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Beyoncé lancia “Black is king”, album “pacchianissimo” che celebra la cultura afro

by Elena Sempione
23 comments
Beyoncé album

Washington, 31 lug – Immaginate un cantante bianco che produce un disco con soli ballerini bianchi per celebrare la cultura bianca. Non ci riuscite? Sarà perché questa eventualità è diventata ormai pura utopia nel mondo del politicamente corretto e del pensiero unico. Del resto, è il mondo dei piagnoni di Black lives matter, quelli che abbattono le statue «razziste» e urlano fuck white people. L’operazione contraria, però, non solo è possibile, ma addirittura salutata con urla di giubilo. È questo il caso di Black is king, il nuovo album visuale lanciato da Beyoncé.

Beyoncé e il re leone

Il disco, realizzato in collaborazione con Disney+, è una specie di prosecuzione The Lion King: The Gift, la colonna sonora del remake del classico Disney Il re leone, uscito l’anno scorso. Anche questa colonna sonora era stata curata da Beyoncé, che aveva peraltro prestato la sua voce di doppiatrice a Nala, giovane leonessa e futura sposa del protagonista Simba. E pensare che, nonostante la Disney avesse riunito un cast di doppiatori multietnico, il film in live action de Il re leone era comunque stato accusato dal Washington Post di… razzismo!

Razzista chi?

E invece pare che l’aggettivo «razzista» si attagli meglio a Black is king, album per cui Beyoncé ha ingaggiato solo artisti neri. La storia, del resto, si svolge in Africa e ricalca la trama de Il re leone, con un giovane sovrano spodestato che – grazie all’aiuto dei suoi avi e dell’amore di gioventù – riesce a riconquistare il suo regno. Insomma, il disco è un’ode sperticata della cultura afro, che non permette «contaminazioni razziali» di alcun genere. Quelle vanno bene solo quando si tratta di far diventare neri Achille o Giovanna d’Arco.

 

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Ma è l’Africa o Harlem?

Ad ogni modo, già spulciando le anticipazioni fatte dalla stessa Beyoncé, si nota la solita pacchianeria che contraddistingue gli afroamericani «che ce l’hanno fatta»: vestiti leopardati, patacche d’oro al collo, macchinoni fiammanti con colori dal dubbio gusto. Il Simba di Beyoncé, insomma, non è tanto una figura regale dell’Africa profonda, vera, radicata nella sua terra millenaria, quanto piuttosto lo scimmiottamento di qualche déraciné di Harlem che, invece di far ritorno a casa, è andato a ritirare il Grammy Award a bordo della sua Cadillac rosa.

Elena Sempione   

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23 comments

roberta 31 Luglio 2020 - 2:39

Ma lei il film almeno l’ha guardato? Se dovessi scrivere un articolo a riguardo innanzitutto cercherei di dare delle informazioni esatte. Black is king è il nome del FILM che si basa su the gift (ALBUM). il film è una celebrazione della cultura black, se lei si è fermata solo alla macchina leopardata vuol dire che non ha visto la bellezza delle scene di TUTTO il progetto.

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Francesca 31 Luglio 2020 - 5:20

Una recensione indegna ad essere gentili. Ogni volta che si parla di cultura nera sembra di dover per forza annullare tutto il resto. SE colonialismo, schiavitù e movimenti per i diritti civili hanno insegnato qualcosa è che la cultura afro è sempre stata soppressa, ridicolizzata o raccontata da voci che non le appartengono. In Black is King si celebra la cultura, la storia e la bellezza di un intero continente, che vive nell’immaginario collettivo solo come uno stereotipo negativo. In nessun modo si deridono o denigrano le altre culture, perché appunto celebrare una cosa non significa necessariamente denigrarne un’altra. NON ESISTONO NARRATIVE RAZZISTE ALL’INVERSO. Il film “Crazy Rich Asians” campione d’incassi in tutto il mondo, ha celebrato i talenti asiatici con un cast “mono-etnico”: celebrare l’ASIA significa forse odiare l’Europa o gli Stati Uniti?
Detto questo riassumo dicendo che è legittimo che non le sia piaciuto il film per un gusto personale (musicale o narrativo), ma aggiungere tematiche razziste e complottismi miopi è da irresponsabili, soprattutto nel suo lavoro.

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Elena 31 Luglio 2020 - 5:21

Non sei di certo fan di Beyoncè,ma questo era evidente,né hai capito il senso di questo visual album se hai scritto un articolo del genere!

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Sara 31 Luglio 2020 - 11:26

Classico articolo da italiano medio, che non sa nulla dell’artista, non sa nulla della cultura Afro. Lei è una giornalista prima di fare un articolo da quattro soldi su un’artista di fama mondiale, la quale non è nemmeno a conoscenza della sua esistenza, s’informi. Penso che sia alla base del suo lavoro informarsi, cosa che non ha fatto.
Tutto questo odio e queste brutte opinioni semplicemente perché si sta dando risalto FINALMENTE ad una cultura ricca, anziana, piena di aneddoti. Il suo articolo fa alquanto ridere 😂

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Argon 1 Agosto 2020 - 7:54

Prima di provare a scrivere, impara a scrivere: che qua di far ridere ci riesci assai bene.

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Il triste corso di Elena Sempione 31 Luglio 2020 - 11:35

Le sue sembrano le argomentazioni di chi dice “gay pride?? io sono etero e non vado in piazza a rivendicare nulla” (Forse perché non ha diritti da rivendicare???)

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Erika 1 Agosto 2020 - 12:04

Vergognoso! E ancora più vergognoso chi ha permesso la pubblicazione di un articolo così marcio e profondamente falso!!

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Erika 1 Agosto 2020 - 12:06

Vergognoso! E ancora più vergognoso è chi ha permesso la pubblicazione di un articolo tanto ignorante e tremendamente falso!

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Susanna 1 Agosto 2020 - 2:30

Articoli come questo sono da denuncia. Di una bigotteria ignorante infinita.mi stupisco di come ci si possa definire “giornalisti”. Black is king è un film che entra nella storia dell’umanità mondiale: “tutti siamo connessi dal cerchio della vita” recita nei primi secondi. Il film è un grido all’amore universale e al ricordarci le nostre origini, da dove veniamo e del perché non deve più esser scontato che siamo tutti fratelli e figli uniti dal dono della vita. E questo penso sia davvero la base evidente di quello che si vede, nessun analisi prodonda da critica cinematografica. Un film fatto solo di neri è una gioia guardarlo, sono una bianca contenta di mettermi da parte e piena di gioia nel vedere che finalmente chi, come Beyoncé, è riuscita a realizzarsi, dedichi così tanta passione amore e dedizione alla rinascita e alla presa di dignità di un popolo martoriato dalla storia.
Provo molto più ribrezzo nel leggere pubblicati articoli del genere e mi vergogno di essere bianca come chi ha scritto questa monnezza.

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Barbara Tomasella 1 Agosto 2020 - 9:21

La persona che ha scritto questo articolo non si e’ preoccupata di studiare l’artista, il momento storico, ne’ i collaboratori, cioe’ il commento e’ totalmente decontestualizzato. Degno di una testata ignota e che se non esistesse, forse ci farebbe un favore.

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Damiano 1 Agosto 2020 - 10:49

E questo soggetto si reputa giornalista?? A che punto siamo arrivati, non riesco neanche a trovare le parole per esprimermi dopo quello che ho letto, purtroppo posso solo dire che non sono sorpresa affatto. Di pacchiano qua c’è solo quello che lei scrive, anzi vomita sulla cultura afro.

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Argon 1 Agosto 2020 - 7:51

Ma soggetto ci sarai tu e tutta la tua stirpe.

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voronika 1 Agosto 2020 - 2:38

……..comunque Beyoncé va a dormire sapendo di essere la più grande artista al mondo, tu invece vai a dormire piangendo elena

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Anna 1 Agosto 2020 - 3:45

Prima di tutto, definire gli attivisti del Black Lives Matter dei “piagnoni” (complimenti per il termine altamente diplomatico) dmostra quanto poco lei sappia della storia del mondo e di quanto poco si sia documentata su quello che sta succedendo in America. Definire “piagnoni” delle persone che osano ribellarsi a un sistema che li colpevolizza e imprigiona ingiustamente da decenni? O che li uccide solo perchè sembrano “sospetti”?
Poi non so che tipo di protesta lei abbia mai visto ma di gente che urla “fuck white people” ne ho sentita gran poca (cioè zero). Prima di sparare giudizi o commenti miseri di questo calibro costa tanto informarsi almeno un minimo? Voglio dire, non farebbe anche parte del suo lavoro?
Per quanto riguarda il PACCHIANISSIMO Black is King, d’altronde si sa che le case di moda del calibro di Valentino, Burberry e Mugler (solo per citare alcuni dei tanti costumi presenti nel film) sono famose solo per la loro pacchianeria… e me lo chiedo anche io, perchè Beyoncé pur ambientando il film in Africa non ha ingaggiato dei ballerini svedesi, biondi e con gli occhi azzurri?? perchèèè???? Questa non è una scelta ovvia e logica, no no, è razzismo!!
Sinceramente non capisco neanche come le persone di questa specie di giornale osino anche solo pensare a scrivere un articolo su Beyoncé, ci sono così tanti cantanti italiani, belli e soprattutto bianchi (della musica che fanno chissenefrega !!!) su cui potete concentrarvi.
Per concludere la mia reazione a quest’articolo (se articolo si può definire) è un bel grande: LOL.

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Chiara 1 Agosto 2020 - 3:50

Mi sono vergognata a leggere un articolo del genere; non oso immaginare, quindi, le sensazioni che si provano a scriverlo.
Definirlo “pessimo” sarebbe un complimento, ma non sono in vena di complimenti, oggi.

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Julio Tamayo 1 Agosto 2020 - 6:06

Schifo di articolo, non hai capito I riferimento, le immagini che parlano, le diverse culture africane, la religione

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Marc 1 Agosto 2020 - 7:49

Ma “king” di che?

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Fusti 2 Agosto 2020 - 9:29

Aspettiamo che questa sedicente artista (in prima linea contro Trump e a favore del sorosianesimo) mò faccia anche “cheerokee is king”, per appagare anche l’altra parte di sè.

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Fabio Crociato 3 Agosto 2020 - 11:20

Ho il piacere di non essermi mai succcato la Beyoncé, ma passando da Budapest e dalla Ungheria riflettevo sulla loro famosa piazza degli eroi (consiglio a tutti di vederla),… voglio vedere chi osa tirar giù quelle statue, colme di storia, forza, mistero! Prendiamo esempio anche da chi è forte ancora oggi. E non parlo di Orban che è solo un buon granello di sabbia…

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Bardo 3 Agosto 2020 - 9:52

Per quanto riguarda la tua domanda sarcastica, l’autrice di questo articolo equiparava questo fatto di selezionare solo “neri” per questa cosa afro che dovrebbe riguardare le persone “nere” al fatto che i media occidentali hanno ingaggiato attori “neri” in ruoli in cui dovrebbero riguardare i “bianchi” come nel caso di Achille… capito?

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Paola Datodi 9 Agosto 2020 - 11:24

Considero grandi attori Sidney Poitier, MorganFreeman, Denzel Washington. Ma trovo che non avrebbe e non avrebbe avuto senso ingaggiarli per il ruolo p.es.di Garibaldi. E penso proprio che loro stessi, se gli fosse stato proposto,non avrebbero certo risposto “Obbedisco”

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SergioM 10 Agosto 2020 - 2:21

Cultura Afro è un ossimoro …..
vi piace la Bingabonga ? affari vostri .

Leggo che per il doppiaggio di un NEGRO ci vuole un negro ….
quindi per i Klingon dovremo contattare l’ Impero …..
Qapla’

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SergioM 10 Agosto 2020 - 2:49

A tutti gli arrapati del “negro è bello” faccio notare che i negri fanno la
differenza SOLO in ALCUNI sport …..
poveri sfruttati …. NON sono Statunitense quindi … CHISSENEFREGA !

alle “piccole donne ” irretite dalla vulgata del BIG Bamboo di Leni Riefenstahl , faccio notare che la NAZI scappò in Africa per non essere impiccata a Norimberga ….
ha inventato Hitler …. poi ha inventato i guerrieri masai ,
masai , masai che dicevi solo CAZZATE ????

se avessero dei dubbi … perché gli attori porno solo SOLO bianchi ???
mr 34 cm era BIANCO AMERICANO ….. grande JOHN

puà , negro è bello …. ma andate affan ….

Ah , se non lo sapete Floyd era un DELINQUENTE , solo la campagna elettorale CONTRO Trump ne ha fatto un “good guy” !!!!!

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