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Valditara: “Polizia davanti agli istituti”: ma militarizzare la scuola non è la risposta

by Andrea Grieco
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Valditara

Roma, 7 feb – Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in un’intervista rilasciata al Messaggero in seguito all’aggressione di Varese di uno studente ai danni di una professoressa, ha annunciato a gran voce nuove misure di sicurezza nelle scuole. L’intenzione dichiarata del ministro è quella di attuare una vera e propria militarizzazione delle strutture scolastiche, immaginando addirittura la “presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole”, soprattutto “nelle aree particolarmente a rischio”. Un’ulteriore scure repressiva che non prende in considerazione la complessità della questione.

Il ministro Valditara annuncia solo più repressione

La presa di posizione di Valditara, per ora, non sembra trovare alcun appoggio da parte delle varie associazioni e sigle legate al mondo della scuola. Il ministro, giustamente, fa riferimento ai dati dell’anno scolastico precedente confrontandoli con i già diversi casi di violenze, aggressioni ed episodi che hanno interessato studenti e genitori. La situazione che emerge è sicuramente da monitorare e necessita di interventi radicali e repentini per contrastare l’aumento di questi casi, ma il turbinio di repressione (incluso chi addirittura parla di installare metal detector in ogni istituto) purtroppo tipico di ogni centrodestra al governo non può essere la risposta. Il problema, come spesso accade, è da affrontare alla radice di un’istituzione, quella scolastica, che ha perso la sua naturale funzione educativa.

Il problema è la natura stessa della scuola di oggi

La critica che deve essere mossa non è quella del buonismo della sinistra “anti-divieti” ma deve invece contrastare quella idea di scuola-azienda repressiva e non partecipativa. Davvero risultano utili nuove restrizioni e ulteriore controllo per una generazione che sta vivendo solo questo? La nostalgia moralista delle bacchette sulle dita non renderà certo la scuola cardine dell’educazione nazionale dei giovani. L’intero sistema scolastico (fatto di Pcto, privatizzazioni e nuove assurde riforme) è funzionale solo alla creazione di nuovi precari ammaestrati al controllo e alla punizione. L’unica risposta a questa deriva generazionale si può trovare in una scuola socializzata che alimenti il pensiero e l’azione del singolo, oltre alla consapevolezza di essere parte organica di una comunità.

Andrea Grieco

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