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Energia: crescono le importazioni dall’estero, boom dell’idroelettrico

by Armando Haller
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Roma, 3 feb – La pubblicazione del rapporto mensile sul sistema elettrico da parte di Terna, l’azienda partecipata al 30% da Cdp Reti che gestisce la rete nazionale di alta tensione, offre un primo bilancio sul mix energetico e i consumi elettrici dell’anno appena concluso.

La domanda di energia del 2018 rimane sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, fermandosi a 321,9 miliardi di kWh e registrando un +0,4% sul 2017, dato non molto incoraggiante se si considera lo stesso parametro osservato lo scorso anno, pari a +2,4%.

Sempre nel 2018, la produzione totale netta è stata di 280,2 miliardi di kWh (-1,8% sul 2017) e ha quindi soddisfatto l’87% della domanda nazionale, la rimanente parte è stata invece coperta tramite le importazioni dall’estero, cresciute del 10% rispetto il 2017 e pari a 47,2 miliardi di kWh. Per quanto riguarda invece le esportazioni (3,3 miliardi di kWh), si registra un’importante riduzione del 36,3%.

Da notare il crescente ruolo della generazione di energia rinnovabile, che registra un +9,8% rispetto il 2017 e rappresenta attualmente una quota del 40% della produzione nazionale (quasi 113 miliardi di kWh). Cala contemporaneamente la generazione termica, che mostra una riduzione del 7,6% rispetto lo scorso anno (la quota include anche la produzione da biomasse, -0,8% con 17,7 miliardi di kWh).

Il dato più significativo riguarda però la generazione idroelettrica, che sale del +31,2% con 49,3 miliardi di kWh. Proprio a tale incremento si deve l’intero balzo della produzione rinnovabile, che supera la flessione delle altre fonti come quella eolica (-1,4%), fotovoltaica (-4,7%) e geotermica (-1,9%).

La conferma dell’importanza della generazione idrica si è peraltro manifestata nel corso dell’iter del decreto legge “semplificazioni” appena votato in Senato, dove grazie a un forte impegno della Lega è stata varata la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche, precedentemente di competenza statale. Secondo l’emendamento, in cui molti hanno visto un contraltare al disegno M5S sulle trivelle, saranno le Regioni ad assegnare le concessioni idroelettriche in scadenza, a operatori (anche a partecipazione mista pubblico-privato) individuati tramite procedure a evidenza pubblica.

di Armando Haller

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