Roma, 11 mag – Neri doppiati dai neri, vietnamiti dai vietnamiti et cetera. Assurde degenerazioni della cancel culture che mantengono una certa (terribile) coerenza. Ma un trans doppiato da un maschio è un crimine, anche se l’attore è nato uomo? A quanto, pare si.
Trans doppiato da un uomo: polemiche
Succede col film – manifesto femminista Una donna promettente interpretato, tra gli altri, da Laverne Cox. L’attrice, nata uomo e ora trans, è stata/o (?) uno degli interpreti principali della serie di successo Orange is the new black. Per tutta la durata della produzione Netflix, la Cox ha avuto in Italia come voce Andrea Lavagnino. Il doppiatore ha fatto un lavoro eccellente, restituendo al pubblico quella particolare sfumatura “profonda” nella voce della Cox. Basta sentirla in lingua originale per accorgersene.
La Universal torna sui suoi passi
Tuttavia il doppiaggio della trans in una clip pubblicata dalla Universal Pictures diffusa per pubblicizzare la prossima uscita del film premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale diretto da Emerald Fennell ha scatenato polemiche inedite. Tutte ruotano, appunto, attorno alla voce scelta per Laverne Cox, che poi è quella del doppiatore Roberto Pedicini.
“Perché una donna è doppiata da un uomo?”
La critica è stata servita su un piatto d’argento: “Perché doppiare una donna con una voce da uomo?”. La polemica si è poi diffusa a macchia d’olio per arrivare alla casa di produzione, come anche alla regista. Così la Universal ha deciso di assecondare questa follia: il film torna in sala doppiaggio e, presumibilmente, sarà una donna a doppiare il trans. A questo punto l’uscita del film fissata al 13 maggio sembra un miraggio: probabilmente slitterà. Inutile discutere del sesso degli angeli (o meglio, dei doppiatori) con chi è obnubilato da questa follia. Inutile anche far notare che, senza incorrere in sanzioni da Ddl Zan, un uomo che è diventato donna raramente ha la voce del tutto uguale a quella di una donna biologicamente nata tale. E sì, prima che qualche fiocco di neve alzi il ditino per fare obiezione, siamo coscienti che Maria De Filippi probabilmente ha un timbro vocale più simile a quello di un muratore bergamasco che a quello di Ornella Muti. Ma sventolare le eccezioni non fa che rendere più stupida questa polemica …
Ilaria Paoletti