rigide da cantiere.
Ma perché? Ci sono stati episodi di violazione della quarantena?
Sì. Dopo i casi di coronavirus accertati sono stati segregati e quindi alcuni di loro sono scappati.
Ma sono stati effettuati i tamponi per verificare quanti sono i casi di contagio?
Il Comune di Roma in merito non ha fatto precisazioni. Si sa che si sono alcuni soggetti positivi. Ma a quanto pare non sono stati effettuati i test su tutti i presenti nella struttura. Anche questo fatto ha scatenato la protesta dei cittadini, preoccupati dalla presenza di un numero imprecisato di contagiati che andava e veniva dalla struttura.
Ieri invece che cosa è successo?
Uno scontro tra due fazioni all’interno del centro, nigeriani e magrebini, in cui tra l’altro è stato dato fuoco a dei materassi scatenando l’incendio. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, la struttura è attualmente piantonata dagli agenti di polizia. La cosa più grave è che i residenti ancora oggi non sono stati informati sui rischi sanitari causati dalla presenza nella struttura di un numero imprecisato di contagiati. A seguito dell’incendio poi alcuni locali sono inagibili e sono venute a mancare le condizioni di sicurezza sull’isolamento dei soggetti positivi. Ecco perché i cittadini chiedono l’immediato trasferimento degli ospiti in un’altra struttura. Protetta e lontano dai centri abitati.
E che cosa ha risposto il Municipio?
Non è ancora dato sapere alla cittadinanza che cosa sta succedendo. Abbiamo soltanto visto che sono state prese queste misure di contenimento, di quarantena. Verrebbe da chiederci dove sono adesso il ragazzo-coraggio di Torre Maura e i suoi sostenitori della sinistra immigrazionista, perché non vengono a dirci che gli immigrati contagiati hanno tutto il diritto di restare nel centro come dovevano restarci i rom?
A quanto pare ieri doveva esserci già un primo trasferimento in un’altra struttura ma ci sarebbero stati dei problemi organizzativi…
Gli immigrati presenti nel centro devono essere trasferiti immediatamente, non possono stare a stretto contatto con la popolazione. Qui stiamo tutti rispettando la quarantena, stiamo tutti chiusi dentro casa: è inaccettabile che questi soggetti, che noi stiamo ospitando nella nostra città, mettano a rischio la nostra salute infischiandosene delle restrizioni.
Ecco il video dell’incendio
Adolfo Spezzaferro
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