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Le occupazioni rosse a Roma: tra silenzi istituzionali e appoggi politici (Seconda parte)

by Francesca Totolo
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Roma, 1 nov – Per svelare i forti legami tra i movimenti antagonisti e la politica istituzionale, siamo partiti da un’inchiesta de Il Tempo del 2014, che ha ottimamente evidenziato il racket e il clientelismo dietro ad ogni occupazione. “A cavallo fra Natale e Capodanno abbiamo visitato i presidi occupati di movimenti come Action (sicuramente il più importante e ‘ammanicato’ in città), Blocchi Precari Metropolitani e Resistenza Abitativa Metropolitana, alla ricerca, ovviamente fittizia, di informazioni su come ottenere un alloggio in una casa occupata”.

Il Tempo svela un vero business celato all’ombra degli slogan sul diritto alla casa.

Per essere inseriti nelle liste d’attesa degli “sportelli” dei movimenti che si prodigano nell’occupare gli immobili romani, bisogna versare 10/15 euro per la “tessera” e 10 euro per non meglio specificati lavori. Altre “tasse” dovranno essere pagate mensilmente al momento dell’attribuzione della casa. Ma l’obolo non è sufficiente per assicurarsi una residenza: “L’importante è che ti presenti alle manifestazioni, ai picchetti, ai comizi dei parlamentari e dei presidenti. Poi se ogni tanto devi andare a votare per loro oppure devi andare a perdere tempo alle manifestazioni, che ti frega: tanto qual è il problema? Però c’hai la casa. Poi loro si prendono il posto in Parlamento o in Comune e tu ti prendi la casa” afferma un inquilino abusivo.

Già, dietro ai movimenti antagonisti per la casa, troviamo “tessere, voti, militanza politica, presenza alle manifestazioni e ai comizi del parlamentare amico” e una vera tassazione non riconosciuta però dal fisco italiano.

Ora passiamo in rassegna i collanti che hanno unito negli ultimi questi due monti.

Per lungo tempo collegamento tra la politica di palazzo e Action, è stato il consigliere comunale di Roma, eletto nelle fila della Sinistra Arcobaleno, Andrea Alzetta, detto “Tarzan” per la sua abilità di arrampicata sugli edifici da occupare.

Nonostante le numerose denunce per violazione di domicilio, invasione e devastazione di edifici, occupazione abusiva, resistenza a pubblico ufficiale e blocchi stradali, nel 2008 Alzetta viene eletto consigliere in Campidoglio, accreditandosi nell’odiato establishment. Purtroppo per Alzetta, la sua seconda elezione del 2013 è stata silurata dalla legge Severino, che prevede l’incandidabilità in caso di condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione. Neanche il ricorso al TAR, ha evitato la sua cacciata dal Campidoglio.

Tra i maggiori estimatori di Alzetta, troviamo l’allora presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che non ne fa mistero partecipando nel 2011 all’assemblea promossa da Action all’interno del centro sociale occupato “Corto Circuito” (qui Alzetta faceva maestro di full contact), dove è stato discusso “un nuovo modello di città”.

All’evento promosso dal Tarzan romano, era presente il presidente del Municipio X, Sandro Medici, ex direttore de Il Manifesto e ora coerentemente esponente di Potere al Popolo (movimento fondato nel centro sociale napoletano Je so’ pazzo, insediato in un ospedale psichiatrico giudiziario occupato) ma all’epoca eletto nelle fila di Sel e coinvolto in un affare non chiaro sul suo possesso di una casa di 150 mq in zona Prati a “canone dimezzato”. Questo mentre lottava contro la speculazione edilizia.

Sul palco allestito da Action, troviamo anche il braccio destro di Zingaretti e suo Vicepresidente nella regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, allora assessore al lavoro alla Provincia di Roma. Tra i fondatori del centro sociale “La Strada” nel quartiere Garbatella, passò da Rifondazione Comunista a Sel. Nel 2006 Smeriglio si unì alla protesta di Action, difendendo i “105 no global romani indagati per i due blitz di spesa proletaria del 6 novembre 2004 all’ipermercato Panorama di Pietralata e alla libreria Feltrinelli di largo Argentina”, contestando la sentenza della Corte di Cassazione che convalidò gli arresti domiciliari, e scagliandosi contro i Giudici perché “vogliono fare carriera sulle lotte sociali”.

In merito alla stessa vicenda, intervenne anche Sandro Medici, che dichiarò: “Dobbiamo aprire questo nuovo fronte a partire da chi vi sta. Qui in ballo c’è la libertà di compagni che hanno fatto qualcosa di importante per questa città”.

Il rapporto tra Alzetta e Zingaretti si consolida ulteriormente nel 2013, durante la campagna elettorale per la regione Lazio del secondo. Il futuro Presidente inserisce nel programma di governo la proposta di InquiliniAter che prevede “una semplificazione amministrativa”. La proposta viene applaudita da Action e dallo stesso Alzetta, che commenta: “la proposta continua a raccogliere consensi. Ma per essere implementata, avrà bisogno di effettuare un passaggio necessario, dal mondo associativo a quello politico”.

Ma la giunta regionale di Zingaretti si spinge oltre nell’appoggio ai movimenti che occupano illegalmente gli immobili a Roma.

Il 16 marzo del 2016, viene approvata la delibera proposta dall’assessore PD alle Politiche Abitative, Fabio Refrigeri, che destina agli occupanti abusivi circa 400 dei 1216 nuovi alloggi popolari. Il Tempo la definisce “Una specie di vincita all’enalotto per molti fra le migliaia di occupanti dei 79 edifici di proprietà pubblica e privata sul territorio capitolino ‘conquistati’ dai movimenti per la casa, fra cui Action che fa capo dell’ex consigliere capitolino di Sel, Andrea Alzetta”.

Quindi, gli occupanti abusivi, grazie alla delibera di Refrigeri, hanno scavalcato migliaia di famiglie oneste in attesa da molto più tempo, e il tutto a spese della Regione Lazio.

E non è sembrata causale, proprio durante la redazione della delibera, la visita all’assessore di Paolo Divetta, attivista dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma e dichiarato “socialmente pericoloso” con l’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Roma.

Leggendo la lista dei reati ascritti a Paolo Divetta, pubblicata da il Tempo in un articolo del 2014, il “pasdaran” non sembra proprio la persona giusta come referente di un assessore regionale.

Il Campidoglio di Ignazio Marino è stato profondamente scosso dal malaffare delle occupazioni rosse.

In un’intercettazione del 2014, il vice sindaco Luigi Nieri, eletto nelle fila del Sel di Vendola, rassicura Giorgina Pilozzi, portavoce degli occupanti dell’Angelo Mai, prima dello sgombero: “Tranquilla, con il giudice ci penso io” e prosegue “Dobbiamo fare un incontro io e la segreteria del sindaco tra oggi e domani mattina sulla… con l’avvocatura, per capire come procediamo sul passaggio, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dell’Angelo Mai, man non solo. Ieri sera abbiamo forzato la mano”.

Nieri si stava riferendo a quanto successo la sera prima: il vice sindaco era riuscito a far sospendere gli sgomberi dell’Angelo Mai, utilizzando i propri poteri di emergenza previsti dalla legge.

La Pilozzi risponde: “Una volta che loro ve li riconsegnano (gli alloggi occupati) poi voi potete farne ciò che ne volete, giusto?”, e Nieri conferma: “Diciamo che già ieri sera noi abbiamo fatto un paio… ieri sera è stato un anticipo di quello che sarebbe avvenuto. E ce li hanno consegnati per rispetto alle due occupazioni. Però veramente in un paio di ore facciamo tutto eh? Va bene. Intanto lì puoi dire che noi stiamo procedendo a quello che abbiamo detto ieri. Praticamente a far ripristinare lo stato precedente ai fatti”.

Lo sgombero deciso dalla Procura di Roma degli edifici occupati in via delle Acacie, del cosiddetto ex Hertz e dell’Angelo Mai, viene deciso in seguito all’indagine che ha iscritto nel registro degli indagati 39 persone (tra cui 15 occupanti) per associazione a delinquere, a causa delle continue vessazioni, dei ricatti, delle crescenti richieste di soldi che gli occupanti italiani e stranieri erano costretti a subire da alcuni esponenti del Comitato popolare di lotta per la casa e in particolare dalla leader Pina Vitale. Quest’ultima poteva contare su appoggi nel centrosinistra, come aveva già circostanziato il Pubblico Ministero Luca Tescaroli. La Vitale intercettata rivela di essere stata a casa dell’assessore alla casa del Partito Democratico, Daniele Ozzimo, e di avergli detto “adesso mi hai proprio rotto il cazzo, o in settimana questa cosa si fa o vi metto in ginocchio come ho messo in ginocchio la destra. Ora comincio a sterminare la Hertz dieci famiglie le prendo a calci fino a fargli male”.

Il pm ha poi scritto: “Dall’analisi dell’ultimo bando di concorso per l’assegnazione delle case popolari, risulta l’attribuzione del punteggio massimo a tutti coloro che vivono in alloggi di fortuna, quali strutture messe a disposizione da associazioni riconosciute”.

Sulla sospensione dello sgombero previsto all’Angelo Mai e dopo aver detto di non essere stato avvisato, il sindaco Ignazio Marino ha affermato: “Questo provvedimento consentirà loro di passare una notte al sicuro in attesa di una nuova soluzione, alla quale stiamo lavorando con l’assessore Daniele Ozzimo e con il vicesindaco Luigi Nieri che in questo momento è nei luoghi interessati dagli sgomberi”.

Come faceva Marino ad essere completamente all’oscuro di tutto quello che stava avvenendo in Campidoglio, quando pure tre suoi fidati collaboratori, la capo segreteria, Silvia Decina, e i consiglieri di centrosinistra Erica Battaglia e Gianluca Peciola, facevano presidi con gli occupanti, proprio alla vigilia dell’esplosione di Mafia Capitale?

Il vice sindaco Luigi Nieri, con una lunga carriera politica partita nel 1989 come consigliere comunale dei Verdi, non era certamente un novellino nelle occupazioni illegali di immobili a Roma.

Nel 2010, allora capogruppo Sel in Consiglio Regionale, era finito a processo perché accusato di resistenza a pubblico ufficiale in relazione agli scontri scoppiati il 9 gennaio, durante una manifestazione a Piazza Vittorio, e poi assolto “per non aver commesso il fatto”. Accuse che valsero però dieci mesi di reclusione per Paolo Divetta.

Il castello di Luigi Nieri crolla definitivamente nel 2015, in seguito alle intercettazioni dell’inchiesta di Mafia Capitale, nel quale Salvatore Buzzi sosteneva “Mi ha chiesto assunzioni in cambio di appalti”. Il vice sindaco rassegnò le proprie dimissioni a Ignazio Marino, motivando “di non poter più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera”.

Sorte diversa è toccata all’assessore alla casa del giunta Marino, Daniele Ozzimo.

Il 21 luglio scorso, la Cassazione ha confermato, in via definitiva, la pena di due anni e due mesi a Ozzimo per il suo coinvolgimento nella maxi inchiesta sul Mondo di mezzo: “non solo era ‘asservito’ all’ex ras delle coop, Salvatore Buzzi, ma si appoggiava a lui per la propria carriera politica e caldeggiava i suoi interessi”. Come risulta dagli atti, l’assessore alla casa del Partito Democratico aveva ottenuto un contributo elettorale da 20mila euro, l’assunzione di un’amica in una delle società della galassia Buzzi, ma anche il salvataggio della coop San Lorenzo.

Per gli inquirenti, Daniele Ozzimo è stato l’uomo che pilotava gli appalti dell’emergenza abitativa per favorire le aziende di Salvatore Buzzi, suo conoscente di vecchia data, ovvero risalente alla comune militanza tra le fila del Pd nella storica sezione di Pietralata.

Dai fascicoli di indagine, sono emersi altresì i contatti tra Buzzi e l’ex moglie dell’assessore, Micaela Campana, allora parlamentare e responsabile Welfare nella segreteria del PD.

Notizia del  26 ottobre, la Campana, rieletta nelle fila del Partito Democratico nel 2018, è stata rinviata a giudizio per “falsa testimonianza perché avrebbe mentito in qualità di testimone nel processo di primo grado di Mafia Capitale. Come riporta il Fatto Quotidiano, “Fu lei, infine, tra l’altro, a chiedere a Buzzi di finanziare le cene elettorali di Matteo Renzi, fornendogli l’iban del Partito democratico”.

Chiudiamo la seconda parte dell’inchiesta sui legami tra occupazioni, centri sociali rossi ed esponenti del Partito Democratico e di Sel, con Nunzio d’Erme, storico esponente dei movimenti di occupazione romani, militante del centro sociale “Corto circuito”, ed ex consigliere comunale in Campidoglio eletto nelle liste di Rifondazione Comunista.

Nunzio d’Erme è stato incarcerato nel 2014 in seguito ad una denuncia  per aver preso parte agli scontri scaturiti in seguito al tentativo di allontanare alcuni militanti di Militia Christi che si erano infiltrati a un convegno sull’omofobia a Cinecittà. Le accuse che gli furono imputate sono resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e procurata evasione. Dopo solo due mesi, fu scarcerato.

Intervistato da la Repubblica il 22 giugno 2016, proprio il giorno dell’incoronazione di Virginia Raggi a sindaco di Roma, Nunzio d’Erme confessò: “Che sinistra? Ha perso contatto con i settori popolari, non ha più radicamento sociale. Cerca solo ammucchiate elettorali, scorciatoie, ma oggi non ci sono per nessuno. Noi, movimenti autonomi, dobbiamo ricostruire un blocco sociale di giovani senza lavoro, precari, migranti, pensionati, che è stato espulso. Vediamo che succede ma intanto menomale che c’è Grillo“.

Alla domanda “Si aspettava il trionfo del M5S in borgata?”, d’Erme rispose: “E te credo! A Tor Bella Monaca o a Corcolle la gente combatte per la qualità della vita e vota per chi pensa che possa interpretare meglio ‘ste condizioni. Se fai parte di un’élite manco te ne accorgi e resti arroccato in Centro”.

Questa affermazione ci porta direttamente alla terza parte ed ultima parte della nostra inchiesta.

Continua… (Link alla prima parte)

Francesca Totolo

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1 commento

Raffo 1 Novembre 2018 - 9:12

L’equazione è chiarissima……….dove domina la sinistra , con la sua indegna burocrazia nullafacente e la sua politica vigliacca , regnano il degrado, lo spaccio, la delinquenza, l’omertà e la prostituzione ………regnano l’invasione negroide tribale ed analfabeta,insieme al disprezzo per gli italiani…….. Fra i tre figuri in effige il più pericoloso è quello centrale poiché protegge gli accoliti a lato che ne sono il braccio armato…….la sinistra ha da sempre protetto impunemente questi esseri brutali,tutelati da da una magistratura sinistrorsa che manda liberi spacciatore e ladri e processa i patrioti……..un vero paese del cazzo………ai sinistri ,sin dal dopoguerra, i violenti ed i delinquenti hanno sempre fatto un gran bel comodo,allora per compiere eccidi durante la guerra civile oggi per minacciare,picchiare ed intimorire gli avversari…….. Tutto come al solito.

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